"TUBERCOLOSI IN RIPRESA, RICOMINCIA A FARE PAURA"

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cms_29852/00.jpeg"La tubercolosi ricomincia a fare paura, a causa dei ceppi resistenti ai farmaci. E’ brutto da dire perché di paura ne abbiamo avuta troppa e non ne vorremmo più sentire parlare. Ma i micobatteri resistenti cominciano a preoccuparci davvero".

Così Massimo Andreoni, direttore scientifico Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), oggi a Roma, a margine dell’incontro ’We stand with public health: a call to action for infectious disease’, organizzato insieme alla Società italiana di medicina generale e cure primarie (Simg), alla vigilia della giornata mondiale della tubercolosi.

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"Parliamo di una malattia in ripresa", continua Andreoni. "E questo è un po’ inevitabile perché la globalizzazione ha tanti aspetti positivi ma anche molti negativi. Permette anche ai germi di circolare meglio. Il problema è che anche il bacillo tubercolare, che conosciamo da centinaia di anni, ora sta diventando multiresistente. Esistono dei casi in cui il trattamento diventa molto complicato perché dobbiamo usare 7 o 8 farmaci e a volte non riusciamo a sconfiggere il micobatterio. Se questi casi diventano preponderanti, il problema diventa molto grave".

CASI NEL MONDO

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La tubercolosi resta una delle principali infezioni killer nel mondo, con 1,6 milioni di morti e milioni di contagi ogni anno a livello globale, e un impatto enorme su famiglie e comunità. L’anno scorso, complice la pandemia di Covid-19, per la prima volta in quasi due decenni l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato una risalita dei casi di Tbc e di Tbc resistente ai farmaci, insieme a un aumento dei decessi.

L’Italia è in pole verso l’obiettivo di eliminare la tubercolosi entro il 2030, rilanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità alla vigilia del World Tb Day che si celebra il 24 marzo.

cms_29852/01.jpg"L’Italia, con circa 3mila nuovi casi l’anno, è un Paese definito a bassa endemia di tubercolosi (come la maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale) ed è uno dei Paesi candidati a vincere questa battaglia", afferma Daniela Maria Cirillo, presidente della Società europea di micobatteriologia (Esm) e coordinatore per l’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) del gruppo di lavoro sui micobatteri.

Ma "perché questo avvenga - avverte l’esperta, a capo dell’Unità Patogeni emergenti dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano - è necessario che si prenda coscienza che la malattia esiste ancora, che colpisce i più fragili e che deve essere riconosciuta prontamente e trattata opportunamente per evitare nuovi contagi".

Massimo Montinari

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