“Alight”
Debutto in grande stile dei "Cellar Noise", band progressive-rock sinfonico

Una sensazione d’euforia ci pervade ogni qualvolta siamo testimoni della nascita di una nuova stella nel firmamento musicale. A risplendere di luce propria sono i "Cellar Noise", magnifica realtà tricolore, milanese per la precisione. Nascono nel 2013 grazie all’incontro tra Niccolò Gallani, virtuosista delle tastiere e il chitarrista Alessandro Palmisano. I due, accomunati dalla passione per il progressive, pongono le fondamenta per un progetto musicale di genere che rende omaggio alle atmosfere tipiche del periodo d’oro degli anni settanta, proteso nel contempo alla ricerca di sonorità attuali. Successivamente con gli ingressi del vocalist Francesco Lovari e dei fratelli Bersan, Eric alla batteria e Loris al basso, si completa la line-up. Un inizio caratterizzato da cover dei Pink Floyd, Jethro Tull, PFM e Genesis, alle quali successivamente si affiancheranno le prime composizioni inedite sfociate nel 2015 nella pubblicazione di un EP autoprodotto contenente 4 brani, grazie al quale saranno apprezzati da Fabio Zuffanti, alfiere del rock progressive e non solo, considerato a livello internazionale una delle personalità italiane più eclettiche e rappresentative del panorama musicale. Compositore, saggista, bassista, a capo di eccellenti produzioni quali Finisterre, La Maschera di Cera, La Curva di Lesmo, Höstsonaten, L’Ombra della sera, che, in veste di produttore e direttore artistico, si è proposto di seguire l’esordio discografico dei cinque ragazzi. Si è intrapresa dunque una proficua collaborazione concretizzatasi con l’incisione del disco di debutto Alight, pubblicato dalla AMS Records.
Un’ Opera definibile a pieno titolo "concept- album", incentrata sulla vita di una persona anonima che in un giorno troppo simile al precedente, mentre solca le viscere dell’oceanico labirinto della metropolitana londinese, decide di cambiare in corsa la "sua linea". Una metafora della vita tesa a ricercare il senso dell’esistenza perduto nella monotonia. Ne deriva un costrutto di pura forza coinvolgente. Un’ amalgama di elementi omogeneamente dosati, in un equilibrio alchemico che infonde rara potenza compositiva ad ogni brano. Rock sinfonico a tinte barocche, creatore di armoniose tessiture architettoniche dalle quali prendono vita liriche assolutamente convincenti, tanto nelle sezioni cantate – esclusivamente in lingua inglese - che in quelle strumentali di grande valore. Il biglietto di presentazione dell’album è nella traccia di apertura, "Dive with me", strumentale di livello che tocca le corde dell’Anima, regalandoci suggestioni senza tempo, impreziosita dalla collaborazione di Chiara Alberti al cello, Luca Tarantino all’oboe e Giulia Zanardo al flauto. Ogni pezzo che segue mette in luce i diversi lati prospettici di una band che riesce a stupire per omogeneità e compattezza.
Ognuno è al posto giusto, non ci sono sterili protagonismi negli assoli di ogni musicista. E’ un lavoro di squadra nel quale ogni componente, da quello acustico e vellutato, al più elettrico ed heavy, è sapientemente dosato in un crescendo emozionale, all’occorrenza stemperato. Ad ognuno la gioia di assaporare e scoprire le tappe di questo viaggio musicale introspettivo che ad ogni successivo ascolto si arricchisce di sfumature e colori. Senza dubbio i Cellar Noise fanno un bel centro al primo colpo e confermano la grande vitalità della scena “progressive” italiana. Adesso verrà la parte difficile: poter ripetersi a questi altissimi livelli in futuro. Con tali presupposti, ne siamo convinti.
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