“STORIA DI STORIE DIVERSE” - III
INSEGNANTI DI SOSTEGNO ALLO SPECCHIO: LA DISABILITÀ TRA DIFFICOLTÀ E GRATIFICAZIONE

LA RUBRICA
Ogni capitolo scritto è una parte di una sorta di autobiografia professionale che si intreccia con descrizioni di momenti di vita personale.
“Storia di storie diverse”, ovvero storie di alunni disabili, persone con caratteristiche speciali, con limitazioni visibili, ma anche con innegabili potenzialità.
Si descriverà il percorso scolastico e le difficoltà incontrate, si spiegherà quanto sia ancora difficile oggi parlare di integrazione nella scuola primaria e quanti ostacoli si frappongano alla sua reale attuazione.
Le storie degli alunni si intrecceranno ad altre storie, a quelle familiari e a quelle scolastiche di compagni e insegnanti.
Gli articoli saranno pubblicati con cadenza settimanale nella omonima rubrica.
CAPITOLO TERZO
In questa rubrica, dedicata alla disabilità, sarebbe opportuna, ai fini di una maggiore consapevolezza da parte del lettore, una adeguata riflessione su alcuni termini, usati comunemente ma di cui non conosciamo con precisione il significato.
Spiegheremo come sono in relazione tra loro termini come malattia, menomazione, disabilità e handicap.
Useremo uno schema per visualizzare la loro relazione, che è di tipo sequenziale.
La malattia, l’infortunio o la malformazione determinano la menomazione.
La menomazione causa la disabilità, per cui la persona non è sufficientemente abile nello svolgimento delle attività quotidiane.
L’handicap, invece, è una condizione generale di svantaggio che una determinata persona vive in conseguenza di una menomazione o di una disabilità.
MALATTIA INFORTUNIO MALFORMAZIONE |
MENOMAZIONE |
DISABILITA’ |
HANDICAP |
Cerchiamo di analizzare, più nel dettaglio e attraverso spiegazioni concrete, i significati dei singoli termini.
“Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la menomazione è una perdita o un’anormalità a carico di arti, organi, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali” (Salvatore Soresi “Psicologia dell’handicap e della riabilitazione”, Il Mulino, 1998).
Esistono menomazioni visive o uditive, menomazioni a carico degli arti inferiori e superiori, menomazioni scheletriche, menomazioni del linguaggio o dell’intelligenza, in quest’ultimo caso si parla di ritardo mentale (gravissimo, grave, moderato e lieve).
“La disabilità, secondo l’O.M.S., è conseguente alla menomazione.
Per disabilità si intende qualsiasi restrizione o carenza nella capacità che ha l’individuo di svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano. Pensiamo alla esecuzione di attività quotidiane, alla capacità di lavarsi o di alimentarsi, alla funzione locomotoria e quindi alla capacità di camminare. Nelle persone disabili vi è uno scostamento, più o meno grave rispetto agli altri, relativo alle loro capacità di svolgere attività di tipo quotidiano” (Salvatore Soresi, “Psicologia dell’handicap e della riabilitazione”, Il Mulino, 1998).
Esistono vari tipi di disabilità: disabilità nella cura della propria persona, per esempio nel vestirsi o nell’igiene personale, nell’espletare le funzioni escretorie o nell’alimentarsi.
Disabilità di tipo motorio, tra cui, ad esempio, l’incapacità di deambulare.
Esiste anche la disabilità nel comportamento e nelle relazioni; in questo caso la persona, a causa della propria menomazione, si relaziona in modo disfunzionale all’ambiente, non risponde adeguatamente alle richieste degli altri e adotta comportamenti inappropriati.
Qualche anno fa ho seguito un alunno iperattivo (sindrome ADHD) che assumeva nei confronti degli insegnanti atteggiamenti di sfida e comportamenti oppositivo-provocatori. Era normale rimanere in classe e qui, rovesciare, nei momenti di maggiore ira o quando si sentiva contrastato, i banchi per terra, mettendo a rischio l’incolumità dei compagni.
Era un bambino di soli sei anni ma aveva una forza incredibile.
In questo caso la disabilità riguardava i suoi comportamenti, che si discostavano in modo grave da quelli degli altri, rendendolo assolutamente incapace di svolgere azioni di tipo quotidiano, come lo stare seduto ad ascoltare la lezione o a scrivere.
Lo ricordo come un anno di lavoro durissimo, Marco (nome di fantasia) era sempre fuori dalla classe, correva sempre e io dietro a lui, distruggeva qualsiasi cosa con cui entrava in contatto e vederlo calmo era rarissimo.
Come un “torello” sfidava chiunque cercava di scolarizzarlo e di fargli capire che esistevano delle regole.
Un giorno ero seduta su una panca bassa e lui era di fronte a me.
Senza un apparente motivo prese la rincorsa e mi dette una fortissima testata tra il naso e lo zigomo. La mia testa, di riflesso, venne spinta contro il muro, batté forte e poi rimbalzò. Non mi accompagnò nessuno al pronto soccorso.
Ci arrivai, fortunatamente, nonostante avessi dovuto guidare.
Ci arrivai barcollante, fu un rischio andare da sola ma in quel momento non me ne resi conto e nessuno a scuola, tra l’altro, si offrì di accompagnarmi.
Risultato: trauma cranico, contusione nasale e zigomatica.
Ebbi parecchi giorni di prognosi ma, se non mi sbaglio, non mi assentai e tornai a scuola. Marco non poteva rimanere senza di me.
Dopo poco tempo che ero in ospedale, in attesa di fare la radiografia, vedo Marco arrivare con il padre per chiedermi scusa. Era tornato in sé.
Dopo aver riflettuto sul significato del termine di menomazione e di disabilità, ci soffermeremo ora sul significato della parola handicap.
“Tra le conseguenze delle malattie possono comparire, accanto alle situazioni di menomazione o di disabilità, anche gli handicap”.
L’O.M.S. definisce l’handicap come una condizione di svantaggio, vissuta da una determinata persona, in conseguenza di una menomazione o di una disabilità.
Il soggetto non riesce a ricoprire il ruolo che normalmente gli sarebbe proprio in relazione all’età, al sesso e a fattori socioculturali.
L’handicap è la discrepanza tra lo stato del soggetto e le aspettative di efficienza che provengono sia da egli stesso sia dal gruppo di cui lui fa parte.
L’handicap è lo svantaggio vissuto, è l’inadeguatezza provata.Ma non è sempre presente:si manifesta soltanto quando noi pretendiamo livelli di prestazione standard, a prescindere dalle effettive possibilità della persona.
L’handicap compare in contesti di integrazione scolastica, sociale e comunitaria quando si pretende da una persona più di quanto essa possa effettivamente dare. Le situazioni di handicap sono provocate”.
(Salvatore Soresi “Psicologia dell’handicap e della riabilitazione”, Il Mulino, 1998).
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