"SENZA SCUOLA E SVILUPPO ECONOMICO NON PUÒ ESSERCI LIBERAZIONE NAZIONALE NÉ DEMOCRAZIA"

Intervista al filantropo albanese-americano Ramiz Tafilaj – Parte I^ (con traduzione in lingua albanese)

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cms_25966/000.jpgLe sue centinaia di borse di studio, pubblicazioni e traduzioni di libri, investimenti in sport, cultura e arte fanno dell’albanese-americano Ramiz Tafilaj uno dei più importanti filantropi della causa nazionale tra gli albanesi in emigrazione. Tutto ciò l’ha portato ad essere insignito dal presidente americano Trump del premio "Lifetime Achievement", uno dei più alti riconoscimenti che un civile in America possa ricevere, dopo 18 mesi di ricerca da parte del Dipartimento di Stato e su suggerimento del vicepresidente Biden, che conosce molto bene la situazione albanese.

Oltre 400 borse di studio per studenti albanesi non per andare all’estero ma per essere educati nel Paese, perché solo i giovani possono portare un cambiamento radicale. Oggi a tutti i livelli di istruzione, cultura politica, ci sono studenti che hanno preso parte al finanziamento della sua istruzione in Albania, Kosovo e nella Valle di Presevo.

Abbiamo incontrato Ramiz Tafilaj e gli abbiamo posto alcune domande.

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Signor Tafilaj, benvenuto nel suo Kosovo. È un piacere incontrare un filantropo come lei, una persona così affermata e importante nella comunità albanese negli Stati Uniti d’America.

Cosa la porta a visitare la sua città natale?

Si tratta di un ritorno in patria finalizzato anche alla promozione del libro del dottor Salih Krasniqi, pubblicazione resa possibile dalla mia casa editrice, "Jalifat", sui crimini serbi al Centro Ospedaliero di Prishtina durante la guerra del 1998-1999. Un importante elemento di prova per attestare i crimini contro pazienti, bambini e il servizio medico albanese che era in ospedale. Abbiamo anche avuto l’opportunità di promuovere un altro libro, "I crimini serbi in Kosovo, il caso Decani", che documenta gli stupri avvenuti nel comune di Deçan.

Ho anche parlato con altri comuni per avere l’opportunità di documentare i crimini serbi in Kosovo durante la guerra del ’98 - ’99 poiché questo sarebbe compito del governo del Kosovo, ma non li vedo tanto attivi in questa direzione. Parliamo di un lavoro potenzialmente molto utile dal momento che l’attestazione di questi fatti potrebbe essere messa a rischio e scomparire; gli stessi serbi cercano di occultarne le prove.

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Lei è promotore di molti libri e autori albanesi. L’ultimo è stato il libro del professor Jusuf Buxhovi, "Kosovo-Short History", che ha avuto modo di pubblicare e promuovere anche alla Harvard University. Quanto è importante la promozione di queste opere negli Stati Uniti d’America?

Poiché siamo stati isolati per molti anni, l’Albania sotto la dittatura di Enver Hoxha e gli albanesi del Kosovo sotto la Jugoslavia, non ci sono stati molti casi in cui gli stranieri hanno raccolto informazioni su di noi. Lì sono molto interessati a sapere di noi. Un buon esempio è stato il libro Kosova in tre volumi che abbiamo pubblicato in inglese e che racchiude l’intera storia del popolo albanese in tutti i suoi territori negli ultimi 3000 anni.

Abbiamo sostituito nelle università alcuni libri di autori serbi con quelli di autori albanesi, ovvero Jusuf Buxhovi, Adem Lushaj, Lorin Brega, ecc.

Come è stata resa possibile la promozione ad Harvard?

Un mio amico quando ha studiato lì ha lasciato un’ottima impressione e ha reso possibile il contatto con il dipartimento di storia, attraverso il quale poi è stata ideata la promozione. Neppure loro stessi immaginavano che questa promozione sarebbe stata così interessante, anche su una scala così ampia, considerato il successo riscosso: la sala era piena di spettatori.

