“LA PAZZIA DELLA GUERRA”
Il Papa torna ad accendere i riflettori sulla drammatica situazione in Ucraina

“Porto nel cuore i prigionieri, soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili, e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione”. Il pensiero del pontefice è ancora rivolto al conflitto in Europa tra Russia e Ucraina. La guerra va avanti senza sosta né tregua. Per lo meno qualche giorno fa si poteva sperare in un accordo, ma dopo l’attentato alla figlia di Aleksandr Dugin ogni tentativo di negoziazione è ormai vanificato.
Francesco in questi mesi ha provato in tutti modi a far da paciere, ma senza alcun riscontro positivo. In verità, Bergoglio ha svolto il suo ruolo da capo di stato, adoperandosi come diplomatico. Purtroppo, però, si fa cenno alla sua presenza solo nei discorsi di circostanza. La cosiddetta “agenda Bergoglio” viene scarsamente presa in considerazione, forse perché politicamente scomoda.
Ogni guerra risponde agli interessi di qualcuno, e questo Bergoglio lo sa benissimo. Il monito della Chiesa è molto chiaro: cercare costantemente la via del dialogo senza precludere nessuna strada. Per questo, il Santo Padre ricorda a tutti l’aspetto più importante, quello dell’umanità: “Tanti feriti, tanti bambini ucraini e bambini russi sono diventati orfani. La orfanità non ha nazionalità, hanno perso il papà o la mamma. Siano russi, siano ucraini. Penso a tanta crudeltà a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra una pazzia. E nessuno che è in guerra può dire: "No, io non sono pazzo".
Parole taglienti e alquanto lapidarie, perché mai come in questo momento storico la cristianità intera deve farsi sentire. Non bastano le intenzioni di preghiera o le belle frasi da slogan per i social, bensì occorre fornire una risposta concreta e reale. La guerra è pazzia, interesse… in conclusione dell’udienza, Francesco ricorda: “Coloro che guadagnano con la guerra e il commercio delle armi sono delinquenti che ammazzano l’umanità”.
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