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CON I CONIUGI ORNAT LA CULTURA POLACCA ED EBRAICA A ORTIGIA – Mikołajewski, ricorda i poeti Herbert e Stryjkowski

Ortigia non è solo un mix di storia, arte, monumenti e mare che attira ogni anno centinaia di migliaia di turisti. Da diversi anni è anche sede di numerosi eventi culturali. Di recente anche la cultura polacca ed ebraica si sta diffondendo tra le sue vie e i suoi palazzi.

Un paio di anni fa la svolta.

Ortigia, 20 ottobre 2022, Inaugurazione della libreria Austeria

I coniugi Małgorzata e Wojciech Ornat, importanti editori polacchi, comprano casa a Ortigia e aprono, in via della Giudecca 38, la libreria “Austeria – libri da scrivere” che vende anche dischi e oggetti tipici della tradizione ebraica. Il 20 ottobre 2022, la libreria è inaugurata nell’ambito del convegno “I tesori della Siracusa ebraica”. Presenti personalità illustri del mondo ebraico come: l’avv. Francois Moyse, Presidente dell’Associazione Europea per la Conservazione della Cultura e del Patrimonio Ebraico; il dottor Nicolò Bucaria, autore di numerosi articoli sull’archeologia e i beni culturali ebraici in Sicilia; Cesare Moscati, rabbino capo di Napoli; il prof. arch. David Cassuto, vicesindaco di Gerusalemme a metà degli anni 90 e punto di riferimento della comunità degli Italkim, gli italiani d’Israele. Nel discorso di inaugurazione, Małgorzata Ornat indica gli obiettivi: “la libreria della casa editrice Austeria aperta alla Giudecca – ha spiegato – non appartiene alla tipologia del business, penso che in poco tempo si trasformerà in piccolo centro in cui l’interesse per la cultura ebraica unirà e farà incontrare molte persone…”.

Siracusa, Liceo Corbino,27 gennaio 2023. Tra i relatori Salvatore Esposito e Małgorzata Ornat

Pochi mesi dopo, per il giorno della memoria, i coniugi Ornat incontrano studenti e docenti del Liceo Scientifico “Orso Mario Corbino” di Siracusa, nell’aula magna dell’Istituto, per la presentazione del libro “Talia”,editore Kerayles, che contiene un capitolo sui coniugi Ornat. Relazionano anche Małgorzata Ornat e Salvatore Esposito, già funzionario dell’Istituto Italiano di Cultura a Cracovia. Ampio spazio è dato al rapporto tra potere politico e scienza, alle leggi antiebraiche del 1938, alla Shoah e ai cosiddetti Bücherverbrennungen, i roghi di libri effettuati nel 1933 dalla Germania nazista per annientare la cultura ebraica. Proprio l’opposto di quello che propongono i coniugi Ornat che veicolano con i loro libri e con appositi convegni la cultura ebraica e polacca.

Ortigia, 26 ottobre 2024. Evento sulla letteratura polacca ed ebraica.

Per esempio, il 26 e 27 ottobre scorso la casa editrice Austeria, il Mazowiecki Instytut Kultury di Varsavia e l’Istituto Polacco di Roma hanno organizzato a Ortigia, nella terrazza Killichè che si affaccia sulla bellissima Piazza Duomo, un evento finalizzato a promuovere l’opera di due grandi scrittori polacchi Zbigniew Herbert (1924 – 1998) e Julian Stryjkowski (1905 – 1996). Ha fatto da perfetto anfitrione l’avv. Pucci Piccione, stimato professionista e promotore culturale. Dopo i saluti e l’introduzione di Magdalena Ulejczyk, direttore del Mazowiecki Instytut Kultury di Varsavia e di Małgorzata Ornat, che hanno promesso che organizzeranno altri eventi simili a Ortigia, ha relazionato Jarosław Mikołajewski, empatico e pluripremiato poeta e scrittore polacco che ha incantato l’uditorio raccontando vari aneddoti e leggendo brani scritti dai due autori.

Zbigniew Herbert

Il 26 ottobre Mikołajewski ha intrattenuto l’uditorio sul poeta, saggista e drammaturgo polacco Zbigniew Herbert di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Ed è stato ricordato anche con il concorso “Un manifesto per Herbert”, ideato da Jarosław Mikołajeski che l’ha organizzato in sinergia con Barbara Widlak, Preside del Dipartimento di Design dell’Accademia di Belle Arti di Cracovia, con la Casa Editrice Austeria, con l’Istituto Istituto Polacco di Roma.