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Abbiamo fatto la nostra seconda visita alla Fan Noli Church di Boston. Anche lì, l’incontro che abbiamo avuto con la comunità albanese è stato molto suggestivo. Abbiamo visitato quel piccolo ufficio di Fan Noli e da quell’ufficio sappiamo che si è formata la prima associazione albanese "Vatra" nel 1912; poi dallo stesso ufficio si è lavorato per rendere possibile la creazione dello Stato albanese.

Quindi anche da iniziative così modeste possono nascere grandi cose. Lì abbiamo donato 240 libri di Buxhovi e 40 libri sulla storia della Macedonia che fa parte della storia albanese, per poterli vendere e creare un fondo per il mantenimento della Chiesa.

Come è cambiata la comunità di emigranti albanesi durante questi 50 anni in America, soprattutto con l’arrivo di nuovi migranti dall’Albania?

Prima degli anni ’80 e ’90 eravamo più compatti. Era molto più facile riunirsi e discutere un argomento o supportare una causa.

Quando eravamo sotto la Jugoslavia o gli albanesi dell’Albania sotto la dittatura di Hoxha, sapevamo che avevamo un nemico comune. Oggi, invece, subiamo l’influsso di molti partiti politici che portano divisione e competizione tra di noi. Abbiamo scelto di vivere in Occidente e gli influssi dei partiti politici qui non dovrebbero influenzarci. Dobbiamo considerare la questione nazionale nella sua globalità e presentarla nella sua interezza, senza contaminazioni di sorta.

A Huston, dove ho vissuto nel ’74, e poi nei primi 10 anni non c’era albanese.

Ho dovuto integrarmi nel contesto americano, dove ho anche studiato informatica, come formatore di computer in lingua Kobol. Poi ho aperto il mio studio e sono stato eletto Presidente della Camera di Commercio di Houston. Ho accompagnato centinaia di delegazioni di affari in tutto il mondo ma anche in Kosovo. Mio padre mi ha portato a comprendere che senza scuola non c’è liberazione nazionale, quindi ho investito negli studi di molti studenti albanesi. In una conversazione con il Dipartimento di Stato nel 1987, mi è stato detto apertamente che senza la democratizzazione dell’Albania non esiste il Kosovo. Anche se ci sembrava strano perché nella nostra percezione il problema era il Kosovo e non l’Albania, poiché avevamo sempre percepito Enver Hoxha come il "padre" dell’albanesità.

Non conoscevamo le sofferenze degli albanesi. Dall’89 -94 in poi ho vissuto in Albania, dove ho partecipato alle manifestazioni dei Democratici insieme a molti miei amici. Prec Zogaj, Blend Fevziu, Azem Hajdari, Sali Berisha. Ho alcune registrazioni molto interessanti che devono ancora vedere la luce.

Ho provato a lavorare con i più giovani poiché per gli adulti è un po’ difficile cambiare mentalità. In quel periodo abbiamo formato il gruppo musicale, "Thunderway", Elton Deda, Gjergj Jorgaqi etc. introducendo per la prima volta la musica Heavy metal per influenzare il cambiamento della mentalità albanese. Sono stato lo sponsor dello spettacolo "12 balli senza sabato", ho portato per la prima volta la boxe in Albania, lo spettacolo "A tarda sera", sulla presentazione della cultura di tutti i territori albanesi. Nel ’94 sono poi tornato in America.

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cms_25966/Foto_4.jpgAmaneti i babes me shtyu te studioj dhe te investoj ne studime të të rinjve shqiptar

“Pa shkolle dhe zhvillim ekonomik nuk ka as çlirim kombetar, as demokraci ”

Me qindra bursa studimi , publikime dhe perkthime librash , investime ne sport , kulture dhe art e bejne Shqiptaro-Amerikanin, Ramiz Tafilaj nje nder filantropet me te rendesishem të kauzes kombetare nder shqiptaret ne emigrim!

