Conte: “Italia in prima linea nella lotta contro il Covid”
“L’umanità sta attraversando una crisi che non ha precedenti per dimensioni e portata: una crisi che non conosce confini e non risparmia alcuna regione, minaccia la salute pubblica ma sfida anche i nostri sistemi sociali ed economici”. Così il premier Giuseppe Conte, intervenendo all’evento ’Financing for development in the era of covid -19 and beyond’ promosso dalle Nazioni Unite, Canada e Giamaica.
“Il virus ha mostrato la nostra fragilità globale – rimarca il presidente del Consiglio – Dobbiamo ora rafforzare la nostra capacità di ripresa e i nostri sistemi sanitari, ma anche proteggere e ricostruire, su nuove basi, il nostro tessuto sociale ed economico. Dobbiamo trasformare questa crisi in un’opportunità per trasformare le nostre società”.
“La cooperazione internazionale, la visione comune e la solidarietà dei leader oltre i confini sono fondamentali per avere successo. L’Italia agirà di conseguenza: non solo perché crediamo fortemente in un multilateralismo efficace, ma anche perché sentiamo una responsabilità speciale” in vista della “prossima presidenza del G20” dice il premier.
“Sin dall’inizio, l’Italia è stata in prima linea nella lotta contro il Covid-19. Durante l’apice della crisi, abbiamo ricevuto un grande aiuto dai nostri partner e amici internazionali – riconosce il presidente del Consiglio – In cambio, vogliamo dare un contributo chiave ai nostri sforzi collettivi, come abbiamo dimostrato con il lancio e il finanziamento di ’Access to Covid-19 Tools Accelerator’. Questa è solidarietà in azione”.
“Il virus potrebbe colpire in modo sproporzionato i Paesi in via di sviluppo, con effetti devastanti nei mesi e negli anni a venire. Cinquecento milioni di persone potrebbero cadere in povertà. La crisi sanitaria potrebbe trasformarsi in una crisi alimentare, soprattutto in Africa e nei Paesi in via di sviluppo” afferma Conte.
“Questi Paesi hanno bisogno ora, più che mai, di uno spazio fiscale aggiuntivo. In questo spirito, l’Italia ha promosso e aderito all’iniziativa di sospensione del debito del G20” per i Paesi più poveri. “Siamo pronti a sostenere ulteriormente la sostenibilità del debito e garantire la riduzione del debito – aggiunge – Inoltre, riteniamo che il finanziamento dello sviluppo e l’agenda d’azione di Addis Abeba siano fondamentali per promuovere un futuro sostenibile oltre il Covid-19”.
Il premier sottolinea che “dobbiamo rafforzare tutti i nostri strumenti di finanziamento, massimizzarne l’impatto e garantire che i nostri investimenti e le nostre politiche non lascino indietro nessuno. Ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci tiene separati. Supereremo questa sfida attraverso la leadership globale, la cooperazione e la responsabilità reciproca”.
Boccia alle Regioni: “Non esiste passaporto sanitario”
(Enzo Bonaiuto) – Le Regioni non possono limitare la libera circolazione delle persone, dei mezzi e delle cose sul territorio nazionale, che è garantita dalla Costituzione. E non possono richiedere ai turisti l’esibizione di un passaporto sanitario che attesti la salute del singolo cittadino, per la semplice motivazione che in Italia il passaporto sanitario non esiste, altrimenti lo avremmo già tutti in tasca assieme alla carta di identità. E’ ferma la posizione che il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia esprime a palazzo San Macuto, durante l’audizione davanti alla Commissione parlamentare sul federalismo fiscale e l’autonomia differenziata regionale, dedicata anche alla gestione dell’emergenza per la pandemia da coronavirus.
“Invito tutti a rileggere l’articolo 120 della Costituzione italiana, che chiarisce molto bene la disciplina: la Regione non può istituire e adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose, né limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale – esordisce Boccia – Se la comunità scientifica dice che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono: altrimenti, li avremmo tutti noi, qui, assieme alla tradizionale carta di identità”.
“Nei prossimi giorni, nelle prossime ore -ricorda il ministro- l’ultimo ’clic’ che riporterà il Paese a muoversi dovrà essere quello del buonsenso. Se tutte le Regioni ripartono, ripartono senza distinzione sul profilo dei cittadini residenti in una Regione o in un’altra, se le autorità sanitarie e il Governo decideranno che il Paese è pronto per la ripartenza”.
