2 GIUGNO 1946
Fu anche il primo voto delle donne a elezioni politiche

Il 2 giugno 1946 non fu solo il giorno del referendum monarchia-repubblica
Fu anche il primo voto delle donne a elezioni politiche (dopo quelle amministrative nell’aprile dello stesso anno).
Le donne che fino ad allora non avevano potuto votare, solo perché donne (e questo accadeva 75 anni fa), finalmente potevano esprimere il loro pensiero, esercitando il diritto di voto.
Sembra banale, dalla prospettiva di oggi, ma non lo è affatto.
Proviamo a metterci nei panni delle ragazze del ’46 che provano l’emozione di poter finalmente mettersi in fila e andare a votare, l’emozione di poter scrivere su quel riquadro il proprio sì alla repubblica, la sensazione di riprendere in mano il futuro, superando gli anni bui e drammatici del fascismo e della guerra.
Proviamo a metterci nei panni delle ragazze che furono invitate ad andare a votare “senza rossetto”. Già:
“Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto”. Così raccomandava il Corriere della Sera all’epoca.
E “Senza rossetto” è proprio il nome di un bel progetto di Silvana Profeta ed Emanuela Mazzina, che hanno raccolto le testimonianze di tante donne che per la prima volta nel 1946 andarono a votare, rigorosamente “senza rossetto”.
Per queste ragazze del ’46, diverse per vissuto, ambiente, geografia e anche ideologia (non tutte votarono per la repubblica), la conquista del diritto di voto è stata un momento fondamentale non solo dal punto di vista politico, ma anche simbolico, nel lungo cammino verso la parità.
Un cammino che è ancora lungo e ricco di ostacoli e impedimenti, ma forse guardare l’entusiasmo di queste donne ancora così combattive e piene di vita può essere di ispirazione.
“Che cosa bella poter esprimere il proprio pensiero, per le donne… E l’emozione, scrivere il sì su quel riquadro, scrivere il nome del favorito, ecco per questo dobbiamo ringraziare chi è morto per la libertà altrimenti avremmo continuato a vivere sotto il regime totalitario. Vivere e basta, vegetare, senza far ascoltare la propria voce” (Dalla testimonianza di Iole Mancini, disponibile al sito Senza Rossetto. net).
La Repubblica è stata una conquista, ma anche il voto alle donne. Non dimentichiamolo, e continuiamo il percorso intrapreso dalle nostre nonne tanti anni fa.
La Farfalla della gentilezza(Valentina M. Donini)
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