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COME SI RISOLVE LA QUESTIONE LUKASHENKO?

Mentre gli occhi del mondo intero sono ancora puntati su gli Stati Uniti d’America, prosegue in Bielorussia, nel silenzio quasi assordante delle Istituzioni europee, la protesta anti Lukashenko. Sono 340 le persone,inclusi giornalisti dei media locali e atleti olimpici, arrestate non solo a Minsk nelle ultime ore durante una delle frequenti manifestazioni che vanno in scena sin dall’ultima rielezione del boss politico (per antonomasia) bielorusso. Lo ha denunciato il gruppo di attivisti dell’organizzazione per i diritti umani, Viasna. È doveroso ogni volta ricordare che il Presidente della Bielorussia, è accusato di aver vinto le presidenziali dello scorso 9 agosto ricorrendo a massicci brogli elettorali, a ui è seguita la condanna dalla maggioranza dei Paesi occidentali. Anche l’Ue ha bocciato la legittimità di quel voto, imponendo sanzioni contro il regime, ma non efficaci a far stabilire un equilibrio sociale e politico.

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In carica dal 1994, Alexander Lukashenko, forte dell’appoggio russo, fino a oggi è riuscito, attraverso colpi di spugna e atti incostituzionali, a governare un Paese in perenne crisi economica, portando avanti politiche di riforma molto vicine alle “repubbliche delle banane” sudamericane.

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E allora, come si può contrastare lo strapotere concentrato nelle mani di un oligarca?In un Paese democratico, l’unico modo è rappresentato dalle elezioni, dall’indipendenza del potere giudiziario, da una base storico culturale costruita grazie a un processo secolare di transizione dal potere assoluto a quello democratico e dalla coscienza dei cittadini. Fermo restando l’evidente assenza dei primi due elementi, fondamentali per la nascita e il funzionamento di uno Stato di Diritto, quest’anno ad agosto, finalmente, abbiamo visto crescere quel sentimento di rabbia e di protesta necessario a fare uscire la nazione dell’Europa dall’est da quella gabbia socio-culturale di una prigione (e non solo metaforica) governata da un dittatore. Ma la strada che porta alla destituzione di Lukashenko, è ancora molto lunga e difficile da percorrere. Lo sanno tutte quelle persone o politici dell’opposizione che da mesi manifestano, non solo nelle piazze, il proprio dissenso, sistematicamente represso con arresti di massa e brutali violenze.

Data:

8 Novembre 2020