Conte: “Non solo riforme, bisogna reinventare il Paese”
“I lavori sono stati molto intensi, non ci siamo chiusi ma ci siamo aperti alla società civile. Ci siamo confrontati con commercio, sindacati, imprese, aziende, banche, spettacolo e tanti cittadini”. Il premier Giuseppe Conte chiude gli Stati generali e nella conferenza stampa finale parla di un “clima proficuo, intenso. Abbiamo toccato con mano i problemi ma ci è stata restituita tanta energia e abbiamo toccato con mano anche tanto genio italico e resilienza”. Conte mette in chiaro che “non ci sono state passerelle, qui abbiamo lavorato senza risparmiarci. E’ sfilato un Paese intero. E quanto alla sede, abbiamo scelto la bellissima cornice istituzionale di Villa Pamphili perché della bellezza dell’Italia non dobbiamo vergognarci ma anzi la dobbiamo mettere in mostra davanti al mondo intero”.
PIANO DI RILANCIO – Guardando in prospettiva, il premier sottolinea che “non è sufficiente riformare il Paese ma occorre reinventarlo. Ci attende una sfida troppo impegnativa per accontentarci di qualche semplice riforma”. Le misure del piano di rilancio saranno “l’orizzonte dell’azione di governo” che poi lavorerà alle specifiche “riforme del Recovery plan”, ma “non dobbiamo accontentarci delle riforme, dobbiamo reinventare il Paese, il Paese che vogliamo”. “Da quello andremo a ricavare il Recovery plan, cioè nell’ambito dei progetti indicati nel piano di rilancio, ricaveremo specifici investimenti e riforme per il Recovery plan che presenteremo a settembre e su cui chiederemo fondi europei”, precisa Conte.
RECOVERY FUND – Il Recovery fund “sarà diretto a investimenti e riforme e riteniamo che quello è il nostro obiettivo e stiamo lavorando, per elaborare progetti di investimento e di riforme su cui chiederemo la copertura finanziaria europea e cercheremo anche di avere un bridge’’. Il premier sottolinea l’importanza di fare ’’un passo alla volta. Adesso portiamo a casa il negoziato, e spero che il prossimo Consiglio europeo sia determinante e risolutivo. Un attimo dopo lavoreremo, stiamo già avvantaggiandoci, stiamo già lavorando per un bridge’’.
TRE DIRETTIVE D’INTERVENTO – “Il dialogo” durante gli Stati generali “rafforza me e i ministri negli obiettivi e nelle linee d’intervento e sono state ampiamente condivise tre direttive d’intervento – spiega il presidente del Consiglio – modernizzare il Paese, una robusta transizione ecologica, un’Italia più inclusiva”.
“Sulla modernizzazione del Paese tutti condividono l’alta velocità” e c’è stato anche “grande sostegno per il piano cashless, favorire pagamenti digitali”. “In questi mesi – aggiunge – abbiamo toccato con mano il divario digitale, dobbiamo colmare questo divario e rendere Internet accessibile a tutti a poco costo”.
“Sul secondo pilastro, la transizione energetica, è stato molto apprezzato il nuovo progetto impresa 4.0 plus per rendere strutturali tutti gli incentivi e le agevolazioni alle imprese digitali e green. A Ravenna nascerà il più grande centro al mondo di cattura e stoccaggio di Co2”.
Inoltre, “ci è stato presentato, e accogliamo un suggerimento, un progetto di un voucher per 500 donne l’anno che aspirano a diventare manager” e alle quali finanziare un Mba Executive del valore di 35mila euro, proposta della Business School. “Nelle prime 100 imprese solo il 6% è guidato da donne” dice il premier sottolineando anche la volontà di investimenti in formazione continua, scuole e università.
“ULTERIORE SCOSTAMENTO” – In conferenza stampa il presidente del Consiglio spiega poi che ’’sicuramente abbiamo già valutato l’opportunità, ma probabilmente sarà necessità, di intervenire per un ulteriore scostamento, perché è chiaro che le misure che abbiamo già predisposto, e che adesso stanno andando completamente a terra, non saranno sufficienti per reggere l’impatto di questo annus horribilis’’.
