“HELL IN THE CAVE”
Una emozione imperdibile

“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”, si legge nel verso XIV del canto III dell’Inferno, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, scritta in lingua volgare fiorentina tra il 1304 e 1321. Immaginate per un momento di entrare in un luogo dalle luci rarefatte, parole empie si diffondono nell’aria in un bisbiglio lugubre che si trasforma in urla strazianti tali da offuscare la mente e ombre che strisciano per terra, creando un alone di tensione tutto attorno a voi. Ecco! Per un attimo crederete di aver varcato la soglia dell’Inferno (di dantesca raffigurazione). È la descrizione, invece, dell’incipit di Hell in the Cave, un’opera teatrale basata sul primo cantico del capolavoro letterario dantesco, rappresentata nella cornice della grave delle Grotte di Castellana, nel comune di Castellana Grotte in provincia di Bari. Si tratta di uno spettacolo divenuto quasi stanziale in questa meraviglia architettonica della natura, tra le più famose e visitate al mondo.
E grazie al successo di critica e pubblico, riscontrato nelle prime repliche pre-pandemia, dall’alleggerimento delle restrizioni anti covid19, sono diventati frequenti gli appuntamenti che durante l’anno vanno in scena nella caverna d’ingresso delle grotte (lunghe circa 1.5 km) corrispondente alla voragine che si staglia per circa 400 metri verso l’alto. Sono sei gli appuntamenti in programma per assistere all’Inferno nelle Grotte di Castellana: sabato 24 settembre alle ore 21:00 e poi ancora domenica 9 ottobre alle ore 20:00, sabato 22 e lunedì 31 ottobre alle ore 21:00, sabato 12 e venerdì 25 novembre alle ore 21:00.Hell in the Cave, come accennato, è una rappresentazione rivisitata della prima cantica della Divina Commedia: i canti scelti sono tra i più famosi, con la presenza di personaggi come Lucifero, Minosse, Pier delle Vigne, Ciacco, Paolo e Francesca, il Conte Ugolino, Brunetto Latini, Ulisse e Beatrice.
Ho assistito a una replica di Hell in the Cave alcuni mesi fa, rimanendo molto sorpreso per la qualità non solo scenica dell’opera. È un viaggio immersivo che unisce danza, voci, suoni e luci, capaci di trascinare il pubblico, attraverso la potenza evocativa dei versi del sommo poeta, in un turbinio di suggestioni ed emozioni. Complice anche la stravolgente regia di Enrico Romita e la drammaturgia narrativa dell’attrice pugliese Giusy Frallonardo. Lo spettatore viene anche catapultato inconsapevolmente nell’impianto scenico, entrando in simbiosi e quasi a contatto (letteralmente parlando) con i demoni e dannati, unici e veri protagonisti del cantico infernale.
(ph. Mariagrazia Proietto: si ringrazia)
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