ALTA TENSIONE IN LIBIA
Centinaia di veicoli militari e gruppi armati fedeli al governo di unità nazionale hanno occupato la capitale

La Libia torna a fare parlare di sé per gli scontri che si consumano sul suo territorio. Centinaia di veicoli militari fedeli ad Abdul Hamid Dbeibah, capo del governo di unità nazionale, hanno occupato Tripoli - precisamente nei pressi di Airport Street e Shatt Street - in seguito alla segnalazione di un ordine di mobilitazione da parte del comandante della regione occidentale, Osama al-Juwaili, un lealista di Bashaga.
Era infatti atteso l’arrivo in città di Fathi Bashaga, nominato primo ministro dal Parlamento di Tobruk, che ha preannunciato una presa di potere "pacifica".
Informatori interni dell’intelligence fanno sapere che al-Juwaili e alcune delle forze di Misurata della regione centrale, a sostegno di Bashaga, si stanno preparando ad entrare a Tripoli. Secondo altre fonti, invece, si escluderebbero questi spostamenti, in quanto i mezzi risultano momentaneamente fermi nella città di Zintan, a circa 100 miglia dalla capitale.
Nel mese di febbraio Bashaga, ex ministro degli Interni, è stato nominato primo ministro dal parlamento situato nella città orientale di Tobruk, vicino al maresciallo Khalifa Haftar, per sostituire Dbeibah, il cui mandato è volto al termine a causa della sospensione delle elezioni previste per dicembre scorso.
Lo stesso Bashaga è altresì sostenuto dalle milizie composte dalle Brigate al-Nawasi, affiliate a Mustafa Kaddour e finora legate a Tripoli, così come da gruppi di al-Zawiya, nel nord-ovest, e Warshafana. Nonostante ciò, Dbeibah non ha riconosciuto il nuovo primo ministro e non ha alcuna intenzione di lasciare il potere.
Alla luce degli ultimi eventi, la Libia si trova pertanto alle prese con due figure che rivendicano il ruolo di primo ministro, senza che la comunità internazionale prenda posizione.
Recentemente, però, sono emerse fotografie di Bashaga a Tunisi in presunte consultazioni con i ministri di Dbeidah e diversi capi militari nella città di Misurata, interpretate come parte dei preparativi per un’imminente presa della capitale.
Nel frattempo le Nazioni Unite, con la loro missione di sostegno in Libia, stanno favorendo i negoziati al Cairo tra l’Alto Consiglio di Stato, che sostiene Dbeibah e il Parlamento per trovare un accordo che ponga le basi costituzionali per sostenere un processo elettorale, senza però che sia stata fissata una data a causa delle nuove tensioni istituzionali.
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