“NON FARÒ UN NUOVO PARTITO, I REPUBBLICANI CON ME”

Al raduno della destra conservatrice in Florida la prima uscita pubblica di Trump da ex-presidente

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A volte ritornano, è il caso di dirlo. Come nei videogiochi d’azione: quando si pensa di aver sconfitto il nemico finale, eccolo che ritorna più combattivo che mai per un ultimo colpo di coda. Si potrebbe usare questa metafora per raccontare la prima uscita pubblica di Donald Trump da ex-presidente, avvenuto durante il raduno della destra conservatrice a Orlando, in Florida. “Il viaggio cominciato quattro anni fa è tutt’altro che finito, non faremo nuovi partiti e saremo più forti che mai – dichiara – anche perché Joe Biden si sta rivelando ancora più disastroso di quanto avessi immaginato”. Neanche il tempo di iniziare, avrà pensato qualcuno. The Donald, alquanto prevedibilmente, non esclude di candidarsi per le elezioni presidenziali del 2024, rivendicando la leadership e la rappresentanza assoluta del Partito Repubblicano. Il 45° Presidente degli Stati Uniti ha tenuto un discorso della durata di un’ora e poco più sul palco della CPAC, la Conservative Political Action Conference, rito tradizionale annuale. Per dovere di cronaca si segnala che non tutti i presenti erano muniti di mascherina, bensì dei cappellini con il vecchio slogan Make America Great Again e il numero 47 stampato. Trump sostiene di poter essere eletto come 47° presidente: eguaglierebbe il singola record di Grover Cleveland, scelto come 22° e 24° capo di stato.

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Siamo qui riuniti per parlare del futuro, il futuro del nostro movimento, il futuro del nostro partito e il futuro del nostro partito e il futuro del nostro amato Paese – prosegue Trump – il Partito Repubblicano è unito, la sola divisione che vediamo è tra una manciata di mediocri politici dell’establishment di Washington e tutto il resto del Paese, non frammenteremo il nostro potere e l’unità è la nostra forza”. L’idea è di trasformare il GOP, Great Old Party, che fu di Abraham Lincoln e Ronald Reagan nel T-Party. “Tutti sapevamo che sarebbe andata male ma nessuno di noi immaginava che sarebbe andata così male, Joe Biden ha vissuto il peggior primo mese da presidente nella storia moderna”. Il riferimento, neanche tanto velato, è al colpo di spugna passato sull’operato del predecessore che ora, neanche troppo sorprendentemente, lo critica apertamente.

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I conti non si fanno comunque senza l’oste, o meglio, senza i numeri: una ricerca condotta recentemente mostra che il 59% degli elettori repubblicani vorrebbe che il loro leader avesse un ruolo importante, di cui il 54% si dichiara disposto ad appoggiarlo nelle prossime primarie. Un 5% non dichiara sostegno aperto, e si sa che anche un voto può fare la differenza. Inoltre il 41% dei conservatori, percentuale che lievita al 46%, lo vorrebbe fuori dai giochi. E non è poco, anzi.

Francesco Bulzis

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