Herbert è nato a Leopoli nel 1924 in una famiglia della media borghesia. La sua vita è sconvolta dalla seconda guerra mondiale e per vivere fa mille mestieri. “Quando era a corto di soldi vendeva persino il proprio sangue, quasi una metafora dolorosamente azzeccata della vita del poeta”, così scrive il poeta polacco Adam Zagajewski (1945-2021). Per Herbert la svolta arriva nel 1956 con la sua prima opera “Corda di Luce” che ha un successo enorme. Poeta dell’ironia storica, lo ha definito Czesław Miłosz (1911-2004), premio Nobel 1980 per la letteratura. Herbert ha sempre vissuto e scritto con ironia e leggerezza e con queste armi ha lottato contro l’insicurezza, la rabbia e il dolore fisico e ha descritto i drammi e le incoerenze del secolo scorso.  “Le sue poesie mostrano che la maggioranza delle nostre credenze, delle nostre convinzioni ed idee sociali, sono di pessimo gusto, anche solo per il fatto che le nutriamo sempre a spese degli altri”, così Josif Brodski, premio Nobel 1987 per la letteratura, commenta la poesia di Herbert che per impegno civico, opere e vita condotta è considerato un’autorità artistica e morale. Il Parlamento della Repubblica Polacca lo ha celebrato nel decennale della morte proclamando il 2008 Anno di Zbigniew Herbert.

Julian Stryjkowski

La giornata del 27 ottobre è dedicata a Julian Stryjkowski, pseudonimo di Pesach Stark, e al suo libro “L’uomo venuto da Narbona”. Stryjkowski,nasce nel 1905 a Stryj, vicino a Leopoli, in Galizia. Ma per lui: “Patria dello scrittore è il mondo. In questo mondo c’è una stradina dove lo scrittore è cresciuto” (Stryjkowski, 1972). La sua famiglia è molto povera, il padre è un religioso chassid, maestro di scuola elementare; la madre è “una semplice ebrea”. Nel 1941, con i nazisti a Leopoli, Stryjkowski si rifugia in Unione Sovietica e vi rimane per tutta la guerra, “gli anni più felici della mia vita” (Stryjkowski, 1981). Nel 1943 è a Mosca e, dopo aver saputo della distruzione del ghetto di Varsavia, scrive in polacco il suo primo romanzo: Glosy w ciemnoki (Voci nelle tenebre) ma “il ritmo del libro, la sua melodia interna è tradotta dal vivo dalla lingua jiddisch.” (Stryjkowski 1964). “Mi sentii allora come toccato dalla mano di Dio (…) capii che dovevo iniziare a scrivere, che dovevo porre una lapide alla memoria del mio popolo scomparso… vero ruolo della letteratura è quasi sempre il far perdurare ciò che è morto. Letteratura come epitaffio del mondo” (Stryjkowski,1971). “…venni a sapere dell’insurrezione del ghetto di Varsavia…da un giorno all’altro aveva cessato di esistere il popolo ebraico, che dopo lo sterminio era di nuovo il mio. Un ebreo comunista non è più ebreo. Ma io di nuovo mi sentii ebreo.” (Stryjkowski 1985). Il romanzo: Glosy w ciemnoki sarà pubblicato solo nel 1956. Nel 1951, scrive il suo maggior successo editoriale, Bieg do Fragalà, (La corsa a Fragalà), sulla strage del 29 ottobre 1949 a Melissa (Crotone). Le illustrazioni del libro sono di Renato Guttuso. La strage di Melissa è ricordata da Paolo Di Stefano sul “Corriere della Sera” del 5 novembre 2024. Quel giorno la celere sparò sui braccianti che avevano occupato il fondo detto Fragalà del barone Luigi Berlingeri, per chiedere la distribuzione delle terre incolte promessa dalle leggi agrarie. Morirono Francesco Nigro di 29 anni, Giovanni Zito, di 15 anni, e Angelina Mauro, di 23 anni. Stryjkowski nel libro cambia il finale che si conclude con una vittoria delle istanze marxiste dei contadini in lotta. Per questo libro è espulso dall’Italia da De Gasperi ma in Polonia vince il Primo Premio Statale e ha la solidarietà di diversi intellettuali stranieri e italiani. Tra questi Tommaso Fiore (1884-1973) che ha scritto più volte sulle condizioni disumane dei contadini meridionali e sul rapporto tra intellettuali e potere. Nel 1962, Stryjkowski, pubblica Czarna róZa (Rosa nera), sull’ambiente comunista a Leopoli prima della guerra. Il libro suscita polemiche e Stryjkowski scompare quasi totalmente dalla vita pubblica. Nel 1966, un altro successo, Austeria, La Locanda, ambientato in un villaggio della Galizia. Nello stesso anno, 1966, lascia il Partito Operaio Unificato Polacco per protesta per l’espulsione di Leszek Kołakowski (1927-2009). “Subisco una forte influenza dalla tragedia greca. Nella mia prosa sono fortemente collegate la tragedia greca e la tragedia ebraica”, ha detto Stryjkowski. Chissà se almeno una volta ha assistito alle tragedie greche rappresentate al Teatro Greco di Siracusa.  Ma è la tragedia del popolo ebraico l’ossessione di Stryjkowski. “Ogni ebreo ha una gobba sull’anima. Sono gli stracci della schiavitù. Di duemila anni di schiavitù”.  Nel 1985, scrive L’uomo venuto da Narbona, un libro sull’Inquisizione e sull’espulsione degli Ebrei dai territori spagnoli, provocata dai re cattolici Ferdinando II di Aragona e Isabella di Castiglia col “decreto dell’Alhambra” del 31 marzo 1492, se un ebreo che non accetta questo editto viene trovato in questi domini o vi ritorni, sarà condannato a morte e alla confisca delle sue proprietà. Anche la Sicilia, in quel periodo territorio spagnolo, è coinvolta. Infatti, vi abitavano circa 40.000 ebrei e le comunità più numerose erano a Palermo e a Siracusa, con circa 5000 anime ciascuna. Decine di migliaia di ebrei lasciarono l’isola. Rimasero quelli che si convertirono al cattolicesimo, con la Santa Inquisizione che verificava se la conversione era veritiera.