“Non abbiamo ancora fatto di conto’’, premette il premier, ’’ma tra un po’ dovremo riassumere, e con il ministro Gualtieri e il ragioniere dello Stato metterci intorno a un tavolo, e fare di conto. Ovviamente c’è un aggiornamento costante anche rispetto ai flussi di cassa dello Stato. E’ chiaro che se si dovesse arrivare a rendere necessario un possibile, probabile scostamento di deficit, significa intervenire subito con misure concrete, alla luce di quelle a terra già adottate’’.
INTERVENTO SULL’IVA – ’’La misura di intervenire sull’Iva è allo studio ma non abbiamo ancora preso una decisione, questa settimana sarà decisiva per una prospettiva del genere’’ fa sapere il presidente del Consiglio. Si tratta di ’’una delle ipotesi che abbiamo discusso in piena apertura ideologica ma non abbiamo deciso quella misura, anche perché è molto costosa’’.
’’Dobbiamo studiare con molta attenzione, ma sicuramente c’è molta preoccupazione per il fatto che, e lo avevamo in parte anche previsto, pur con la riapertura delle attività commerciali e produttive i consumi non stanno ripartendo’’, dice Conte. ’’Questo era comprensibile’’. Secondo il premier ’’non è ripartito anche quel clima di fiducia pieno, che fa ripartire anche il circuito dei consumi. Questo ovviamente ci preoccupa perché se non aumentano i consumi l’intera economia, anche l’offerta, ne risente’’.
DECRETO SEMPLIFICAZIONI – Quanto al decreto semplificazioni, Conte confida di portarlo “nel prossimo Consiglio dei ministri”.
CONFRONTO CON LE OPPOSIZIONI – Rispondendo a chi gli chiede del confronto con le forze di opposizione, Conte ricorda che “non hanno raccolto il primo invito, tornerò a proporlo” per avere “una ulteriore occasione di confronto. Credo sia più opportuno incontrarle singolarmente, proprio per evitare passerelle e un confronto confuso. Confido di vederle già questa stessa settimana tenendo conto che abbiamo anche un Pnr da presentare e che quella può essere un’occasione”. “Come avete visto – prosegue – Fi sembrerebbe predisporsi a un confronto più dialogico, ma confido che anche Fdi e Lega possano partecipare in tutta franchezza”.
PD E ZINGARETTI – Quanto al Pd, “non seguo in dettaglio la vita interna dei partiti di maggioranza e del Pd ma sono assolutamente fiducioso, lavoriamo in un clima assolutamente produttivo e positivo”. “Che ci si possa essere qualche notazione critica, avviene in tutte le famiglie – osserva – Nel Pd, come nelle altre forze della maggioranza, trovo una forza consapevole del momento che stiamo attraversando, un segretario che ha le idee molto chiare ogni volta che abbiamo un confronto”.
CONFINDUSTRIA – Una Confindustria agguerrita nel confronto con l’esecutivo? “La dialettica non mi spaventa, è giusto che gli industriali avanzino proposte concrete, poi su alcune possiamo mantenere anche diversità di visione. Noi abbiamo presentato il nostro piano di rilancio, abbiamo chiesto anche a Confindustria di farci pervenire le loro osservazioni di cui sicuramente terremo conto. Su alcune misure confido di averla dalla nostra parte, su altre ci può essere diversità di posizioni. L’importante è lavorare per lo stesso obiettivo, per un’Italia più moderna, digitale, con infrastrutture più sicure, più verde e più inclusiva. Il governo deve farsi carico non solo degli interessi di una determinata categoria ma di tutto il Paese, noi abbiamo una responsabilità ad ampio raggio”.
ATLANTIA – Poi il caso Atlantia. ’’Sul mio tavolo non ho una proposta che considero accettabile’’, ’’credo che ci avviamo verso soluzione obbligata’’ dice Conte. ’’Stiamo parlando di questo caso da troppo tempo – aggiunge – Se in extremis ci dovesse arrivare una proposta, saremo obbligati, la prenderemo in considerazione ma per me il caso va chiuso e subito’’.
