LA CRESCITA CHE IMPOVERISCE
IMMIGRAZIONE, FINANZA, LAVORO, BANCHE, EURO

“La Crescita che impoverisce”, è una delle frasi che ha colpito la mia attenzione quando, cercando sul web, mi sono imbattuta nell’economista Francese Bernard Maris, ucciso nella strage di Charlie Hebdo, nel gennaio 2015. Non solo la sua idea di Europa, ma anche di un testamento morale e spirituale da lasciare a tutti coloro che dell’Europa cercano ancora l’unità, nella libertà totale dalla sottomissione ideologica, religiosa, politica, e ancor più monetaria. Questa Europa che per 15 anni ha sperimentato l’Euro come moneta unica realizzata non senza l’appoggio dei grandi banchieri d’oltreoceano, ha dimostrato tutto il suo potere distruttivo. Detto questo mi piace riportare per intero la parte più interessante del pensiero di Bernard in linea con altri economisti affinchè da un uomo coraggioso che ha sacrificato la vita per le sue idee si possa apprendere il più grande degli insegnamenti : l’umiltà nella verità. Bernard scrive: “Tutti i paesi europei dovranno prima o poi rassegnarsi a cancellare parte del loro debito pubblico. Bisogna rinegoziarlo quando supera il 60% del PIL per potere rispettare di nuovo i criteri di Maastricht. I creditori e quindi le banche dovranno chiaramente fare uno sforzo importante. Anche i grandi paesi come Germania e Francia. E’ l’unico modo per consentire agli Stati dell’eurozona di rilanciare l’economia. Senza crescita non riusciranno ad affrontare il debito pubblico, come è successo ai paesi africani per diversi decenni, rimborseranno per l’eternità un debito che soffocherà l’Europa. E’ pertanto l’unico modo per evitare anni di ristagno dell’economia come in Giappone o nel Portogallo. L’unico modo anche per evitare un grosso crollo del potere di acquisto delle famiglie e dei conflitti sociali principali. La scelta della Germania rovinerà anche la sua economia a lungo termine. Non è un circolo virtuoso ma un circolo vizioso. Preferisce ridurre il livello di vita dei tedeschi pur di essere competitiva. Questa politica come quella della Costa D’Avorio negli anni ’60, si chiama la “crescita che impoverisce”. Figura questa di Bernard accostabile ad un altro grande economista: Gael Giraud.
La trasmissione “La Gabbia” di mercoledì 11 gennaio, in onda su La7, ha affrontato tra i tanti temi, anche quello dell’euro che a breve compie 15 anni di insuccessi. La redazione non poteva essere più esplicita nel condannare l’euro, come vedremo in seguito, ma soprattutto nel condannare il degrado sociale verso cui questo nostro paese si è già incamminato senza soluzioni. Le rivolte degli immigrati alla prefettura di Firenze, che, a torto o a ragione, rappresentano il fallimento di una politica mal gestita dove la verità e la trasparenza sono un optional, dimostrano che una vera ripresa è ancora molto lontana. E’ incoscienza continuare ad alimentare la rabbia, prendendo le difese dei solo immigrati, come fa una consistente parte di certa Sinistra, contro le masse italiane che vivono, più o meno, la stessa condizione di disagio. Non è l’immigrazione in sè che è da bandire, lo sono i flussi inarrestabili, sempre più proibitivi per un paese che non può reggere, con una grande crisi economica in atto, una disoccupazione elevata, in assenza di uno stato sovrano che possa creare moneta all’occorrenza. Flussi interminabili che non sono la regola, ma un’anomalia finora salutata da molti con finta misericordia e con totale incoscienza. E non chiamiamo il buon senso ‘populismo’. Alla ‘Gabbia ‘finalmente il filosofo Cacciari riconosce la stupidità di questo termine e di chi lo pronuncia.
“Hanno ragione gli italiani a protestare di fronte al degrado che l’immigrazione involontariamente reca nel paese perché questo paese non ce la fa e non può farcela.” Questo il senso delle sue parole. Se pensiamo che nell’Africa subsahariana ci sono 750 milioni di persone che attendono di cambiare la loro vita, pensiamo anche a cosa diventerà l’Europa in un prossimo decennio se i flussi continueranno con lo stesso ritmo. Sbaglia chi confonde il naturale processo di globalizzazione con gli eccessi di straripamento che, come i fiumi in piena, hanno bisogno di essere arginati per non provocare danni irreversibili che porterebbero all’ulteriore incremento di disordini, rivolte, povertà e disuguaglianza. Non tutti i fenomeni si autoregolamentano se non vi è il buon senso e l’intelligenza dell’uomo a guidarne i processi.