I dekoruar nga Presidenti Amerikan, Trump me cmimin , “Arritje Jetesore “ nje nder cmimet me te larta qe mund te marre nje civil ne Amerike, me sugjerim nga Zv.Presidenti Biden i cili e njeh situaten shqiptare shume mire, cmim qe vjen pas 18 muaj hulumtimesh nga departamenti i shtetit.

Mbi 400 bursadhurat per studentet shqiptare qe te mos shkonin jashte vendit por te shkolloheshin ne vend pasi vetem te rinjte mund te sjellin nje ndryshim rrenjesor. Sot ne te gjitha livelet e arsimit , kultures politikes, ka studente qe kane qene pjese e financimit te shkollimit te tij ne Shqiperi , Kosove dhe Luginen e Presheves.

Pershendetje baca Ramiz. Mire se keni ardh ne Kosoven tuaj. Eshte kenaqesi te takohesh me nje filantrop si ju nje person kaq i afirmuar dhe i rendesishem mes komunitetit shqiptar ne Shtetet e Bashkuara te Amerikes

Cili është qellimi i vizites tuaj te fundit ne vendlindje?

Natyrisht qe nje rikthim ne vendlindje por gjithashtu Ketu me solli edhe promovimi i librit te Doktor Salih Krasniqit te cilin publikim e mundesoi shtepia botuese imja, “Jalifat”, mbi krimet serbe ne QKUK qendren universitare te Kosoves . Nje deshmi e rendesishme kunder krimeve mbi pacientet, femijet dhe sherbimin mjekesor shqiptar qe ishte ne spital. Gjithashtu kemi pasur mundesi te promovojme edhe nje liber tjeter, “Krimet serbe ne Kosove, Rasti i Decanit”, ku dokumentohen edhe dhunimet qe u bene ne Komunen e Deçanit.

Kam folur edhe me komuna te tjera per te pasur mundesine e dokumentimit te krimeve serbe ne Kosove gjate luftes ‘98-‘99 pasi qe kjo duhet te ishte detyra e qeverise se Kosoves por i shoh ata te pa aktivizuar apo te interesuar. Kjo do te ishte nje pune me shume dobi pasi keto fakte mund te rrezikojne dhe te zhduken sepse edhe vete serbet tentojnë qe ti zhdukin.

Ju jeni promovues i shume librave dhe autoreve shqiptar, rasti i fundit ishte libri i fundit i Profesor Jusuf Buxhovit te cilit i keni publikuar librin “Kosova-Histori e shkurter” qe ju pater rastin ta publikoni dhe ta promovoni ne Harvard. Sa rendesi ka promovimi i ketyre veprave ne Shtetet e Bashkuara te Amerikes?

Per arsye se ne kemi qene te izoluar per shume vite me radhe, Shqiperia nen diktaturen e Enver Hoxhes dhe ne shqiptaret e Kosoves nen Jugosllavi, nuk ka pasur shume raste per te huajt qe te mbledhin informacion mbi ne. Ketu jane shume te interesuar te dine. Shembull i mire ka qene libri Kosova ne tre vellime te cilin e kemi publikuar ne anglisht dhe ku perfshihet gjithe historia e popullit shqiptar ne te gjitha trevat e tij ne 3000 vitet e fundit.

I kemi zevendesuar neper universitete disa libra te autoreve serb me ato te autoreve shqiptar pikerisht me Jusuf Buxhovin, Adem Lushaj, Lorin Brega Etj.

Si u be i mundur promovimi ne Harvard?

