ACHILLE LAURO IN PIAZZA SALOTTO A PESCARA CON IL SUO “SUPERSTAR TOUR”.

Quando ho saputo che Achille Lauro avrebbe fatto un concerto nella mia città, Pescara, sicuramente la prima cosa che mi ha spinto a recarmi in Piazza Salotto per assistere al suo concerto è stata la curiosità.
Penso, infatti, che alla base del mestiere del giornalista ci debba essere anche il desiderio di vedere e ricercare cose nuove.
Uno dei motivi fondamentali che mi ha spinto a scegliere questa professione è proprio questo: la possibilità di condividere con gli altri, attraverso la scrittura, la mia passione per l’arte e la musica in generale.
Erano circa le diciannove quando sono arrivata e già molti fan erano lì dalla mattina per essere in prima fila davanti al palco.
Io stessa, mi sono chiesta cosa di quell’artista cosi particolare, eclettico e sorprendente, potesse tanto piacere ai ragazzi.
La risposta mi è arrivata non appena è iniziato il concerto.
Achille Lauro di certo non passa inosservato, non annoia ed è anche bravo.
Forse è proprio il suo essere originale e sopra le righe che porta tantissime persone a fare ore e ore di fila per vedere un suo concerto.
Nella musica, come in altri ambiti della vita, a volte si ha bisogno di cercare qualcosa di diverso e sensazionale che catturi la propria attenzione.
Un motivo anche per riflettere su come le canzoni e gli artisti siano cambiati nel corso degli anni, adeguandosi alle tematiche, scomode ma attuali dei nostri giorni.
Si accendono le luci e inizia uno dei concerti più particolari che abbia mai visto.
Achille Lauro, che piaccia o no, sicuramente non lascia indifferenti.
La parola d’ordine, infatti, è stupire.
Il suo modo di muoversi sul palco, di vestirsi e di comunicare con il pubblico attraverso i testi delle sue canzoni hanno qualcosa di magico e sorprendente.
Sì, perche i suoi non sono semplici live ma dei veri e propri show, o come piace chiamarli a lui “progetti”, che richiedono mesi e mesi di preparazione.
Non mancano i suoi grandi successi come: “Rolls Royce”, “Domenica” e “Me ne frego” che fanno letteralmente impazzire il suo pubblico nonché “1969”, “Roma”, ”Solo noi” e “Generazione X”.
Arriva anche un momento un più intimo, dove Lauro canta alcune delle sue ballate come:“C’est la vie”, “Marilù” e “16 Marzo”.
Cosa mi ha colpito di più di questo concerto?
La capacità dell’artista di distinguersi per le nuove sonorità e per il suo modo di scrivere, distante e innovativo rispetto ai metodi più classici.
L’artista sul palco è accompagnato dalla sua band: alla batteria Marco Lancetti, alla chitarra Amudi e Riccardo Castelli mentre al piano c’è maestro Gregorio Calculli.
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