Jarosław Mikołajewski

Mikołajewski affronta, in modo marginale, il tema della cacciata degli ebrei nel suo libro “Appunti siracusani” scritto nel 2023 per la casa editrice Austeria. Non gli basta motivarla per il bisogno di soldi che aveva la Spagna per finanziare il viaggio di Colombo. Prende spunto dal proverbio siciliano: pi la Bambina/ Lu sangu a lavina, prima la Bambina, poi la lavina. Per lavina di sangue, scrive il poeta polacco, si intende la sommossa sanguinosa contro gli ebrei del popolo siciliano a Modica, durante la festa dell’Assunzione di Maria Vergine, il 15 agosto 1474 che provoca la morte di almeno 360 ebrei. Conclude Mikołajewski che Ferdinando II, che aveva spedito la “Santa Maria” nell’oceano, doveva aver avvertito il sostegno degli umori popolari. In effetti, c’era un clima di antisemitismo in tutta l’Europa cattolica, con la compiacenza della Chiesa e della corona di Aragona. In questo contesto, onore al viceré della Sicilia, Fernando de Acuna y de Herrera, contrario alla cacciata degli ebrei. Come è scritto nella “Treccani”, non accettò supinamente le disposizioni della corte, mise sotto la sua protezione tutti gli ebrei del Regno, proibendo che si procedesse in via giudiziaria contro di essi e prorogando i tempi dell’esodo al gennaio 1493. Per questa accondiscendenza verso i perseguitati il viceré fu ammonito da Ferdinando II.

Modica, 22 settembre 2024.  Targa a perenne monito

Mi sono soffermato sull’espulsione degli ebrei del 1492 e sull’eccidio di 550 anni fa, perché oggi l’antisemitismo sta tornando di moda. È un brutto termine “di moda”, ma “antisemitismo” è molto più brutto.

In conclusione, come dice Don Luca Bandiera, parroco di Palazzolo Acreide, cultore dell’ebraismo e dal 1998 artefice di numerose missioni umanitarie in Madagascar: “L’apertura della libreria ebraica Austeria è un’opportunità che può favorire la valorizzazione delle bellezze storiche ed artistiche cristiane ed ebree e anche l’amicizia tra cristiani ed ebrei. Il camminare insieme”. Herbert e Stryjkowski, ma anche Mikołajewski, sono poeti e scrittori da studiare e leggere, per l’acutezza dei loro scritti, per il contenuto storico, sociale e mistico dei loro libri e per il loro stile narrativo. L’augurio è che altri eventi vengano proposti dalla casa editrice Austeria, dall’Istituto Polacco di Roma e dall’Mazowiecki Instytut Kultury di Varsavia nella città di Archimede, che trenta anni fa, il 5 e il 6 novembre 1994, ha avuto l’onore di accogliere in visita pastorale il Papa polacco Giovanni Paolo II che dieci anni fa, il 27 aprile 2014, è stato proclamato Santo da Papa Francesco.

Data:

10 Novembre 2024

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