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CONDONO VIA LO SCUDO PER I CAPITALI ALL’ESTERO E NON PUNIBILITÀ PENALE

CONDONO VIA LO SCUDO PER I CAPITALI ALL’ESTERO E NON PUNIBILITÀ PENALE

Accordo in Consiglio dei ministri sulla querelle sorta sul decreto fiscale. Ora c’è la “stesura definitiva” e “pieno accordo”, ha detto il premier Giuseppe Conte al termine del Cdm. Il provvedimento, orientativamente, dovrebbe essere bollinato, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, lunedì e andare martedì in Gazzetta ufficiale.

SCUDO PER I CAPITALI ALL’ESTERO E NON PUNIBILITÀ PENALE – Via la non punibilità penale e lo scudo per i capitali all’estero. “A scanso di equivoci abbiamo valutato – ha spiegato – che tutto sommato poteva prestarsi a equivoci qualche causa di non punibilità, che avrebbe consentito di stimolare contribuenti ad aderire ma avrebbe dato un segnale di fraintendimento, quindi non ci sarà nessuna causa di non punibilità“.

IL TETTO DI 100MILA EURO – I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rispondendo alle domande dei cronisti a Palazzo Chigi, hanno precisato che la dichiarazione integrativa varrà “solo su base annua, sui 100mila euro di imponibile. Non per singola imposta”, dunque non verrà consentito di cumulare lo ’sconto’.

NIENTE SCONTI AGLI EVASORI – Non ci saranno sconti neanche per gli evasori. Delle misure di pax fiscale “beneficeranno solo coloro che hanno fatto dichiarazione dei redditi”, ma che “per difficoltà” non sono riusciti a saldare i conti con lo Stato, ha spiegato Salvini. “Finalmente – ha sottolineato – si chiudono due-tre giorni surreali, nessuno aveva voglia di scudare, condonare o regalare a nessuno”. “Le polemiche di questi giorni invece di portare a un passo indietro, hanno portato a un passo avanti”, ha sottolineato.

SALDO E STRALCIO – “Chiudiamo questa settimana con serenità, fiducia, compattezza con l’impegno, qui ci sono tre uomini di parola, che – ha spiegato – in sede di conversione di decreto troverà spazio il ’saldo e stralcio’ per chi si trova in oggettive e certificate difficoltà economiche“. “Abbiamo concordato che in sede di conversione del decreto legge – ha confermato Conte – troveremo una formulazione adeguata a tutti i contribuenti che versano in situazioni di oggettiva difficoltà economia”. “In sostanza – ha aggiunto – consentiremo un ravvedimento operoso” per “andare incontro a chi si trova in oggettive e comprovante difficoltà economiche”. “Sono molto contento – ha detto Di Maio – perché potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà, ribadendo all’unanimità in Cdm che non c’è nessuna volontà di favorire chi ha capitali all’estero”. “Grazie a questo decreto – ha sottolineato – nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti”.

NESSUNA PATRIMONIALE – Di Maio, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, ha anche precisato che nel governo non c’è intenzione di varare “nessuna patrimoniale”.

IL CASO DELLA ’MANINA’ – Tornando su quanto avvenuto nel Cdm di lunedì scorso, Conte ha detto: “Essendo io anche il garante, ci tengo” a fare chiarezza sulla storia dell’ormai famosa ’manina’, “anche perché siamo il governo non solo del cambiamento ma anche della trasparenza”. “E’ stato raggiunto un accordo politico in zona Cesarini, poco prima di entrare in Cdm – ha spiegato -. E’ successo spesso in passato che non ci fosse nemmeno un testo scritto. Questa volta sull’articolo 9, che non era presente nell’articolato originale con cui siamo entrati in riunione” il testo non c’era inizialmente. “Mi è stato portato questo foglio con l’articolo 9. Ovviamente se anche faccio leggere una norma di natura fiscale a un commercialista è molto complessa, ho preferito dunque io riassumere i termini dell’accordo politico raggiunto, riservandoci poi di valutare la trascrizione tecnica. Il problema è nato perché, dopo le opportune verifiche, ci siamo resi conto che non rispecchiava l’accordo politico, quindi c’è stato bisogno di questo passaggio che ha portato a un’ulteriore deliberazione del Cdm”.

