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COLOMBIA: L’ENNESIMA STRAGE CHE PORTA LA FIRMA DEI NARCOTRAFFICANTI

“Nel villaggio di La Sagrada Familia, una zona rurale del comune di López de Micay, nel dipartimento di Cauca al confine con Buenaventura, si è verificato un massacro in cui sono stati assassinati 5 donne e 7 uomini”. Questo è il resoconto pubblicato in un post su X da INDEPAZ, un’organizzazione non governativa colombiana che si occupa di ricerca, monitoraggio e documentazione delle violenze legate al conflitto armato, al narcotraffico e alle dinamiche criminali nel paese. La strage è il risultato di un regolamento di conti tra bande armate legate al narcotraffico. L’episodio, avvenuto l’8 settembre, è stato il 47° massacro del 2024, come riportato dallo stesso INDEPAZ. La notizia è stata confermata anche dalle autorità investigative.

Dall’inizio del 2024, la Colombia ha continuato a essere colpita da una serie di violenze legate al narcotraffico, una delle sfide più complesse per la sicurezza del paese. Le cosiddette “stragi dei narcos” fanno parte di una guerra continua tra vari cartelli della droga, gruppi armati e bande criminali, tutti in lotta per il controllo delle rotte del narcotraffico e delle coltivazioni di coca, una delle principali materie prime per la produzione di cocaina. Questi gruppi criminali, tra cui le dissidenze delle ex FARC (che non hanno accettato l’accordo di pace del 2016), l’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) e le Bande Criminali (BACRIM), competono per il dominio territoriale. Spesso i civili rimangono intrappolati in questo conflitto e diventano vittime di attacchi mirati o violenze indiscriminate.

Un aspetto distintivo del 2024 è stato l’aumento della violenza contro le comunità locali nelle regioni rurali come Cauca, Nariño e Antioquia, dove i gruppi armati controllano le rotte del traffico di droga e impongono la loro autorità con brutalità. Le stragi di intere famiglie o comunità vengono utilizzate per intimidire la popolazione e consolidare il controllo territoriale. Oltre a questo, gli omicidi mirati contro leader sociali, attivisti per i diritti umani e coloro che denunciano l’influenza dei narcos sono una tragica costante in queste regioni.

Il governo colombiano ha tentato di contrastare il fenomeno con operazioni militari e di polizia, ma la complessità della geografia del paese e la capacità di adattamento dei gruppi criminali rendono difficile un controllo stabile del territorio. La conformazione geografica del paese, con vaste pianure, foreste e altipiani nelle aree più remote, facilita la coltivazione della pianta di coca. Queste zone isolate sono difficili da raggiungere per le autorità governative, il che rende complicata l’individuazione di laboratori per la lavorazione della coca e delle aree di coltivazione.

Lo scorso anno, il paese ha registrato un totale di 98 massacri, con un incremento del 6,5% rispetto al 2022. Secondo un rapporto dell’OHCHR per la Colombia, queste stragi hanno provocato la morte di 320 persone, tra cui 32 bambini, e le violenze si stanno diffondendo in sempre più comuni del paese.

Si stima che circa il 70% della cocaina smerciata a livello mondiale provenga dalla Colombia, che ha sviluppato un mercato fiorente, con l’Europa come principale destinazione.

Uno dei gruppi di narcotrafficanti più noti e crudeli della storia è stato il Cartello di Medellín, guidato da Pablo Escobar negli anni ’80 e ’90. Escobar e il suo gruppo sono stati responsabili di migliaia di omicidi, comprese stragi di civili, poliziotti, politici e giudici, utilizzando il terrore per mantenere il controllo sul commercio di cocaina.

Dopo la caduta del Cartello di Medellín e la morte di Escobar, altri gruppi hanno preso il suo posto. Uno dei più temuti negli ultimi anni è il Clan del Golfo (o Autodefensas Gaitanistas de Colombia, AGC). Questo gruppo è noto per la sua estrema violenza e il coinvolgimento in narcotraffico, estorsioni, omicidi di leader sociali e controllo territoriale attraverso la paura e la coercizione. Il Clan del Golfo ha una forte presenza nelle aree rurali, dove compete con altri gruppi armati illegali per il controllo delle rotte della droga.

Nel 2022, la Colombia ha raggiunto livelli record nella coltivazione della pianta di coca, con circa 230.000 ettari dedicati, il numero più alto mai registrato da quando sono iniziati i monitoraggi negli anni ’90. Le Nazioni Unite stimano che la produzione potenziale di cocaina in Colombia sempre nel 2022 abbia superato le 1.400 tonnellate metriche, coprendo il 60-70% della cocaina consumata a livello globale. Circa il 90% di questa droga che entra negli Stati Uniti proviene dalla Colombia, mentre una parte consistente viene destinata all’Europa, spesso passando attraverso rotte che attraversano l’America Centrale, i Caraibi e l’Africa occidentale.

Purtroppo, il narcotraffico è una delle attività economiche più redditizie in Colombia, contribuendo per circa un terzo alla ricchezza del paese. Le entrate generate da questo commercio, stimate in miliardi di dollari, vengono successivamente impiegate per finanziare gruppi armati, per corruzione e per svolgere altre attività criminali.

Data:

12 Settembre 2024