L’Europa non torna indietro sulla tassonomia per la transizione ecologica: gas e nucleare sono ufficialmente nella “lista verde”. Confermata quindi, con trascurabili correzioni, la bozza dello scorso 31 dicembre. Si attende ora solo l’approvazione del Consiglio e del Parlamento.
Tuttavia, c’è ancora un “ma” da considerare. L’utilizzo delle due fonti energetiche dovrà rispettare precisi parametri: sono consentiti gli investimenti per gli impianti che producono meno di 100 grammi di CO2 per kWh. Una soglia che in molti hanno reputato troppo bassa, in quanto potenzialmente raggiungibile soltanto da installazioni che usino sistemi di sequestro e stoccaggio della CO2.
La revisione del testo di fine 2021 ha a che fare soltanto con l’eliminazione delle tappe intermedie sulla percentuale di gas a basse emissioni di carbonio da raggiungere: ovvero il 30% entro il 2026, il 55% entro il primo gennaio 2030 e 100% entro il 31 dicembre 2035. È stata la Germania a chiedere la proroga delle scadenze, con il timore di non avere tempo a sufficienza per sviluppare tecnologie alternative, come l’idrogeno.
“Gli Stati membri restano pienamente responsabili delle proprie strategie energetiche” ha spiegato la commissaria Ue alla finanza sostenibile Mairead McGuinness. La tassonomia “non rende obbligatori investimenti in alcuni settori” né “proibisce certi investimenti”. Resta perciò “uno strumento volontario”.