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Conte: “Deficit al 2,04%”

Conte: “Deficit al 2,04%”

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“Buoni progressi”. L’incontro a Bruxelles sulla manovra economica tra il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, registra dei passi avanti. Juncker, riferisce un portavoce della Commissione, “ha ascoltato attentamente il primo ministro Giuseppe Conte e gli argomenti che ha presentato. Sono stati fatti buoni progressi, la Commissione ora valuterà le proposte ricevute questo pomeriggio. Il lavoro continuerà nei prossimi giorni”.

Nella manovra così come presentata alla Commissione Europea oggi, dice il premier Giuseppe Conte, annunciando a Bruxelles un “deficit al 2,04%” e non come originariamente previsto “al 2,4%” ma le misure restano. “Le relazioni tecniche – afferma – ci hanno consentito un margine di negoziazione, perché abbiamo recuperato alcune risorse finanziarie. Eravamo stati molto prudenti. E queste risorse finanziarie le stiamo usando adesso per questa negoziazione in corso con la Commissione”. Il premier garantisce comunque il rispetto degli “impegni presi, con particolare riguardo alle misure di riforma che hanno un maggiore impatto sociale: reddito di cittadinanza e quota 100, perché rispettiamo sia la platea dei destinatari che avevamo preannunciato sia gli importi di cui beneficeranno i destinatari”. “Io sto lavorando per evitare all’Italia la procedura per debito – sottolinea -. Sono molto ambizioso, non mi sarei seduto al tavolo per un risultato minore”. Reddito di cittadinanza e quota 100 “entreranno in vigore come è stato preannunciato: gli importi, la platea, non rinunciamo a nulla”, ripete Conte di ritorno a Roma per la “riunione” con i due vicepremier Di Maio e Salvini. “Ancora al lavoro per gli italiani – twitta il ministro dell’Interno -, per mantenere gli impegni presi sul diritto al lavoro, alla pensione, alla salute e alla sicurezza, cercando di evitare sanzioni e problemi con Europa e mercati. Io ci credo e non mollo”. Il premier Conte giovedì tornerà a Bruxelles con il ministro dell’Economia Giovanni Tria, per continuare il confronto con la Commissione Europea sulla manovra, mentre fino a venerdì parteciperà all’Euro Summit.

“Noi abbiamo fatto il massimo che potevamo con il 2,04” dicono fonti di Palazzo Chigi all’Adnkronos, rispondendo alla domanda se vi sia accordo tra governo italiano e vertici Ue sulla decisione di fissare l’asticella del deficit al 2,04%. “Ora c’è da sistemare” il tutto “dal punto di vista tecnico perché la proposta” alla Commissione Ue “è arrivata solo poche ore prima. E quindi va analizzata e verificata nel dettaglio”.

Nei vertici M5S, in queste ore decisive per la trattativa con Bruxelles sulla manovra, a quanto apprende l’Adnkronos c’è soddisfazione per la proposta messa sul tavolo europeo dal premier Giuseppe Conte. ’’Se non toccano reddito di cittadinanza e quota 100, va benissimo chiudere a 2,04’’. Dopo settimane difficili, si respira un cauto ottimismo, viene riferito.

Intanto, il governo ha posto la fiducia alla Camera sul decreto fiscale. L’annuncio è stato dato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro. La votazione per appello nominale del ddl di conversione del decreto fiscale (già approvato dal Senato e in scadenza il prossimo 22 dicembre), avrà inizio giovedì alle 11.30, con dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi a partire dalle 10. Seguiranno l’esame degli ordini del giorno e il voto finale sul provvedimento.

Istat: cala l’occupazione

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Il terzo trimestre 2018 si caratterizza per una diminuzione dell’occupazione rispetto al trimestre precedente, in un contesto di calo della disoccupazione e aumento dell’inattività. Lo comunica l’Istat in una analisi in cui segnala come il numero di persone occupate diminuisce di 52 mila unità rispetto al trimestre precedente (-0,2%) a seguito del calo dei dipendenti permanenti e degli indipendenti non compensato dall’ulteriore aumento dei dipendenti a termine. Il tasso di occupazione rimane stabile al 58,7%.

