La inarrestabile corsa della Cina verso sempre nuovi e ‘appetitosi’ mercati, se da una parte la pongono sul gradino più alto della scala economica mondiale dall’altra la rendono cinica e indifferente alle richieste di libertà e democrazia che i giovani cinesi ancora chiedono senza però manifestare come fecero nel giugno del 1989 in piazza Tien an men quando , dopo giorni di protesta pacifica, furono improvvisamente assaliti dagli ordini dati dall’allora governo in carica.
E fu una strage di giovani innocenti che, con quell’ ultimo atto di speranza e di fede nella libertà, offrirono il loro sangue alla storia perché tingesse di rosso le colpe di quei tiranni che forse ancora oggi decidono della vita e della morte dei giovani di Hong Kong.
Assuefatti per anni ad una forma di governo democratico garantista della libertà di espressione, di scelta politica e di vita, ora i giovani di Hong Kong percepiscono l’avvicinarsi minaccioso di una possibile forza militare che li costringa al silenzio ed alla sottomissione proprio come accadde in quella lugubre e triste primavera della storia contemporanea cinese del 1989.
“I Paesi stranieri non interferiscano” è stato il monito rivolto ovviamente all’ Occidente democratico. Se questi paesi, a cui la Cina ha implicitamente rivolto il suo avvertimento, avessero in se stessi il seme dello Spirito indomito di un piccolo grande uomo che si chiamava Gandhi , forse potrebbero rispondere compatti con un altrettanto avvertimento, cioè, con una chiara e coraggiosa sottoscrizione secondo la quale nessun prodotto di fabbricazione cinese verrebbe mai acquistato fino a che non verrebbe riconosciuto dalla stessa autorità cinese il diritto dei cittadini di Hong Kong di ottenere quanto era stato concordato con la Gran Bretagna. Una risposta a dir poco surreale visto lo strapotere economico dei cinesi in Italia ai quali è comunque garantita libertà totale nella diffusione indiscriminata di piccoli centri commerciali che spuntano come funghi in ogni angolo delle città italiane e non.
Ma la storia insegna e, nel caso in questione, i lettori ricorderanno lo storico boicottaggio dell’India contro la Gran Bretagna (1917-1949) quando , nella lotta per l’indipendenza, il Mahatma Gandhi, primo a formulare la teoria del Satyagraha, ovvero la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile ispirando personaggi come Martin Luther King, Nelson Mandela , Aung San Suu Kyi e non ultimo il nostro Pannella per le sue battaglie civili, si adoperò per l’autosufficienza dell’India (Swadeshi) dalla economia inglese con la storica Marcia del Sale, (1930) affermando che:”un paese rimane in povertà , materiale e spirituale, se non sviluppa il suo artigianato e le sue industrie e vive…. importando manufatti dall’estero.” Una situazione quella dell’India certamente non paragonabile alla nostra Europa che dalla Cina ormai dipende quasi per ogni sua necessità, ma che è sinonimo di un malessere che continua a piegare l’economia europea, con qualche eccezione, in particolare nel campo manifatturiero e oggi con le sanzioni alla Russia, anche in quello ortofrutticolo ed energetico. La nostra Europa forse non ha lo slancio spirituale di un uomo come Gandhi e continua a lasciarsi guidare da chi nel mercato mondiale continua a dettar legge, e nel proprio paese, a reprimere ogni ideale di libertà.
Dunque mentre la Cina continua a marciare spedita come una falange romana investendo ingenti capitali anche in Africa settentrionale e nel Medio Oriente dove la presenza di cinesi è notevolissima; mentre con Brasile, Russia, India e Sud Africa ( BRICS) firma un accordo (15 luglio 2014) per la creazione della New Development Bank (NDB) alternativo al Fondo Monetario Internazionale con sede a Shangai; mentre espande la sua cultura creando in ogni parte del globo Istituti Confucio all’interno di Università e Classi Confucio in scuole di grado inferiore tramite accordi tra le parti, questa grande Cina rimane il paese più inquinante del mondo con il 13% di emissioni di biossido di carbonio (Europa 4,5), rendendosi corresponsabile delle più gravi sciagure risultanti dal cambiamento climatico.
Abbatte croci e chiese cristiane ( 360 come da un reportage della CNN); tollera la persecuzione di cristiani nella provincia di Zhejiang, una persecuzione a detta del reporter della CNN, più grave anche di quella avvenuta durante la Rivoluzione Culturale, e chiude le scuole cristiane come quella di eccellenza di Fuyang di recente demolita con il pretesto che gli estintori non erano a norma, oltre a vietare i genitori dall’inviare i propri figli in quella struttura. ( Osservatorio per la Cristianofobia).
Dunque l’economia cinese avanza e noi italiani scendiamo sempre più nelle esportazioni. Gli investimenti diretti esteri (Ide) sono di gran lunga inferiori a quelli di altri paesi europei per la mancanza di vere e proprie multinazionali .Infatti come si legge in : Orizzonte Cina , gli investimenti italiani nelle province cinesi, dal 2003 al 2011 sono stati solo del 2%, causa le difficoltà nell’affrontare appunto mercati così distanti e rischiosi.
Mentre il mondo guarda l’ascesa di una superpotenza che potrebbe anche in futuro cambiare i destini degli uomini , noi europei non abbiamo altra scelta che attendere le decisioni di Pechino circa il destino dei cittadini di Hong Kong poiché lo stesso con la frase suddetta “I paesi stranieri non interferiscano “, ha già emesso il suo verdetto, quello di una Repubblica Popolare che si connota come Sovrano e giudice assoluto nel mondo , poiché in quella frase c’è già il seme di un comando politico-militare pericoloso che potrebbe crescere e abbattersi anche sull’occidente.
L’opinione di Ronald Coase ,premio Nobel per l’Economia nel 1991 e di Ning Wang professore alla Arizona State University , autori dell’libro, ‘Come la CINA è diventata un paese CAPITALISTA’ , sul futuro della economia cinese è emblematica: “Il potenziale di crescita della Cina è ancora enorme, tuttavia può essere ostacolato dalla propensione dei leader del partito unico a controllare e indirizzare non solo l’economia , ma anche le idee e la vita delle persone.” Potrebbe essere questa la chiave di volta per un suo declassamento nella lista dei paesi economicamente più forti?