Nje mik i imi kur ka pas studiuar atje ka pas lene mbresa shume te mira edhe ai beri te mundur kontaktin me departamentin e historise me ane te te cilet pastaj u be i mundur promovimi. Edhe ata vete nuk e mendonin se ky promovim do te ishte me aq interes edhe ne permasa kaq te medha. Salla ishte e mbushur plot me njerez shume te interesuar

Viziten e dyte e beme ne Kishen e Fan Nolit ne Boston. Edhe aty ka qene shume mbreslenes takimi qe patem me komunitetin shqiptar

Vizituam ate zyren e vogel te Fan Nolit e prej asaj zyre ne e dime se u formua “Vatra” e me pas Shteti Shqiptar

Pra edhe prej gjerave aq te vogla mund te lindin gjera te medha. Aty dhuruam 240 libra te Buxhovit dhe 40 libra mbi historine e Maqedonise e cila Eshte pjese e historise shqiptare, me qellim qe te mund ti shesin dhe te krijojne nje fond per mirembajtjen e Kishes.

Si ka ndryshuar komuniteti emigrant shqiptar nder keto 50 vite ne Amerike, edhe sidomos me ardhjen e emigranteve te rinj shqiptare nga Shqiperia?

Para viteve ‘80-‘90 ne kemi qene me kompakt. Ishte shume me e thjeshte qe te mblidheshim dhe te diskutonim per nje teme apo te ndihmonim per nje kauze

Kur ishim nen jugosllavi apo shqiptaret e Shqiperise nen diktaturen e Hoxhes, ne e dinim se cilin kishim armik ndersa sot ne emigracion influencojne shume partite politike që sjellin perçarje dhe konkurrenc mes nesh. Ne e kemi zgjedhur qe te jetojme ne Perendim dhe influencat e partive politike ketu nuk duhet qe te influencojne në ne. Duhet qe ta marrim ne teresi çështjen kombetare dhe ta prezantojme ne teresi pa u influencuar nga askush

Ne Huston ku kam jetuar une ne vitin ‘74 dhe me pas ne gati 10 vitet e para nuk ka pasur asnje shqiptar

Mu desh te integrohem ne jeten amerikane ku studiova edhe per IT , formator i kompjuterave ne gjuhen koboll. Me pas hapa firmen time dhe u zgjodha Kryetar i Odes Ekonomike te Hustonit. Kam shoqeruar me qindra delegacione biznesesh neper Botë por edhe ne Kosove. Babai ma ka pas lene amanet se pa shkolle nuk ka çlirim kombëtar, keshtu qe kam investuar ne studimet e shume studenteve shqiptare. Ne nje bisede me departamentin e shtetit ne vitin 1987 mua m’u tha hapur se pa demokratizimin e Shqiperise nuk ka Kosove. Edhe pse na u duk cudi sepse ne perceptimin tonë problemi ishte Kosova dhe jo Shqiperia, pasi Enver Hoxhen e kishim perceptuar gjithmone si “babain” e shqiptarizmit.

Nuk i dinim vuajtjet e shqiptareve. Nga viti ‘89-94 me pas une jetoja ne Shqiperi ku mora pjese ne demonstratat e demokrateve bashke me shume miq te mi. Prec Zogaj , Blend Fevziu , Azem Hajdari, Sali Berisha . Kam disa incizime qe ende se kane pare driten shume interesante.

Me shume jam munduar te punoj me te rinjte pasi me me te vjetrit eshte pak e veshtire te ndryshosh mentalitetin. Ne atë kohe formuam grupin muzikor , “Thunderway”, Elton Deda, Gjergj Jorgaqi Etj duke futur per here te pare Heavy metal music qe te influenconim ne ndryshimin e mentalitetit shqiptar. Kam qene sponsor i spektaklit “12 vallezime pa nje te shtunen”, kam sjelle boksin per here te pare ne Shqiperi, soektaklin “Nje mbremje e vonuar”, mbi prezantimin e kultures e te gjitha trevave shqiptare. Ne vitin ‘94 me pas u riktheva ne Amerike.

Marsela Koci

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