Sono dinamiche congiunturali del mercato del lavoro – spiega l’istituto – che riflettono il calo dei livelli di attività economica rilevato nello stesso periodo, con una flessione del Pil (-0,1%), dopo quattordici trimestri di espansione. Con riferimento all’input di lavoro, nonostante la flessione congiunturale del Pil, nel nostro Paese si rileva una crescita delle ore lavorate sia su base congiunturale (+0,5%) sia in termini tendenziali (+1,2%).

A ottobre, comunque, al netto della stagionalità, il tasso di occupazione rimane invariato e il numero di occupati mostra una sostanziale stabilità rispetto a settembre, sintesi del calo degli indipendenti e dei dipendenti a termine, dopo sette mesi di crescita, e di un aumento dei dipendenti permanenti.

Su base annua invece si registra una crescita di 147 mila occupati (+0,6% in un anno), dovuta ai dipendenti a termine e agli indipendenti (+316 mila e +53 mila, rispettivamente) a fronte del calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-222 mila). Nel terzo trimestre del 2018 l’incidenza dei lavoratori dipendenti a termine sul totale dei dipendenti raggiunge il 17,9% (+1,7 punti). Si conferma poi – per il sedicesimo trimestre di fila – l’incremento degli occupati a tempo pieno; diminuiscono i lavoratori a tempo parziale, ad eccezione della componente involontaria per la quale l’incidenza sale al 64,0% (+2,9 punti) dei lavoratori a tempo parziale e all’11,6% del totale degli occupati.

L’Istat segnala un calo – congiunturale e tendenziale – del tasso di disoccupazione, un andamento che si associa a un aumento del tasso di inattività delle persone con 15-64 anni. A ottobre invece la crescita del tasso di disoccupazione è contestuale al calo di quello di inattività.

Su base annua per il sesto trimestre consecutivo prosegue a ritmi più sostenuti la diminuzione dei disoccupati (-332 mila in un anno, -12,1%) che interessa entrambi i generi, le diverse aree territoriali e tutte le classi di età. Dopo dieci trimestri di calo ininterrotto, tornano a crescere gli inattivi di 15-64 anni (+79 mila, 0,6%) a seguito dell’aumento tra i giovani.

Nei dati di flusso diminuiscono le permanenze nell’occupazione, soprattutto per i giovani di 15-34 anni e gli stranieri. Dalla disoccupazione aumentano principalmente le transizioni verso l’inattività, che più spesso coinvolgono i giovani di 15-24 anni e le donne.

Alitalia, Di Maio: “Non ci dovranno essere esuberi”

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Un nuovo piano industriale entro fine gennaio che vedrà, come principali attori, le Ferrovie dello Stato, e partner internazionali. È questo il fulcro dell’operazione Alitalia che, sulla falsariga delle altre compagnie europee, vedrà un ingresso diretto del Mef con una quota intorno al 14%, ora allo studio del Governo e che sarà oggetto di una trattativa con l’Unione europea, nel capitale della newco che verrà costituita. Nel giorno in cui il Governo proroga per altri sei mesi la scadenza per la restituzione del prestito ponte di 900 milioni , più gli interessi, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi di Maio, fa il punto con i sindacati sui lavori in corso per il rilancio della ex compagnia di bandiera. “Abbiamo un occhio particolare ai livelli occupazionali: non ci dovranno essere esuberi” dice Di Maio. Rilancio, appunto, con la massima tutela dell’occupazione sul modello Ilva, e non salvataggio, tiene a puntualizzare il vicepremier ai rappresentanti delle 16 sigle sindacali, confederali, autonome e associazioni professionali di categoria, presenti oggi al tavolo al Mise, insieme alla terna commissariale. È questo, infatti, il concetto chiave per il futuro di Alitalia sottolineato dal ministro Di Maio nel corso dell’incontro, durato circa due ore. “Sono molto fiducioso che Alitalia possa essere rilanciata e essere all’altezza delle sfide sui mercati e che gli italiani non debbano metterci più soldi”, assicura. Stiamo lavorando -spiega il vicepremier-. Le Ferrovie hanno fatto la propria offerta vincolante e c’è tanto interesse sui mercati e questa, finalmente, può essere una grande occasione per andare a prendere i turisti e portarli In Italia”.

