“Ai tempi sospetti del coronavirus”

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Facendo un passo indietro,nel gennaio scorso presso il Senato della Repubblica ho sviluppato un evento dedicato al ‘900 italiano, un secolo fatale, da una parte grandi scoperte scientifiche e grandi pagine di letteratura, arte, cinema, teatro, moda e galateo,dall’altra, però, grandi orrori come i regimi totalitari.

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Mentre studiavo per cercare di costruire la seconda edizione del ‘900 italiano, piano piano mi accorgevo che qualcosa stava cambiando nel nostro paese e condizionando le nostre abitudini, il nemico invisibile agiva già indisturbato tra i più deboli facendone vittime, ma ben presto la notizia dell’acclamata pandemia si trasforma in certezza, introducendosi forzatamente nella nostra quotidianità, annientando tutte le attività culturali, produttive.

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Ma la cosa che mi ha colpito di questa situazione assurda, e che viene chiusa una zona della Lombardia (Codogno) per l’emergenza sanitaria (poi divenuto periodo dirimente per la salute dei cittadini) senza sapere che da li a poco sarebbe stata dichiarata tutta l’Italia zona protetta, ahimè , il nostro paese difatti viene colpito dalla terza guerra mondiale.

cms_17173/4.jpgCosa si cela dietro a quell’eroe chiamato Medico, a quell’operatore sanitario che tanto si parla? “la paura”, si proprio loro che sigillano le bocche e avvicinano gli occhi ai malti con mascherine di protezione, gli stessi rimasti in trincea affrontando la battaglia più dura della storia spezzando la propria vita per salvarne altre, ha un senso tutto ciò? tutti dovremmo fermaci a riflettere sull’essere umano e su quello che la nuova generazione stava diventando.

Beh, questa pagina appena scritta di orrori e di errori commessi diventerà storia, una storia intitolata ai tempi del coronavirus, dove vi saranno raccontati toccanti che spiegheranno il silenzio delle strade accompagnato dalla sinfonia delle autoambulanze durante i giorni della presenza concreta dell’assedio della morte.

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Si parlerà di una delle più cocenti sconfitte nella guerra lampo come l’ho definita io, si parlerà soprattutto del dolore, di quelle bare che vedo ancora scendere dai palazzi circondati dal silenzio in una piazzetta deserta senza nessun caro a fianco nell’ultima fase o per l’ultimo saluto, con solo il rumore delle foglie degli alberi, feretri che si dirigono verso i depositi dei cimiteri e chiese, con lunghe attese prima dei forni crematori, ci saranno piccoli accenni per quel malato che giaceva in un dormiveglia pieno di pensieri funesti, ai respiri pesanti dei dormienti dove si sovrapponeva a tratti un ansito rauco e irregolare, interrotto da colpi di tosse e sospiri soffocanti.

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Di tutto questo periodo di distruzione cosa ci rimarrà? Rimarrà l’avvicinamento dell’essere umano, dei gesti di solidarietà mentre prima cancellati dalla nostra mente, rimarrà il senso della meravigliosa esistenza lasciandoci alle spalle un brutto ricordo apocalittico, ci rialzeremo da questa brutta vicenda.

Nessuno di noi sapeva chi fosse il nemico invisibile , perche’ non era in grado di parlare ma solo di agire, credo che cambierà il nostro percorso di vita, ritorneremo indietro quando le rondini ci avvertivano che la primavera era alle porte, quando incontreremo il vicino di casa e lo guarderemo con occhi diversi .

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Spero di poter ritornare a quel ritmo magari migliore che nel mese di marzo si e’ fermato, vorrei ritornare a quel periodo quando in sottofondo scorreva solo la musica di piano forte, musica che puntualmente una Professoressa di piano forte dal nome Stellsa Enescu Camelia ogni giorno mi manda i link facendomi conoscere i compositori allietando la mia giornata lo studio.

Spero che questo mio pensiero scritto possa far riflettere a chi non conosce la parola vita.

Imparare a comportarci in una nuova realtà

Daniela Diaferio

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