"Succede oggi, succedeva allora"
Pillole di vita

Ciascuna storia merita di essere raccontata con la voce di chi l’ha vissuta.
Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo lo scritto di una nostra lettrice,Francesca ALBANTI di Maratea (Potenza-Basilicata),che arricchisce questa nostra rubrica "Pillole di Vita", di cui ciascun lettore potrà farsi protagonista raccontando l’aneddoto più significativo della propria vita.
"Succede oggi, succedeva allora"
Avevo lasciato il mio paese, Maratea, in provincia di Potenza, per studiare a Roma. Ero iscritta alla facoltà di lettere e filosofia ed avevo trovato lavoro presso un importante istituto (chiamiamolo così, ma era molto più che un semplice istituto) retto da salesiani, famosi per la loro rettitudine e la loro serietà.
Il mio datore di lavoro non era italiano; stava scrivendo una collana di libri di religione per le scuole medie ed aveva bisogno di chi correggesse le bozze dei suoi libri prima della stampa.
Mi telefonava, andavo da lui, mi consegnava un registratore dove aveva a lungo parlato di tutto quello che aveva da dire ed il resto era tutto compito mio: Interpretare, trascrivere in perfetto italiano, battere a macchina e riportare il tutto. il compenso era davvero misero, ma…meglio che niente! D’estate e a volte anche d’inverno, si faceva la sperimentazione dei testi con un gruppo di suore con le quali ci trasferivano in montagna e così conobbi le bellissime Dolomiti!
Si andava avanti così, direi serenamente ed anche con molte soddisfazioni.
Persino il papa ci scriveva per elogiare il nostro lavoro ed io, quando leggevo sulla prima pagina di ogni libro che il Professore mi ringraziava per la collaborazione alla stesura e al lavoro di segreteria, mi sentivo davvero orgogliosa. La mia stima per lui era incommensurabile…ma un giorno, nel mese di agosto, quando l’istituto era deserto perché gli studenti erano in ferie, mi chiese di accompagnarlo a prendere dei libri in biblioteca.
Anniversario Fondazione Congregazione Salesiana (dal Web)
Scese dalla scala dove era salito perché il libro era in alto e aihmè mi saltò addosso. Oggi trovo questo fatto tanto ridicolo da farmi ridere, ma allora fu veramente una delusione immensa. Fuggii a tutta velocità… poi presi appuntamento con il suo superiore ed andai a raccontate il fattaccio.
Per prima cosa il superiore mi disse: sapevamo, lei camminava sul bagnato. Non vada via, rimanga con noi così potremmo “tenerlo a bada”
Alla richiesta di avere una mia liquidazione per il lavoro svolto rispose che avevo già avuto parecchi soldi (Il prof. li mandava ad una suora che aspettava un bambino da lui ma in realtà risultava che li desse a me)
Mi arrabbiai moltissimo e dissi che avrei trasmesso la notizia a tutti i quotidiani… ma lui sentenziò: Dio condanna non tanto chi da scandalo ma soprattutto chi lo propaga!
Ed infine: Di quanti soldi ha bisogno per finire i suoi studi all’Università?
Non accettai… ma nel corso degli anni, forse, qualche volta, non sempre, o più di qualche volta, me ne sono un po’ pentita!
Francesca ALBANTI di Maratea (Potenza - Basilicata)
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