AL VIA IL NET ZERO INDUSTRY ACT EUROPEO
Ursula von der Leyen: produzione di almeno il 40% di tecnologia pulita entro il 2030

L’intenzione dell’Unione Europea di produrre energia pulita, attraverso vari piani per lo più racchiusi nel Green Deal (di cui su International Web Post abbiamo parlato ampiamente), prosegue. Oggi 16 marzo, infatti, verrà presentato dalla Commissione Europea il Net Zero Industry Act, un piano di sostegno economico, erogato mediante finanziamenti alle industrie europee che decideranno di produrre tecnologie pulite. Portavoce e promotrice Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, che ha anticipato i contenuti del provvedimento legislativo parlando all’Eurocamera riunita in sessione plenaria a Strasburgo. Tutto parte dalla decarbonizzazione e del passaggio a fonti di energia pulite che coinvolgano tutta la catena di produzione, e quindi non soltanto le materie prime. Si dovrà produrre almeno il 40% di tecnologie pulite necessarie entro il 2030. L’obiettivo è arduo proprio perché ravvicinato. Si era molto discusso, ad inizio settimana, dell’inserimento o meno dell’energia nucleare quale forma di energia pulita, progetto poi stralciato dalla bozza e, forse, definitivamente archiviato (non altro per la dura presa di posizione della Germania).
Secondo alcuni analisti, il provvedimento in questione non nascerebbe da ragioni ambientaliste, ma come risposta alla parallela legge americana, la famosa IRA (Inflation Reduction Act), che offre tutta una serie di sussidi economici, tra i vari aspetti, alle aziende che si occupano di energia green, fatto che costringerebbe ad una forte delocalizzazione oltreoceano. L’Ue ha anche ben compreso che, l’incentivo del comparto industriale non può limitarsi al solo aspetto economico, ma deve essere sostenuto anche da una normativa più semplice, snella e, soprattutto, sovranazionale. In altre parole, meno burocrazia: “il Net Zero Industry Act offre velocità, semplificazione e finanziamenti”, ha dichiarato la von der Leyen, sottolineando che “con una guerra alle porte, la volatilità dei prezzi dell’energia e i massicci investimenti nelle tecnologie pulite, l’Europa deve alzare il tiro”. “Gli investimenti globali nella transizione pulita hanno superato mille miliardi di dollari l’anno scorso. Si tratta del 30% in più rispetto all’anno precedente e questo mercato globale per le tecnologie a zero emissioni è destinato a triplicare entro il 2030. In altre parole: la corsa è iniziata”.
Ha quindi concluso: “Dobbiamo darci da fare se vogliamo rimanere all’avanguardia. Dobbiamo coltivare la nostra base industriale di tecnologia pulita, sia per creare nuovi posti di lavoro qui in Europa sia per garantire l’accesso alle soluzioni pulite di cui abbiamo urgentemente bisogno.” Il target da raggiungere è stato anche esplicitato in un “considerando” del documento che, sebbene formalmente non sia vincolante, rappresenta comunque un traguardo concreto da raggiungere in termini numerici, e non solo percentualisti. Si parla pertanto di una capacità di produzione solare fotovoltaica (dell’UE ovviamente) da portarsi a 30 gigawatt, quella eolica a 36 gigawatt, pompe di calore a 31 gigawatt, 549 gigawattora per le batterie e, infine, una capacità per gli elettrolizzatori di 100 gigawatt di idrogeno.
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