PERFECT DAY: LOU REED E LA NEW YORK DI ANDY WARHOL
Al MArTA in anteprima nazionale per il Medimex 2023

«Proprio una giornata perfetta bere sangria nel parco e poi, più tardi, quando fa buio tornare a casa». Sono i versi della prima strofa del brano Perfect Day di Lou Reed, l’iconico artista della scena musicale newyorkese post anni ’60 e capofila di una generazione di musicisti anticonformisti, ribelli e dannati. Per celebrare il lascito artistico di Lou Rees, in occasione del Medimex 2023, e nel decennale della sua morte, il MArTA di Taranto (Museo Archeologico Nazionale) ospita, dal 14 giugno al 9 luglio, la mostra “Perfect Day: Lou Reed e la New York di Andy Warhol” che ripercorre la storia di un’artista che ha tracciato un grande solco nella musica contemporanea internazionale.
Nato a New York durante la seconda guerra mondiale, Lou Reed muove i primi veri passi come musicista, fondando insieme a John Cale i Velvet Underground, una band che sin da subito si fa contagiare dall’estro, dalla vivacità artistica e dall’ecletticità di un altro grande personaggio del movimento culturale della grande mela, Andy Warhol. Tra i Velvet e Warhol, è amore a prima vista: il primo album della band, The Velvet Underground and Nico, oltre a essere prodotto dal massimo esponente della Pop Art, viene pubblicato nel ’67 con la famosa “banana” in copertina disegnata dallo stesso Warhol. Quest’opera prima di Reed & Velvet, anche se non riscuote grande successo, si fa notare per la sensuale voce della conturbante modella tedesca Christa Päffgen, in arte Nico.
La vita musicale dei Velvet Undergound, anche se dura solo cinque anni con otto album pubblicati (5 in studio e 3 dal vivo), lascerà il segno nel movimento pop-rock statunitense, creando anche le basi per une genere musicale e culturale che di li a poco rivoluzionerà la seconda metà degli anni ’70 e gran parte degli ‘80: il Punk. Nei testi delle canzoni dei Velvet e poi di Reed da solista, non a caso, ci sono chiari riferimenti all’uso delle droghe pesanti, alla bisessualità, alla transessualità, alla povertà e a tutti quei temi, anche di carattere socio politico, che in quegli anni sono un tabù per la società puritana e perbenista non solo anglosassone, e che ritroveremo negli album dei Sex Pistols, Ramones, Clash, Siouxie and the Banshees, ecc...
Dopo l’esperienza con i Velvet Undergound, la carriera di Reed prosegue con importanti collaborazioni. Su tutte quella con David Bowie che gli produce il secondo lavoro da solista, Transformer. Ma non possiamo dimenticare Coney Island Baby (1976), il concept album Berlin (1973) e l’album fatto di sperimentazioni sonore come Metal Machine Music del 1975. E nel 2011 arriva anche Lulù, l’album in studio prodotto con i Metallica, la band più acclamata del panorama della musica metal a livello mondiale.
Dal legame con Warhol e i Velvet, anche se di breve durata, nasce un connubio di mondi diametralmente all’opposto ma molto vicini per un’espressione artistica che, tutto sommato, si rivolge alla massa e che ancora oggi risulta più innovativo che mai; la mostra, infatti, documenterà quegli anni di guerra del Vietnam e di lotte sociali, il dietro le quinte, le confidenze di un mondo frenetico e geniale. “Perfect Day: Lou Reed e la New York di Andy Warhol”, curata da ONO arte e in anteprima nazionale, comprende 55 fotografie ed è una collettiva che include le opere di alcuni tra i più importanti fotografi internazionali, da Mick Rock a Steve Schapiro, da Nat Finkelstein a Stephen Shore, passando per Ronn Spencer, Adam Ritchie e Allan Tannenbaum. A concludere il percorso espositivo anche alcune prime edizioni originali degli album di Lou Reed e dei Velvet Underground provenienti dalla collezione di Alessandro Santamaria. Per maggiori dettagli: www.medimex.it.
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