E nei due mesi esatti passati dall’ultimo incontro con i sindacati sono state compiuti passi avanti e gettate le fondamenta del progetto: “stiamo mantenendo le promesse fatte il 12 ottobre scorso. Le Ferrovie infatti hanno presentato la propria offerta vincolante ed entro il 31 gennaio ci sarà il piano industriale e insieme a soggetti di mercato, che -chiosa – è una delle condizioni vincolanti che hanno posto le Ferrovie quando hanno presentato la loro proposta. A questo – prosegue – si aggiunge l’ipotesi di una partecipazione diretta dello Stato, che fa parte dell’interlocuzione con l’Unione europea”. Insomma, per Di Maio “si può ora dire che non stiamo più lavorando al salvataggio ma al rilancio della compagnia e se vogliamo, possiamo avere la prima azienda al mondo ferro-aereo-gomma. Ora abbiamo già i presupposti per poter arrivare a gennaio a un piano industriale che vede al centro Fs e uno o più partner industriali”. Una ricerca, quella del partner, che è in corso “senza pregiudizi”. “Le manifestazioni di interesse sono arrivate solo da EasyJet e Delta ma non ho alcun pregiudizio verso altri attori e alle Ferrovie nessuno nega di poter ricercare partner oltre a chi ha presentato le offerte”, dice Di Maio. “Se le Ferrovie dovessero trovare un altro partner, potranno sicuramente costruire un piano insieme a lui”, precisa ancora. Sulla possibilità che Delta e EasyJet possano costituire un consorzio in vista di una partnership con Alitalia, “questo chiedetelo a Delta e EasyJet”, ha risposto Di Maio. “A gennaio -ha poi aggiunto- i tempi saranno maturi per avere e valutare un piano abbastanza dettagliato”. In attesa che le Ferrovie concludano la loro confirmatory due diligence, come previsto dell’offerta vincolante, l’orizzonte temporale dell’operazione Alitalia si sposta al nuovo anno. Prudenti i sindacati, che, comunque, sottolineano le rassicurazioni ottenute oggi sul fronte occupazionale e sul rilancio industriale della compagnia.

Quello di oggi al Mise è stato “un incontro importante”, sottolinea la segretaria generale della Cisl Anna Maria Furlan. “Abbiamo avuto la conferma della partecipazione delle Fs, della ricerca di un partner della compagnia e è stato ribadito che non ci saranno esuberi”, evidenzia. “A fine gennaio avremo finalmente un piano da discutere. L’impostazione del lavoro va avanti e speriamo vada avanti con buoni risultati”. E, sottolinea ancora, “saremo soddisfatti a fine percorso con una Alitalia rilanciata sui mercati internazionali e con la sua occupazione salvaguardata”. Per Carmelo Barbagallo, numero uno della Uil, – “oggi somo arrivate alcune risposte e la più importante che non si sente parlare solo di salvataggio ma soprattutto di rilancio di Alitalia”. “Per noi – dice – è fondamentale salvaguardare i livelli occupazionali anche attraverso il fondo di solidarietà. Bisogna ora vedere se farlo con modifiche alla legge di bilancio”. Di incontro interlocutorio parla il neo segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio. Un incontro che “non ha portato grandissimi elementi di novità. Ora ci rivediamo a gennaio e si deve assolutamente evitare di arrivare alla stretta finale negli ultimi giorni ma piuttosto bisogna arrivarci con un percorso condiviso”.

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13 Dicembre 2018