Immigrazione, economia, lavoro, moneta e politica non sono realtà inseparabili, ma si intrecciano con i programmi destabilizzanti di una politica ‘egemonica’ che può solo produrre miseria e sofferenze dentro e fuori l’Europa’, impedendo a quest’ultima un sereno proseguimento dell’obiettivo: unità. E se ‘i populisti’, parola che ha guadagnato un po’ di dignità sulla bocca di Cacciari , ritengono che la piaga migratoria vada curata con una strategia politica nuova e condivisa, anche dura se ciò significa non incrementare rivalità e disperazione nelle diverse classi sociali, allora questa ‘piaga’ deve essere rimarginata per ridare salute e armonia a tutti gli europei e non, nel rispetto dei loro diritti. Diversa la posizione dei minori non accompagnati per i quali sarebbe opportuno l’affidamento alle famiglie europee. Di fronte a queste realtà, tutte le belle parole di Landini servono a poco se lasciano il tema “immigrazione” fuori dal dibattito, come se il problema non esistesse.
Com’è possibile che i politici italiani ed europei, fino alla fine speranzosi nella vittoria di Clinton e Obama che, di fatto, avrebbe mantenuto inalterata l’attuale politica estera in Siria, Iraq e Libia, non si sono mai accorti di come e dove questa Europa stia approdando? In questa rovinosa caduta si colloca il debito di cui Bernard proponeva la soluzione in quel breve paragrafo riportato. E cosa dire dell’Euro che, con le drammatiche situazioni in atto, non trova terreno favorevole per crescere come un grande albero i cui frutti possano sfamare intere masse di immigrati, italiani ed europei in rotta verso la fame? Che qualcosa sia andato storto nella politica economica è evidente.
Alla puntata de “La Gabbia” è intervenuto in collegamento anche il senatore Elio Lannutti, presidente dell’Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari (Adusbef), che, parlando del Monte dei Paschi di Siena, ha tuonato contro gli abusi delle banche (qui l’intervista: https://youtu.be/BkCGvqL95lQ).Intanto ai cittadini si chiedono sacrifici enormi.Catherine Austin Fitts, ex consulente della segreteria dell’ l’amministrazione Clinton, nell’intervista a Foster Gamble autore e produttore del documentario ‘THRIVE’. (https://www.youtube.com/watch?v=4RAs-QPDn0Y), spiega come i banchieri americani stampino denaro dal nulla e truffino cittadini e risparmiatori. L’Italia invece, con la firma del trattato di Mastricht, non può più stampare moneta. Per acquisire denaro deve indebitarsi chiedendolo in prestito alla BCE la quale, in tempo di crisi profonda, ha stampato moneta per aiutare gli stati in difficoltà con finanziamenti a tassi bassissimi, salvo a poterli restituire tutti quando i tassi salgono e il danaro viene ritirato. In Europa si è chiamato Quantitative easing.
L’Euro, che Lannutti ha definito in un libro ‘La Rapina del Secolo’, non trova gli europei concordi nella strada da scegliere per riportare l’Europa ad un livello di vita sostenibile. La testimonianza del senatore Lannutti è stata coraggiosa per l’impeto con cui ha reso tangibile una verità scottante. Le banche avrebbero bruciato 108 miliardi in pochi anni e di questo, secondo il senatore, i banchieri dovrebbero rendere conto ai cittadini italiani. Come è spesso accaduto in altre trasmissioni, i redattori della Gabbia hanno messo in onda la voce fuori campo di un uomo ombra. Questi, senza mezzi termini, ha raccontato come Prodi abbia traghettato il paese sull’altra ‘sponda’, incoraggiando gli italiani ad accettare la nuova moneta perché tutti avrebbero lavorato un giorno in meno alla settimana. Quando firmarono il trattato di Mastricht nel 1992 dice lo speaker dal volto oscurato, ‘ i servi della finanza mondiale sapevano quel che firmavano’.Il più noto economista americano Milton Friedman, premio Nobel, lo aveva previsto. “ L’Euro sarà la fine dell’Unione Europea” aveva sentenziato. Nel 1997 profeticamente diceva: “La moneta senza un governo centrale con potere di spesa, aumenterà le divisioni politiche, facendo fallire l’Unione”. Da quale fondamento Friedman traeva queste conclusioni? E’ possibile che la sua collaborazione con la Federal Reserve e con lo stesso presidente Reagan possano aver acceso la sua intuizione verso profezie nate dalla esperienza reale nel campo minato della finanza più che dalle sue teorie? (https://www.youtube.com/watch?v=4RAs-QPDn0Y ). In ‘THRIVE’ gli stessi americani criticano e denunciano la corruzione dei banchieri titolari della Federal Reserve, cioè quei signori che controllerebbero la finanza mondiale e ogni campo della vita produttiva dei paesi nel mondo. Nel video infatti lo speaker e alcuni personaggi intervistati, raccontano in che modo i banchieri abbiano derubato i cittadini americani facendo collassare l’economia americana a vantaggio delle banche del mondo. Questo è ciò che oggi avviene in Europa. L’unica alternativa ma anche l’unica parola d’ordine è: Cambiamento. Forse Trump non è la panacea, ma meno si interesserà di Europa, più liberi saranno gli stati di realizzare la federazione senza il ‘cappello’ USA sulla testa. Quel capello che fino ad oggi ha solo fatto ombra alla luce.
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