L’accordo per la nomina dei sei vicepresidenti esecutivi designati della prossima Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, è ormai “fatto”. I coordinatori dei gruppi politici nelle rispettive commissioni si riuniranno questa sera a Bruxelles per approvare le valutazioni dei candidati ancora non ‘promossi’, incluso il commissario ungherese Oliver Varhelyi.
Sostegno e Opposizioni
L’accordo ha ricevuto il sostegno della grande maggioranza del Partito Popolare Europeo (PPE), tranne che dagli spagnoli, che sono “sul piede di guerra”. L’intesa raggiunta, che ha creato divisioni, dovrebbe consentire al Parlamento Europeo di votare in plenaria l’intero collegio mercoledì prossimo a Strasburgo.
Ruolo dell’Italia e del PPE
Nella gestione della vicenda, l’asse tra il leader dei Popolari Manfred Weber e la delegazione italiana del PPE ha giocato un ruolo importante. I contatti tra il capogruppo e il capodelegazione italiano sono stati costanti, con lunghe telefonate, e hanno prodotto la strenua difesa della candidatura di Raffaele Fitto, di Fratelli d’Italia, da parte del PPE. Fitto ha un passato politico nella Democrazia Cristiana e in Forza Italia, il che lo rende gradito al PPE.
Dettagli dell’Intesa
L’intesa prevedrebbe l’approvazione dei sei vicepresidenti, più probabilmente il commissario ungherese, con la maggioranza dei due terzi a livello di coordinatori dei gruppi politici nelle singole commissioni competenti, senza andare al voto tra tutti i componenti delle commissioni stesse. Ursula von der Leyen, pur avendo incontrato più volte i dirigenti dei gruppi per attenuare le tensioni, si è tenuta fuori da tutta questa vicenda. La presidente eletta dovrebbe parlare in Aula e potrebbe lanciare qualche segnale.