’’Da questo punto di vista Atlantia ha ragione, non è giusto portare questa incertezza così a lungo. Hanno chiesto pubblicamente una soluzione chiara, e credo che come governo abbiamo il dovere – rimarca – di dare subito, nei prossimi giorni, una soluzione chiara’’.
RAZZISMO – Rispondendo a una domanda sulla morte di George Floyd e tutto quel che ne è derivato, Conte osserva: “La nostra Costituzione recita il divieto di qualsiasi discriminazione razziale. Negli Usa si è innescato un meccanismo di protesta che abbraccia non solo quelle razziali, che sono un nervo scoperto, ma anche le diseguaglianze sociali più ampiamente. È una protesta che ha assunto dimensioni e, come tutti i governanti, sono preoccupato quando le proteste assumono una deriva violenta, mai ammissibile”. “Seguiamo con attenzione e trepidazione” le vicende statunitensi, e di un’America “già provata duramente dalla pandemia” innescata dal Covid-19. “Rispettiamo le vicende interne di uno Stato alleato dell’Italia, e ovviamente ci associamo a qualsiasi divieto di discriminazione razziale”, aggiunge il premier.
ABBRACCIO A ZANARDI – Conte manda “un abbraccio ad Alex Zanardi per il suo coraggio e la sua forza d’animo, è l’esempio dell’Italia migliore che sa esprimere non solo grandi campioni ma grandi uomini”. Ora affronta “l’ennesima prova, siamo con lui”.
Pd, Gori insiste su cambio di leadership: aperto il dibattito dem
Leadership, si apre il dibattito dem. Ancora oggi, dalle pagine di Repubblica, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori torna infatti a chiedere un congresso nel Pd per cambiare il leader Nicola Zingaretti, suscitando la reazione di esponenti di peso del partito, come Marcucci, Bettini, Rossi e Orlando. Serve un “cambio di marcia” deciso, con un Pd non più “accondiscendente” verso gli alleati 5 Stelle e ministri Dem in ruoli chiave nell’esecutivo, secondo Gori, che vorrebbe una assise al più presto “perché – ragiona il sindaco – in autunno potrebbe essere troppo tardi per salvare il Paese”. “In questa fase così difficile -sottolinea- serve un Pd molto più determinato e incisivo. Il punto è quello posto dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: quest’ anno avremo un crollo del Pil, tra il 9 e il 13 per cento, e rischiamo di perdere tra 1,2 e 2 milioni di posti di lavoro. È arrivato il momento di accelerare le riforme di cui il Paese ha bisogno. I sussidi servono per tamponare l’emorragia, ma non bastano. Dobbiamo tornare a far crescere l’Italia, di almeno l’1,5 per cento all’anno, o saremo travolti. E il Pd, come forza di sinistra e di governo, ha il dovere di fare, non solo di enunciare, le cose che servono per ottenere quel risultato”.
“Dovremmo essere -incalza Gori- il partito del lavoro, il punto di riferimento dei lavoratori, degli operai e degli imprenditori, dei precari e delle partite Iva, delle donne e dei giovani, e non lo siamo. L’accordo con i 5 Stelle ha spostato il nostro baricentro sulla protezione sociale, come se potesse esistere senza creazione di ricchezza e crescita. Vedo ritornare vecchi pregiudizi anti-impresa e l’idea dello Stato imprenditore, tendenza Mazzuccato. Non possiamo interpretare questo rapporto come un’alleanza strutturale in cui pur di andare d’accordo si sacrificano tratti fondamentali della nostra identità”.
Molte le cose sacrificate dal Pd sull’altare dell’alleanza con il M5s. “Il dovere d’essere accanto alle forze produttive del Paese, l’impegno a varare lo Ius culturae e a cancellare i decreti (in)sicurezza voluti da Salvini. Non abbiamo toccato Quota 100 né corretto il reddito di cittadinanza. Abbiamo digerito la cancellazione della prescrizione e il decreto intercettazioni, non abbiamo risolto i casi Ilva, Alitalia e Autostrade; sulla legge elettorale abbiamo sacrificato la nostra proposta; dopo tre voti contrari abbiamo votato sì al taglio del 30 per cento della rappresentanza parlamentare…”.
