"MA IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU"

Per International Web Post l’intervista a Claudio Boccaccini, Francesca Nunzi, Caterina Gramaglia, Marco Cavallaro

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cms_22333/0.jpgIl 24 giugno è tornato il Marconi Teatro Festival la rassegna curata da Felice Della Corte che ha aperto con “Ma il cielo è sempre più blu” di Steve Karenne, diretto da Claudio Boccaccini. Un Cast corale ed eccellente:
Marco Cavallaro (il mammone), Francesca Nunzi (l’escort), Fabrizio Gaetano (il meccanico), Tonino Tosto (il professore), Maurizio D’Agostino (il colonnello) Caterina Gramaglia (Alessia l’artista), Silvia Brogi (la snob), Marina Vitolo (la fruttivendola) , Silvia Mazzotta (la donna con due nomi Maria e Carla che ha fuso in Marla) Felice della Corte (l’avvocato), Tiziana Sensi (la barbona), Vanina Marini (la suora).

In una piazza si raduna una piccola folla, attratti da un uomo su un cornicione. Una piazza che ricorda l’agorà dell’antica Grecia il cui significato era raduno e indicava la piazza principale della polis. In pochi minuti si aggiungono altre persone che spinti dalla curiosità decidono di fermare le loro vite per vedere come andrà a finire.
Il testo è bello e rispecchia molto la situazione attuale che ci ha fatto passare dalla socialità alla solitudine. I personaggi sono anime perse che cercano di andare avanti e di sopravvivere e non di vivere. Ognuno con i propri casini, annaspando tra mille difficoltà. Sul palco non ci sono gli artisti con i propri personaggi ma un’umanità vera che per alcuni versi è anche Corte dei miracoli. Carpe diem? Faber est suae quisque fortunae? Distanti gli uni dagli altri ma coesi e pronti a tendere una mano all’altro. Ognuno di loro confessa l’inconfessabile ma lo fa in maniera poetica.

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cms_22333/claudio_boccaccini.jpgClaudio Boccaccini com’è stato dirigere un cast corale?

Ho diretto a lungo cast molto nutriti, in un certo senso sono abituato e mi trovo molto bene.Con alcuni pur conoscendoli bene non avevo mai lavorato.

Come Francesca Nunzi e Caterina Gramaglia che sono due attrici eccelse.

Il clima di uno spettacolo dipende sempre dall’ osservanza rigorosa dei ruoli, gli attori fanno gli attori, il regista fa il regista...in questo caso è così e quindi il clima è ottimo.

Lo spettacolo ha un grande successo e anche questo aiuta. Il finale è molto beckettiano…! E’ uno spettacolo sulla precarietà della vita, su quello stare in bilico che scatena la comunicazione.

Se ti avessero chiesto di aggiungere un personaggio, chi avresti messo?

Il personaggio in più c’è già ma non lo vediamo perché è il signore sul cornicione.

Cosa hai provato alla ripartenza?

La speranza di dare una lunga vita allo spettacolo per adesso è prevista una ripresa a settembre.


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Francesca Nunzi chi è la prostituta che interpreti?

Sono Lulù una prostituta di cuore che lavora in zona e che conosce bene i negozianti della piazza.

E’ una donna vera che ha affrontato la vita sin da bambina.

Lulù ha studiato, è colta, generosa e diretta.Mi è piaciuta molto interpretarla

Uno spettacolo corale con tanti attori! Affiatati o...?

Molto affiatati, un bellissimo gruppo capitanato da un grande Regista.


cms_22333/caterina_gramaglia.jpgCaterina Gramaglia hai il ruolo di un’Artista ti sei ispirata a te stessa o hai portato altro?

Ogni personaggio in qualche modo si nutre dell’attore e viceversa.

C’è un dialogo costante interiore tra “l’interprete” e “il carattere”. Sicuramente nel ruolo dell’Artista c’è tanto di Caterina.

Questa “Animella” come tutti gli artisti ha un costante senso di inadeguatezza, è un idealista, ha un occhio sul mondo attento e analitico, è una grande osservatrice delle vite degli altri anche per poterle ricreare, reinterpretare su carta.

L’Artista dice “come Don Chisciotte che confonde la realtà dall’immaginazione, io mi sono sentita allo stesso modo”.
Credo che in questa frase ci sia tutta la sua essenza.

Uno spettacolo corale con tanti attori! Affiatati o...?

Siamo 12 attori, di questi tempi una rarità come numero ma anche come affiatamento. Siamo una bellissima compagnia, c’è una sincera sintonia fuori e dentro la scena.Tutti tanto diversi come sono diversi i personaggi che interpretiamo. C’è una grande umanità, umiltà, un bello spirito di collaborazione e una grande generosità e ascolto.

Cos’hai provato alla ripartenza?

Ho debuttato il 20 maggio al teatro Metastasio di Prato con la commedia “Domani è un altro giorno” con Antonio Tintis, Gabriele Sabatini e Alessandro Averone che curava anche la regia.Cito gli attori perché ora più che mai è necessario ricordare gli attori, soprattutto se bravi e ancor di più in quest’anno così faticoso. Ero l’unica donna e avevo un ruolo brillante che devo dire mi ha divertito molto. Beh riprendere è stato emozionante. Il messaggio prima dell’apertura sipario finiva con “Bentornati a Teatro”. Ritrovare il pubblico è stata la cosa più bella, ognuno per se in questo anno ha fatto cose provando anche a esprimere la propria creatività ma il teatro per me esiste solo se c’è il pubblico che è parte importante dello spettacolo.
Poi sono arrivata in questo spettacolo ed ogni sera mi sento benedetta di averlo scelto questo mestiere, di avere la forza di continuare a farlo nonostante tutto e dopo questo lungo anno di forzata “sospensione” e di grandi riflessioni mi sento di dire che il Teatro ancora di più ha un ruolo fondamentale in questa società attaccata al virtuale. Perché il Teatro è cosa viva.

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Marco Cavallaro “hai il ruolo del “Mammone” solo sul palco o anche nella vita?

Assolutamente no… sono molto indipendente, certo la mamma è sempre la mamma, ma mammone mai.

Uno spettacolo corale con tanti attori! Affiatati o…?

Siamo un bel gruppo, con tanti ci conosciamo da anni, con altri è la prima volta ma l’affiatamento è lo stesso.

Cos’hai provato alla ripartenza?

Era ora e speriamo che tutto questo delirio finisca molto presto!

Elisabetta Ruffolo

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