L’emergenza epidemiologica che ha interessato anche il nostro paese, per il Covid19, ha fatto si che la maggior parte delle attività legali venissero svolte da remoto e così lo è stato anche per le consulenze tecniche di ufficio (C. T. U.) che interessano le coppie che si separano e che vogliono una modifica del regime affidatario dei figli.
La maggior parte delle udienze in Tribunale, durante il periodo del Covid19, sono state interessate dalle attività da remoto, ovvero tramite l’utilizzo dell’online.
La legge di conversione (L. 27/20) ha altresì previsto la possibilità, anche per i C. T. U. psicologi, di svolgere la loro attività “da remoto” in modo che sia comunque assicurato il contraddittorio e l’effettiva partecipazione delle Parti
Per quel che concerne le C. T. U. da remoto, l’incarico parte per trattazione scritta, ed il Giudice effettua la nomina ed il giuramento del consulente, affida i quesiti (articoli 22 e 23 disp. att c.p.c.) e vengono nominati i CC. TT. PP, laddove ve ne siano.
Il consulente che accetta l’incarico chiede un periodo per l’espletamento delle operazioni peritali, di potersi avvalere di un ausiliario e di videoregistrare, proprio come avviene in udienza in presenza.
Il Ctu dovrà svolgere le operazioni peritali da remoto, significa che dal proprio studio dovrà avvalersi di link che dovrà inviare a chi parteciperà; potrà avvalersi di piattaforme quali Skype o videochiamate whatsapp.
Per la migliore riuscita delle riunioni in videoconferenza da remoto è opportuno che il consulente comunichi il modo in cui si svolgeranno gli incontri, almeno il giorno prima per fare in modo che tutti gli attori coinvolti non abbiano problemi nel partecipare.
Il CTU deve comunicare il tutto tramite pec; importante quindi che la propria pec sia attiva (tramite il portale dell’ordine degli psicologi).
È molto importante che alla fine di ogni incontro, il C. T. U. rediga un verbale che deve essere letto, eventualmente integrato da qualche richiesta od affermazione delle parti e poi inviato ai partecipanti.
La consulenza che avviene da remoto ha creato molte perplessità ma allo stesso tempo ha risolto molti problemi, basti pensare alle persone impossibilitate nel presenziare per problemi fisici o di trasporto (quali magari i nonni dei minori); ha velocizzato la tempistica degli incontri con i servizi sociali (laddove sono stati interessati) o dei CC. TT. PP impossibilitati a presenziare perché molto impegnati lavorativamente.
Sono state tante le controversie e la comunità scientifica si è interrogata molto in merito a queste attività, che sono comunque a discrezione del Giudice.
difatti sono ancora oggi, data la facilità dei percorsi che vengono messi in atto, le consulenze che vengono svolte da remoto, in quanto velocizzano le operazioni e, spesso, le rendono molto più pratiche.