Gori poi esclude di avere pregiudizi personali su Zingaretti: “Ho simpatia e stima personale nei confronti di Zingaretti, e nessun pregiudizio. Non voglio affatto personalizzare la questione. Osservo però la difficoltà del Pd a essere una forza davvero riformista. Riforma della pubblica amministrazione, della giustizia, fiscale: da quanto ne parliamo? Il segretario coltiva l’unità, e io sono per l’unità, ma la concordia non può essere né un feticcio né un fine ultimo. E non può sequestrare il dibattito interno. Nessuno auspica un voto adesso, ma non possiamo accontentarci”.
Gori poi precisa di non avere un proprio candidato alla guida del Pd. E sull’ipotesi Stefano Bonaccini, sottolinea: “Non ho candidati. L’unico “non candidato” è il sottoscritto. Per il resto, chiunque interpreti con coraggio questa impostazione per me è un buon candidato”. La strada, dunque ì, per Gori è quella di un nuovo congresso: “Non domani mattina, ma è quello che serve”, precisa. “Zingaretti lo sa tanto che per primo, a dicembre, ha annunciato un grande congresso di “rifondazione”. Bene, facciamolo. Lui stesso è consapevole di aver condotto il partito a fare scelte diverse da quelle con cui si era candidato. A cominciare dall’”alleanza strategica” con M5S, che è cosa ben diversa da una necessaria collaborazione di governo”.
Quanto all’ipotesi rimpasto di Governo Gori sottolinea: “Vista l’emergenza occupazione che ci aspetta, considero un grave limite che il Pd non abbia responsabilità diretta nei ministeri chiave, come quello del Lavoro, dello Sviluppo Economico e dell’Istruzione, tutti lasciati agli attuali alleati”.
Berlusconi: “Rinunciare a Mes? Idea stravagante”
Rinunciare al Mes? Sarebbe un’idea “stravagante”. Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in un’intervista al Tg5. “Sarebbe un disastro se fossimo costretti a fare a meno dell’aiuto dell’Europa e questo per la scarsa capacità di incidere del Governo. Ci sono poi idee stravaganti come rinunciare al Mes, come vorrebbero i grillini, ma non prendere i primi danari a costo zero non dà all’Europa l’idea che le nostre esigenze siano davvero pressanti”. Il leader di Fi ha poi aggiunto: “All’Italia serve tagliare le tasse, tagliare le tasse e tagliare le tasse”.
“Domani – ha quindi assicurato il leader azzurro – presenteremo in conferenza stampa le nostre proposte per il rilancio dell’economia del Paese che poi presenteremo al premier. Speriamo che questa volta il governo ci ascolti ed avvi una collaborazione concreta e non solo formale”. Per Berlusconi, “esiste un’altra Italia che anche in questa situazione drammatica si è dimostrata seria, laboriosa, onesta, ligia alle regole. Un’altra Italia che alla politica chiede di essere lasciata lavorare e di essere aiutata senza stravolgere le regole del mercato. Questa Italia ce la farà”.
Sul fronte opposizione, è fatta “di forze politiche molto diverse: noi di Forza Italia siamo liberali, cattolici, garantisti, europeisti e rappresentiamo il Ppe in Italia, con i nostri alleati abbiamo sempre saputo trovare una sintesi. Sulla candidatura per le regionali l’accordo è fatto da mesi e non ci sono motivi per cambiarlo”, ha detto ancora Berlusconi.
