"FUGA CERVELLI":INVERSIONE DI TENDENZA DOPO IL LOCKDOWN

Sono tanti gli italiani emigrati all’estero che desiderano tornare in patria

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Gli anni passati sono stati caratterizzati da un’emigrazione di massa di italiani verso paesi, europei e non, che garantissero migliori condizioni lavorative, sia dal punto di vista economico che per arricchire il proprio curriculum vitae. Un fenomeno che è stato prontamente definito come “fuga di cervelli, e che ora sembra star subendo una decisa inversione. Tutto è cambiato con l’avvento del coronavirus e con il lockdown, che ha costretto quasi tutti ad approcciarsi con lo smartworking.

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Con l’emergenza sanitaria e la scoperta di nuove modalità con cui connettersi, definite propriamente con la dicitura di “lavoro agile”, complici gli incentivi concessi dal governo, molti nostri connazionali residenti all’estero stanno pensando di tornare in patria o l’hanno già fatto, avvertendo la necessità di ricollocarsi nel mercato del lavoro italiano. Come muoversi in tal senso? “Quella del ‘ritorno a casa’ è certamente un strada che, ultimamente, è stata imboccata da un numero crescente di giovani emigrati all’estero. Ne abbiamo conferma quotidianamente, quando riceviamo i curricula di italiani che, pur essendo impiegati oltre confine, si candidano presso delle aziende italiane. E a confermarlo ci sono delle interessanti indagini effettuate negli ultimi mesi, a partire da uno studio effettuato dal Centro Studi Pwc mediante LinkedIn, secondo il quale 1 talento su 5 desidererebbe tornare in Italia. – spiega Carola Adami, head hunter e CEO della società di selezione del personale Adami & Associati (www.adamiassociati.com) - Per agire correttamente, occorre partire come sempre dall’aggiornamento del curriculum vitae, con l’inclusione dell’esperienza lavorativa effettuata all’estero. Quando si parla di CV ogni dettaglio può fare la differenza, ed è quindi bene soffermarsi su ogni singola informazione per comunicare in modo chiaro, idoneo e coerente”.

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Una volta perfezionato il curriculum vitae vale certamente la pena ottimizzare il proprio profilo LinkedIn, visto che la maggior parte dei selezionatori italiani, infatti, utilizza ormai abitualmente questa piattaforma per individuare nuovi talenti. - conclude l’esperta - A tal proposito noi abbiamo inserito nel nostro organico dei consulenti di carriera, che sono pronti ad aiutare i talenti che desiderano ricollocarsi al meglio sul mercato italiano, pianificando al meglio il ritorno in Italia”.

Massimo Favia

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