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College campuses on alert as new term begins

Nigeria is the fourth largest supplier of international students to British universities.

Universities in the UK have been put on alert to be ready for a potential outbreak of the Ebola virus when the new term starts in September.

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Universities UK, the umbrella body that represents vice-chancellors, has written to every university giving detailed guidance on how to deal with an outbreak. The decision was made to send out the guidance because universities are expecting thousands of new students to arrive from West Africa.

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While the three countries which have seen the largest number of Ebola cases – Liberia, Guinea and Sierra Leone – have hardly any students enrolling at UK universities, Nigeria – which has had confirmed cases – is the fourth largest supplier of international students to UK universities. In 2012-13, the latest year for which figures are available, a total of 9,630 were enrolled. A spokesman for Universities UK said: “The issue is very much on universities’ radars. We circulated to universities the publicly available guidance on the topic.”

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The guidance makes it clear that anyone suspected of having Ebola should immediately be isolated in a side room away from any staff or student contact. “The side room should have dedicated en-suite facilities or at least a dedicated commode,” it says. “The level of staff protection is dependent on the patient’s condition.” Those having any dealings with the patient must take careful hand hygiene precautions, wearing double gloves and a disposable visor.

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The guidance reassures university staff: “Evidence from outbreaks strongly indicates that the main routes of transmission of infection are direct contact (through broken skin or mucous membrane) and indirect contact with environments contaminated with splashes or droplets of blood or body fluids. “Experts agree that there is no circumstantial or epidemiological evidence of an aerosol transmission risk from patients.” So far, there have been more than 1,060 deaths and 1,975 confirmed sufferers, but the World Health Organisation warns that the crisis is likely to continue for months. The outbreak was first identified in March in Guinea.

cms_1060/italfahne.jpgEpidemia di ebola: allerta nei campus universitari per l’inizio del nuovo anno accademico

La Nigeria è il quarto più importante fornitore di studenti stranieri alle università britanniche. Le università britanniche si sono messe in allerta riguardo una potenziale epidemia del virus di ebola quando a settembre inizierà il nuovo anno accademico. L’associazione Università Britanniche, che rappresenta i rettori, ha scritto ad ogni università fornendo precise informazioni su come gestire l’epidemia. La decisione è stata presa per prepararsi all’arrivo di nuovi studenti dall’Africa occidentale. Mentre i tre stati che hanno riscontrato il più gran numero di casi di ebola – Liberia, Guinea e Sierra Leone – non hanno nessuno studente iscritto alle università britanniche, la Nigeria – che ha avuto casi confermati – è il quarto più grande fornitore di studenti stranieri alle università del Regno Unito. Nel 2012-2013, l’anno accademico appena concluso, ha visto l’iscrizione di 9.630 studenti. Un portavoce di “Università Britanniche” ha detto: “La questione riguarda particolarmente le università. Abbiamo distribuito loro una guida sul tema messa a disposizione del pubblico”. La guida chiarisce che chiunque sia sospettato di avere l’ebola deve essere immediatamente isolato in una stanza senza che entri in contatto degli studenti o del personale scolastico. È stato inoltre affermato che “la stanza di isolamento dovrebbe essere dotata delle corrette attrezzature e mobilio adeguato”. Il livello di protezione dello staff dipende dalle condizioni del paziente. “Coloro che sono a contatto con il paziente dovrebbero prendere attente precauzioni di igiene alle mani, indossando doppi guanti e mascherina monouso. La guida rassicura lo staff dell’università: “Prove da focolai indicano fortemente che le principali vie di trasmissione di infezione sono il contatto diretto (attraverso le mucose o la pelle lesionata) e contatto indiretto con gli ambienti contaminati con schizzi o gocce di sangue o fluidi corporei. “Gli esperti concordano sul fatto che non vi sono prove indiziarie o epidemiologiche di un rischio di trasmissione tra ai pazienti per via aerea”. Finora, ci sono stati più di 1.060 morti e 1.975 malati confermati, inoltre l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che la crisi è destinata a continuare per mesi. Il primo focolaio identificato risale a marzo scorso in Guinea.

(tradotto dall’articolo Ebola outbreak: College campuses on alert as new terms begins scritto da Richard Garner, pubblicato sul sito www.independent.co.uk domenica 17 agosto 2014).

Data:

20 Agosto 2014