Boccia ribadisce che “la distinzione fra cittadini che provengono da una città o da un’altra non è prevista dalla nostra Costituzione: se siamo tutti sani, ci muoviamo nel Paese come abbiamo sempre fatto. Diversa è la valutazione che porti a prevedere una fase di quarantena: ma non siamo in quella situazione e in ogni caso occorre un accordo fra le parti, fra tutte le Regioni”.
Per quanto riguarda la Lombardia, Boccia precisa che “il commissariamento della sanità lombarda non è mai stato all’ordine del giorno e non ci sono elementi per valutare un provvedimento di questa natura”.
“Questa esperienza – aggiunge però l’esponente del Governo – deve indurci a rafforzare ancora di più la prevenzione territoriale pubblica. Il problema della fragilità è legato al numero delle persone disponibili; nessuno mette in discussione il mix pubblico-privato, ma il nodo vero è la quota di pubblico: dove era bassa, il sistema non ha retto. Non sempre il sistema privato, anche quando è una eccellenza europea, può trasformarsi in tempi rapidi”.
Dunque, afferma Boccia, “l’insegnamento ci porta a dire che va rafforzato come non mai il sistema di prevenzione territoriale pubblico, il che significa rafforzare i medici di base. In molte Regioni va rafforzato e anche di tanto: e questo sforzo, senza precedenti, può farlo soltanto lo Stato”.
“I sindaci – continua Boccia – hanno avuto la forza di autodisciplinarsi, rispetto al potere di ordinanza che la legge riconosce loro; e io non smetterò mai di ringraziarli. Oggi, ci chiedono rispetto e autonomia per la Fase 2, che non riparte premendo un interruttore. E devono averla, specialmente in questo periodo estivo, con una leale collaborazione dello Stato e delle Regioni con i Comuni”.
“Quando il presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Antonio Decaro ha accettato a nome di tutti i sindaci l’autodisciplina nel periodo di lockdown, ha offerto un grande contributo di responsabilità istituzionale – riconosce l’esponente del Governo – Di fatto, autodisciplinandosi nel non emettere ordinanze comunali che andassero in contrasto con quelle nazionali, i sindaci si sono assunti la responsabilità, ancora più complessa e difficile, di essere coloro che dovevano occuparsi dei bisogni della cittadinanza, in tempo reale. Ed è quello che è accaduto, ovunque. Ora – sottolinea Boccia – va riconosciuta maggiore autonomia ai sindaci”.
Di Maio: “Eliminare Irap, Stato stia con aziende”
’’Lo Stato deve stare al fianco delle aziende. Dopo aver eliminato l’Irap di giugno, ora lavoriamo per cancellarla del tutto, come ha proposto Laura Castelli. E’ la strada da seguire, le attività produttive sono il motore dell’Italia, sosteniamole’’. Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Su Facebook Di Maio ha inoltre scritto – postando una foto di un ’’pezzo di raccordo tra la rampa di collegamento e il nuovo ponte di Genova, posizionato proprio ieri’’ – che ’’il prossimo decreto dovrà semplificare il codice degli appalti. Le imprese non devono perdere la testa dietro a mille leggi ed enti inutili’’.
’’Negli ultimi 10 mesi i riflettori di tutto il mondo sono stati puntati qui. Probabilmente in pochi credevano nel fatto che l’Italia fosse in grado di ricostruire un ponte in così poco tempo. Invece ce l’abbiamo fatta. E lasciatemi dire che con Genova è nato un nuovo e ambizioso modello di sviluppo. Senza burocrazia, senza troppe lungaggini. Un modello che punta all’efficienza’’, ha aggiunto.
’’Da questa crisi dobbiamo imparare che senza interventi forti non riusciremo a rialzarci, dunque abbassiamo le tasse e semplifichiamo il codice degli appalti. Più lavoro e meno impedimenti per cittadini e imprese. Non c’è altro tempo da perdere’’, ha scritto ancora:
E ha quindi detto di aver ’’riascoltato le parole dell’imprenditore Pietro Salini, che ha lavorato alla ricostruzione del nuovo ponte. Mi hanno colpito profondamente. ’Con queste mani l’abbiamo costruito. I costruttori usano le mani. Sono persone semplici, con dei sogni. Vanno a casa con il pane che hanno guadagnato. Io vorrei che questo ponte fosse un messaggio. Che da qui partisse un grande piano per il Paese, di manutenzione, di ricostruzione, che desse lavoro a milioni di persone’’’.
