Le consultazioni per eleggere il nuovo presidente della Colombia hanno decretato come vincitori al primo turno Gustavo Petro, 62 anni, sindaco di sinistra ed ex guerrigliero, con più del 40% delle preferenze e Rodolfo Hernandes, 77 anni, sindaco indipendente, con il 28% delle preferenze.
Ora i due si sfideranno nella tornata elettorale finale.
La sinistra politica colombiana punterà su Gustavo Petro, ex guerrigliero e già sindaco di Bogotà dal 2012 al 2015.
Si è schierato fin da subito contro la lotta alla disuguaglianza, appoggia gli emarginati, i poveri e la gente di colore, è carismatico, talentuoso, parla con facilità alle persone e padroneggia l’uso dei social network.
Di famiglia povera, è originario della costa caraibica, si è avvicinato alla politica fin da adolescente dopo il colpo di stato del 1973 in Cile ed è stato uno dei protagonisti della guerra civile colombiana.
È stato anche prigioniero dell’esercito dichiarando di essere stato torturato. Dopo essere stato liberato si è dedicato alla politica rivestendo i ruoli prima di sindaco e poi di senatore.
Petro ha come obiettivo riavvicinare tutti i colombiani e di distruggere il traffico della droga. Nel suo programma c’è spazio anche per il clima con la promessa di una riduzione dell’estrazione del petrolio.
Rodolfo Hernandez è la vera novità di queste elezioni elettorali.
Il suo risultato non era pronosticabile: ha sconfitto tutti i suoi rivali arrivando secondo solo a Petro.
È un uomo d’affari e un politico svincolato da qualsiasi partito, conosciuto da tutti come il “Donald Trumpcolombiano”.
Hernandez ha una laurea in ingegneria e deve la sua fortuna nella costruzione di case popolari.
È stato anche sindaco di Bucaramanga dal 2016 al 2019 diventando famoso per le sue dirette su Facebook durante le quali definiva alcuni consiglieri comunali come dei ladri.
È stato sottoposto ad indagini a causa della presunta illiceità di alcune gare d’appalto.
Il suo programma elettorale è incentrato sulla lotta alla corruzione e agli stupefacenti, alla chiusura delle ambasciate, allo sviluppo della cultura e degli incentivi per gli studenti.
La sua matrice politica è chiaramente populista in quanto vuole riallacciare i rapporti con il Venezuela, ma si è detto deciso a combattere l’immigrazione clandestina.