Salvini: “Ho fatto tanti errori, ma a destra il leader sono ancora io”
’’È vero ho fatto tanti errori. Ma a destra il leader sono ancora io”. Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini, a Repubblica. ’’Di errori, certo – sottolinea – ne faccio anche dieci al giorno, ne commetto come tutti quelli che compiono delle scelte. Ma resto alla guida del partito che secondo l’ultimo sondaggio Swg ha 8 punti di vantaggio sul Pd. E sull’emergenza ho sentito con grande gioia e commozione le parole di apprezzamento di Papa Francesco, di certo non tacciabile di simpatie leghiste,nei confronti della Lombardia e del governatore Fontana. Ripaga di tante amarezze’’. Salvini, nonostante il governatore del Veneto Luca Zaia, nei sondaggi sia appena dietro al premier Conte, dice di non voler fare un passo indietro ’’perché Luca ancora martedì scorso, su mia sollecitazione, mi ha detto che preferisce restare in Veneto, portare a compimento la sua missione e la riforma autonomista. Gli avevo chiesto già nel 2018 di entrare in squadra, non ha accettato. Tra cinque anni, Luca sarà una risorsa”.
“Sto lavorando da parecchi mesi a un progetto di governo. Stavolta saremo pronti e strutturati. Sto incontrando in via riservata ambasciatori, imprenditori, sindacalisti, perfino uomini di Chiesa. Lavoro a un progetto per l’Italia dei prossimi 30 anni’’, assicura il leader del Carroccio.
E ancora: ’’Qui si rischiano 3 milioni di disoccupati, a sentire Confindustria, e questi pensano di tirare a campare per il Quirinale. In ogni caso li avverto fin d’ora: da qui ai prossimi mesi il centrodestra avrà i numeri in aula per essere determinante e cambiare gli equilibri. Nel Pd almeno in cinque si contendono il Colle, ma possono mettersi l’anima in pace. Il presidente sarà eletto con molta probabilità coi voti di tutti, tranne che del Pd, che lavora per averne uno a suo piacimento’’.
’’Ripeto – sottolinea – coi voti di tutti tranne che del Pd. Ma esprimo intanto solidarietà al presidente in carica: a dir poco ineleganti i giochetti del Pd che pensa già al suo successore. Ho molto apprezzato le dichiarazioni del presidente Mattarella di venerdì, il suo richiamo etico sulla magistratura e il Csm. Problema che, sia chiaro, non si risolverà con l’espulsione di Luca Palamara dall’Anm’’.
Sulle elezioni regionali nel centrodestra tra Puglia, Toscana e Calabria, continua Salvini, ’’l’accordo è a portata di mano. Sto lavorando personalmente a un’intesa complessiva. E da leader del primo partito e della coalizione sono pronto a fare un passo indietro, se sarà necessario.Pur di trovare una sintesi’’.
’’Vuol dire che a noi, come avvenuto in Calabria dove ci siamo opposti a un candidato che aveva problemi, interessa solo il rinnovamento. Quello vero. In Campania, per essere chiari, chiediamo liste pulite, sopra ogni sospetto, anche da parte degli alleati. Di amici e parenti e indagati non ne vogliamo vedere neanche uno. Comunque basta, chiudiamo in fretta’’.
E sul premier Conte pronto a ricevere il centrodestra la prossima settimana, ’’sì, andremo. Perché il Paese ne ha bisogno. Il centrodestra torna a quel tavolo, ma per confrontarsi sui fatti. Abbiamo detto no alle passerelle in villa: quelle non ci interessano. Se si aprirà un dialogo vero a Palazzo Chigi, allora di proposte serie ne porteremo venti. Siamo stati lì già tre volte. La prima a marzo, quando denunciammo i rischi legati al decreto sulla Cassa integrazione. Restammo inascoltati’’.
’’C’è un Paese fermo: Ilva, Alitalia, Autostrade. Qui non si tratta di dare spallate, ma di far ripartire l’economia paralizzata dalle divergenze pd-5S. E poi, se si può votare senza rischi il 20 settembre per le Regioni, non vedo quale sia il problema per le Politiche’’.
Scalfarotto vs Emiliano: “Mi candido in Puglia”
“Con Italia Viva, Azione e Più Europa, mi candido per rappresentare la politica che vuole affrontare la crisi con il coraggio e la speranza, sapendo che la Puglia ha in sé il dinamismo, la forza, la bellezza e tutte le risorse necessarie per farcela”. A scriverlo su Twitter, lanciando la sfida al governatore dem Michele Emiliano, è Ivan Scalfarotto, che sul social rilancia l’intervista con l’annuncio della discesa in campo in Puglia.