“MULTIPLY”, L’INSTALLAZIONE AMICA DELL’UOMO E DEL PIANETA

Esposta fino al 19 aprile nell’ambito della mostra “Human Spaces”

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Fino al prossimo 19 aprile, il cortile dell’Università degli Studi di Milano ospiterà, nell’ambito della mostra curata da Interni - Human Spaces per la Milano Design Week (Fuorisalone), l’installazione intitolata “MultiPly”. Si tratta di un padiglione interamente realizzato in tulipier americano, alto dieci metri e a impatto ambientale zero, che riprende due dei temi più dibattuti dell’ultimo periodo: il bisogno di alloggi e l’urgenza di combattere il cambiamento climatico.

Secondo le stime rese note dalle Nazioni Unite, il 55% della popolazione mondiale risiede in aree urbane, cifra destinata a salire fino al 68% entro il 2050. Le città si amplieranno progressivamente, diventando sempre più densamente abitate. La rapida urbanizzazione, insieme a eventi meteorologici più frequenti ed estremi legati ai cambiamenti climatici globali, tende ad esacerbare l’impatto di minacce ambientali quali terremoti, alluvioni, ondate di calore. Rendere le città più resilienti e pronte a rispondere queste nuove sfide richiede un’attenzione urgente.

Multiply, creata grazie all’innovativa collaborazione tra Waugh Thistleton Architects, American Hardwood Export Council (AHEC), ARUP e SEAM, mostra come la costruzione modulare a strati incrociati in legno di latifoglia americano possa essere una soluzione praticabile alle sfide del futuro.

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"L’ambizione principale di questo progetto è discutere pubblicamente su come affrontare le sfide ambientali attraverso un modo di costruire innovativo e conveniente", afferma Andrew Waugh, co-fondatore di Waugh Thistleton. "Siamo a un punto di svolta sia in termini di abitazioni che di emissioni di CO2, e riteniamo che l’edilizia con un materiale versatile e sostenibile come il tulipier americano sia un passo importante per affrontare questi problemi".

"Waugh Thistleton Architects è stato pioniere riguardo gli usi innovativi del legno nella costruzione per decenni. MultiPly esplora un nuovo modo di costruire più sostenibile, unendo un materiale carbon-negative facilmente disponibile - il tulipier americano - con il design modulare", afferma David Venables, direttore europeo di AHEC. "Lo scopo di questo progetto è quello di dimostrare che è possibile costruire in massa, in legno, in modo modulare ed economico, soprattutto quando si hanno pannelli riutilizzabili. La nuova struttura risponde alle esigenze dell’ambiente e offre una straordinaria esperienza di visita e di nuove prospettive dello storico cortile di Milano".

Multiply contiene una serie labirintica di spazi interconnessi che si sovrappongono e si intrecciano. Ciò conduce i visitatori a riflettere sul modo in cui progettiamo e costruiamo gli edifici negli spazi urbani. La sua struttura tridimensionale è costruita con un sistema flessibile, composto da 16 moduli di tulipier lamellare a strati incrociati (CLT) con giunti fabbricati digitalmente. Arrivata sotto forma di kit, le diverse parti sono state assemblate in modo semplice e silenzioso in meno di una settimana. I suoi 40 metri cubi di volume possono assorbire l’equivalente di 28 tonnellate di anidride carbonica e possono essere sostituiti in cinque minuti attraverso una crescita naturale nell’intera foresta americana.

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"Gli architetti italiani sembrano entusiasti del legno come materiale da costruzione e delle sue potenzialità, proprio come lo siamo noi nel Regno Unito. Siamo quasi sul punto di convincere le aziende europee produttrici di CLT della fattibilità commerciale del CLT in legno di latifoglia americano come prodotto dalle prestazioni più performanti, parte di quel mix di materiali in legno ingegnerizzati da utilizzare nell’edilizia. Quando Andrew Waugh parla della rivoluzione nell’edilizia, parla dell’intera gamma dei diversi sistemi in legno", aggiunge Venables.

"Portare MultiPly a Milano in una nuova configurazione ha portato con sé nuove sfide", afferma Simon Bateman, ingegnere strutturale di ARUP. "Abbiamo costruito in altezza rispetto all’esperienza londinese, da una base più stretta e in un luogo più ventoso: questo ha significato come prioritario controllare che la struttura fosse stabile. Abbiamo poi dovuto rivedere a fondo i fissaggi tra i diversi box per la nuova configurazione e, quando necessario, ne abbiamo aggiunti di nuovi, il che è stato relativamente semplice grazie alla forma modulare. Abbiamo dovuto realizzare tutto questo in un lasso di tempo molto breve tra la rielaborazione del concept iniziale e l’arrivo sul posto dei moduli in sole otto settimane. E ancora una volta abbiamo creato una struttura che ha mantenuto le caratteristiche che hanno reso l’originale MultiPly così divertente, come i moduli che sembrano sfidare la gravità e il labirinto verticale".

Nicola D’Agostino

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