LA LETTERA DELL’UE – Riguardo all’altro punto all’ordine del giorno del Cdm, ovvero la lettera dei commissari europei, Conte ha sottolineato: “In Europa c’è un clima di disponibilità al dialogo“. Da una previsione di deficit dello 0,8% “ci trovavamo già all’1,2% e se aggiungiamo le clausole di salvaguardia che valgono lo 0,7% finiamo vicini al 2%. Sembra che – ha osservato – siamo balzati al 2,4% con una manovra arrischiata, ma la verità è che puntiamo sugli investimenti che non stiamo auspicando in modo fideistico ma che sono supportati da riforme strutturali”. “In questo momento la cosa più importante è spiegare come e perché è stata impostata questa manovra” e per questo “raggiungerò Juncker nelle prossime settimane”. C’è stata comunque, per il premier, “molta attenzione da parte dei leader europei, abbiamo delineato una prospettiva ambiziosa, perché stiamo varando il piano riforme strutturali più ambizioso” di sempre. Con l’Europa – spiega – “dobbiamo confrontarci e spiegare perché siamo convinti di non avere gonfiato” il deficit: se la nostra manovra “non fosse stata meditata avremmo dovuto dire ’avete ragione’ ma qui si tratta di comprendere i contenuti della manovra e interloquire”. “La nostra posizione è che siamo in Europa, ci siamo molto comodi, vogliamo esercitare le nostre prerogative di stato per l’indirizzo economico ma riconosciamo gli interlocutori europei, e ci siederemo al tavolo per un dialogo leale e un confronto costruttivo e sereno”.

EURO – Salvini da parte sua ha ribadito: “Non c’è e non ci sarà nessun proposito di uscire dall’Unione europea o dal sistema della moneta unica. Stiamo bene in un continente, tranne – ha aggiunto richiamando lo scontro con la Francia sul respingimento dei migranti – ai confini della Francia”. Anche Di Maio ha sottolineato: “Non c’è nessuna volontà di lasciare” l’Unione europea, “i prossimi 6-7 mesi sono importanti perché arriveranno dalle istanze di cambiamento” per “cambiare l’Europa”. Su questo, “decideranno i cittadini con le prossime elezioni”. “Riconosciamo le istituzioni europee e ci sederemo al tavolo per discutere le istanze di questa manovra”, ha concluso.

Boom di partecipanti alla Leopolda

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Partecipazione record alla nona edizione della Leopolda dal titolo “Ritorno al futuro”. La kermesse di Matteo Renzi, che si svolge a Firenze fino a domani, sta registrando numeri da primato rispetto alle precedenti edizioni. Dopo la partenza con il “botto” di ieri sera, quando si è registrato una grande affluenza con oltre 4000 presenze, circa il doppio rispetto alle prime serate più affollate delle precedenti edizioni, oggi il pubblico è doppio rispetto agli anni scorsi.

Si parla di circa 6mila persone presenti nei padiglioni nel secondo giorno, anche se ancora non ci sono cifre ufficiali. Un migliaio di persone, per motivi di sicurezza, non sono riuscite a entrare nella storica stazione ottocentesca e sono rimasti fuori dai cancelli. Secondo quanto ha detto Matteo Renzi dal palco, circa 700-800 persone hanno seguito i lavori dai maxi schermi installati fuori dalla Leopolda.

Pd, Minniti non scioglie la riserva sulla candidatura

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Marco Minniti scioglierà la riserva sulla sua eventuale corsa alla segreteria del Pd nei primi giorni di novembre dopo la conferenza programmatica del partito di fine ottobre a Milano. “Candidarmi alla segreteria del Pd? Al momento no“, si limita a rispondere l’ex ministro dell’Interno ai giornalisti durante la sua presenza alla Leopolda 9 in corso a Firenze. Una nota dell’ufficio stampa del Pd chiarisce poi che “la risposta ’al momento no’ di Minniti era relativa alla domanda se avesse deciso o meno di candidarsi. Come ripete da giorni infatti l’ex ministro la decisione – si spiega – verrà presa al momento opportuno”.

Il segretario del partito democratico, Maurizio Martina, in relazione alle dichiarazioni di Minniti, ha detto: “Tutti i ragionamenti sono prematuri e in ogni caso non tocca a me dire cosa devono fare i candidati che intendono mettersi in campo”. “Quello che mi interessa è dire – ha aggiunto – che dobbiamo fare un congresso ampio e partecipato. E importante che tutte le proposte che si metteranno in campo offrano al Pd una risposta forte di rapporto col Paese reale”, conclude Martina.