Salvini: “Su Recovery Fund ecco la fregatura”
’’Ecco dove sta la fregatura! Prima fate le ’riforme’ che decidiamo noi a Bruxelles, solo dopo vi daremo (forse) i soldi. No comment…’’. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, dopo che il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha parlato, a proposito di Recovery Fund, di risorse disponibili ’’dopo il raggiungimento di obiettivi’’.
Dombrovskis, in videoconferenza stampa a Bruxelles, ha infatti spiegato che nell’ambito della Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu, le risorse verranno erogate a rate, per tappe, ma “saranno gli Stati membri che proporranno i piani nazionali, fissando le tappe e gli obiettivi di attuazione. Non sarà un pesante esercizio burocratico”.
Italexit, arriva progetto legge: Sgarbi fra promotori
Una delegazione di ’Italia Libera’, un nuovo soggetto politico che tra i sui obiettivi propone l’Italexit, sta depositando in queste ore presso la Corte di Cassazione il progetto di legge costituzionale d’iniziativa popolare dal titolo ’Indizione di un referendum di indirizzo sul recesso dello Stato dall’Unione Europea’. Si tratta di “un’iniziativa a lungo studiata con esperti ed accademici – spiega ’Italia Libera’ – che rappresenta il primo passo per la riconquista della sovranità politica, fiscale e monetaria. Liberarsi da questa Unione Europa è assolutamente necessario per consentire un nuovo Rinascimento dell’Italia, culla della cultura e protagonista della storia”. L’iniziativa è sostenuta anche da Vittorio Sgarbi.
Il progetto, spiega ancora il movimento politico, “ripercorre in senso inverso quanto avvenuto con l’iniziativa popolare del Movimento Federalista Europeo e la successiva approvazione della legge costituzionale n. 2 del 1989 che fece apparire la costituzione dell’Unione Europa una libera scelta degli italiani nell’unico referendum d’indirizzo della storia repubblicana”. A seguito degli adempimenti tecnici, sarà avviata la raccolta di firme che vedrà come protagonisti tutti i comuni italiani, “abbandonati dal Governo durante l’emergenza sanitaria e già messi alle corde dai vincoli europei sui bilanci degli enti locali a partire dal 1999 con il Patto di stabilità interno e dal 2013 con l’equilibrio di bilancio figlio del Fiscal Compact”, sottolinea Italia Libera.
“Gli amministratori locali avranno un ruolo fondamentale per riportare la sovranità politica, fiscale e monetaria in una Italia libera e forte, continua il partito. Successivamente al deposito in Cassazione, sarà costituito il comitato promotore ’Libera l’Europa – UExit’.
PROGETTO REFERENDUM – E’ stato depositato oggi un progetto di legge costituzionale di iniziativa popolare per “l’indizione di un referendum di indirizzo sul recesso dello Stato dall’Unione Europea”. Lo rende noto l’avvocato Gian Luca Proietti Toppi, primo firmatario del progetto, sostenuto, sottolinea, da Vittorio Sgarbi che “dopo la pubblicazione del progetto in Gazzetta Ufficiale presiederà la conferenza stampa di presentazione del Comitato promotore ’Liberaleuropa-Uexit’”.
“E’ un giorno storico -dice Proietti Toppi- perché dopo trent’anni è stata posta la prima pietra affinché il popolo italiano possa tornare ad esprimersi sul ruolo dell’Italia in Europa”. “La guerra mondiale scatenata dal Covid-19 ha dato la definitiva dimostrazione che l’Unione Europea è un progetto senza anima e senza calore, dove si punta a far quadrare i conti lasciando morire di fame i popoli”, ha aggiunto l’avv. Daniele Ricciardi, per il quale “la nostra idea di Europa è diversa, noi riteniamo di essere eredi di Schuman, Spinelli e De Gasperi i quali sognavano ben altro”.
Il progetto di legge, viene riferito in un comunicato, è stato firmato anche dall’ing.Nicola Giustino, l’avv. Alfredo Vitali, l’Avv. Sabrina Antonella Numini, l’Avv. Mauro Germani, l’Avv. Fabio Pistorino, Simone Ariola, Maurizio Zijno, l’Arch. Maristella Babuin, Eligio Ceccanei, Rosario Pappolla, Giuseppe Alessandro Carrieri e Pietro Di Blasi.