"EXIT IN FIAMME", il romanzo di Luigi Balocchi
"libertà sarà l’ultimo buon pastore che indurrà gli uomini a scannarsi l’uno con l’altro"

In una futuribile Milano, vissuta e descritta attraverso la vicenda umana di Ludovico, giornalista in un grande quotidiano, l’apocalisse è alle porte. In un viaggio narrativo nei meandri di una megalopoli infinita, incandescente e asfittica, si assemblano visioni distopiche e disturbanti: incendi, siccità, acqua razionata, esplosioni di violenza e intolleranza, scontri razziali, incipiente desertificazione, corpi che si sciolgono in autocombustione. Nessun effetto Blade Runner: il rimando al reale, alla contemporaneità, è metodico, continuo.
In questo viaggio/incubo, punteggiato da situazioni grottesche e surreali, il protagonista interagisce con alcuni personaggi chiave con cui incamminarci nella prostrante definizione di una megalopoli occidentale alla fine della Storia: John Al Cairoeu, l’algoritmo-presidente di una catena societaria che di fatto ha nelle sue mani l’intera città; Luna, bellissima ballerina/prostituta/barista, che di sera lavora al Retro Show (locale modaiolo e crocevia di personalità di spicco della nuova economia nonché della malavita locale); il Maffei, collega informatico che progressivamente si chiuderà in un suo universo tecno-referenziale fino ad arrivare al suicidio; Nera, una vicina di casa sfregiata dall’acido che si rivelerà essere un potente hacker e, di fatto, l’anti-Luna; Heaven Cameron, personaggio misterioso che puntualmente segue le vicende esistenziali del protagonista; Yasser Rossi El Bakrani, responsabile del Sentiment Marketing Job One Search/SMJOS del SìProfitCity (già ufficio stampa del Comune), mera agenzia di marketing per conto di società multinazionali.
La trama, progressivamente, si dipana. Ludovico si rende conto che nulla di quello che vede è davvero reale; nessuno dei personaggi incontrati è quello che è o che dice di essere. Tutto ciò porterà al disvelamento dell’effettiva verità: sul nostro protagonista, cavia inconsapevole, è stato sperimentato un procedimento di induzione di realtà artificiale, organizzata da un’onnivora multinazionale in assoluto bisogno di ipotizzare futuribili scenari di mercato. Tutto ciò che vede Ludovico, accadrà. Il futuro, la distruzione, è rivelato…
Il romanzo si conclude nel laboratorio di una clinica privata in cui Heaven Cameron è responsabile medico. L’esperimento è riuscito alla perfezione. Ludovico torna a passeggiare in una quieta e scintillante Smart City. Tutto è perfetto, non fosse che per una fontanella da cui non esce più acqua ma sabbia; all’orizzonte, quel cupo rossore denso di distruzione che all’improvviso, su ogni cosa, incombe.
“EXIT in fiamme” è una favola nera, innervata sugli sconvolgimenti ambientali e sociali in atto; una discesa negli inferi senza redenzione, che pone l’accento sul totalitario controllo dell’individuo da parte del potere economico e culturale, in un mondo in cui i diritti individuali, tra cui quello all’informazione, sono merce di consumo e terreno di conquista da parte del regime di turno. Il protagonista è un disgraziato senza infamia e senza lode, un uomo qualunque allo sbando, un trafitto dal mondo, che ha in sé la sensibilità e l’intelligenza di cogliere le tracce della onnipervasiva manipolazione. L’essere cavia gli fornisce, per assurdo, una chiave di uscita per quanto l’esito (globale…) non potrà che essere tragico.
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