Azzurre ko, addio sogno Mondiale

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Finisce al 5° set il sogno dell’Italvolley femminile di vincere il secondo titolo mondiale della propria storia. Nella finale iridata di Yokohama le azzurre cedono al tie-break 3-2 alla Serbia con parziali di 21-25, 25-14, 23-25, 25-19, 15-12.

Un risultato comunque fantastico, arrivato al termine di tre settimane indimenticabili per tutta la pallavolo italiana. Le ragazze di Davide Mazzanti, infatti, a partire dalla fase di Sapporo, con in mezzo Osaka e Nagoya, sino a Yokohama, hanno entusiasmato appassionati e critica per il bel gioco e la grande determinazione messa in campo: il percorso di marcia nel Mondiale registra 11 vittorie e 2 sole sconfitte.

Nell’ultimo atto Chirichella e compagne non ce l’hanno fatta a prendersi la rivincita sulle campionesse europee della Serbia, unica squadra a sconfiggere le azzurre nel torneo: prima a Nagoya e oggi a Yokohama. A distanza di sedici anni (oro Mondiale a Berlino 2002), dunque, l’Italia è tornata a conquistare una medaglia in una rassegna iridata e lo ha fatto con una squadra giovanissima: l’età media delle quattordici azzurre è inferiore a 23 anni e per ben 10 di esse si trattava del primo Mondiale.

La medaglia d’Argento porta forte, inoltre, la firma del Club Italia, ben 9 atlete hanno fatto o fanno parte del progetto federale: Fahr, Nwakalor, Pietrini, Lubian, Chirichella, Egonu, Danesi, Malinov e Ortolani. L’architetto di quest’Italia è ovviamente il commissario tecnico Davide Mazzanti che dopo una lunga fase di preparazione ha assemblato una squadra con un’identità precisa, ben organizzata in campo, ma allo stesso tempo libera di esprimere le proprie doti.

Il perfetto mix ha messo così in risalto le qualità di tutte le azzurre: Paola Egonu è stata semplicemente inarrestabile per tutto il torneo; Malinov ha guidato la squadra con velocità e ispirazione; Sylla ha scaricato tutta la sua grinta in attacco; Bosetti si è confermata elemento imprescindibile per ordine ed equilibrio; Danesi è stata implacabile a muro; De Gennaro non ha avuto eguali in ricezione e difesa; a capitanare tutte è stata Cristina Chirichella, sempre più leader del gruppo.

“Perdere così brucia un po’. Abbiamo lottato fino alla fine, credo che tra qualche giorno apprezzeremo di più questa medaglia d’argento”, sono le parole della capitana delle azzurre. “Abbiamo dimostrato la nostra forza, tanta la grinta che abbiamo messo in campo -aggiunge Chirichella- Conquistare una medaglia in un Mondiale è bellissimo. Ora, a caldo dopo questa sconfitta, faccio un po’ fatica ad apprezzarla, ma per noi è comunque un risultato importante”.

Il ct dell’Italvolley femminile, Davide Mazzanti, dice: “Siamo arrivati qui sognando di giocare questa partita. Il percorso è stato fantastico, al di là del colore della medaglia dobbiamo tenerci stretti il modo in cui siamo arrivati fin qui. Sarà importante per il futuro e per il nostro percorso di crescita”. “Ora, a questo punto, sarà anche importante gestire con responsabilità questo momento in cui i riflettori si sono accesi su di noi – prosegue Mazzanti -. Voglio ringraziare tutte le persone e le ragazze che hanno partecipato al nostro percorso iniziato due anni fa e che si è concluso con questa straordinaria medaglia d’argento. Le ragazze si sono rese protagoniste di un salto di qualità eccezionale, arrivato proprio nel momento più importante dopo aver avuto anche momenti in cui abbiamo vacillato perché le cose non venivano come speravamo’’.

Mancata la medaglia d’oro per le azzurre della pallavolo c’è la consolazione di ben 4 premi individuali: Monica De Gennaro è stata votata miglior libero dei mondiali, Miriam Sylla miglior schiacciatrice, Paola Egonu miglior opposto e Ofelia Malinov miglior palleggiatrice.

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20 Ottobre 2018