AMATRICE: I MISTERI DEL GRAN SASSO

Un polo scientifico e un misterioso deposito di armi nucleari a pochi passi dall’epicentro alimentano ipotesi a cavallo tra scienza e cospirazionismo

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Il nostro Paese ospita ben quattro laboratori di ricerca gestiti nientemeno che dall’Istituto di Fisica Nucleare (INFN). Tra questi, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), specializzati nello studio della fisica delle particelle. Essi sono ubicati nel cuore della penisola: la parte sotterranea si trova sotto 1400 metri di roccia del Gran Sasso (più precisamente, sotto la vetta del Monte Aquila); quella esterna in località Assergi, ad appena 11 km da L’Aquila. La presenza della montagna riduce notevolmente i cosiddetti “rumori di fondo”, consentendo di osservare il comportamento di minuscole particelle subatomiche, i neutrini. Ma non solo. Nelle sale sotterranee si riproduce l’esplosione delle Supernovae e si va alla ricerca della “materia oscura”, manipolando ingenti quantitativi di energia proprio in prossimità di una delle faglie più attive del nostro territorio.

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I laboratori sorgono nel 1982 assieme al traforo autostradale del Gran Sasso. Ideati dall’italiano Antonio Zichichi, già dopo cinque anni dalla costruzione compiono il primo esperimento, attirando scienziati di tutto il mondo: ogni anno oltre 500 studiosi collaborano con il centro, aggiungendosi ai 60 regolarmente impiegati.

La presenza di questo importante centro scientifico dovrebbe essere motivo di vanto per l’Italia, di cui tenere costantemente informata l’opinione pubblica. Eppure, né dopo il terremoto dell’Aquila, né dopo quello di Amatrice, sono state spese parole relative all’incolumità degli edifici in questione. Che abbiano subito danni, provocando la fuoriuscita di materiale potenzialmente tossico o radioattivo? In caso contrario, perché non comunicare alla popolazione le buone condizioni dei locali dei laboratori?

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Secondo quanto riportato da Gianni Lannes nel suo blog “Su la testa”, nell’area protetta del Gran Sasso si terrebbero esercitazioni militari finanziate dagli USA che, in barba al Trattato internazionale di non proliferazione nucleare ratificato nel 1975, invierebbero ingenti quantità di armi nucleari alle Forze Armate italiane. Mine, granate e proiettili per l’artiglieria conservati nel deposito di San Cosimo, sotto la collina di Pratola Peligna, nei pressi di Sulmona. Nel 2008, in seguito a un’aspra polemica, il generale di corpo d’armata Giorgio Ruggeri dichiarò la totale assenza di rischi per la salute dei cittadini. Poi il silenzio: nessuna notizia è trapelata in seguito ai terremoti che hanno colpito il Centro Italia. Ancora una volta, sorgono dubbi in merito alla possibile contaminazione radiologica del territorio.

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I misteri legati ai LNGS non finiscono qui. Zichichi si è fatto promotore di un progetto di geoingegneria ambientale ideato da Edward Teller, fisico ungherese che partecipò alla costruzione della bomba atomica negli anni della Seconda Guerra mondiale. Il piano scientifico prevede il controllo dei cambiamenti climatici mediante dei meccanismi artificiali di regolazione delle radiazioni solari. Ciò implicherebbe l’utilizzo degli scatterers, dispositivi capaci di far rimbalzare indietro le radiazioni nei periodi di surriscaldamento globale e di trattenerle invece nel corso delle ere glaciali. Strumenti comodi ed efficienti al fine di regolare le condizioni ambientali del nostro pianeta, se non fosse per le emissioni di sostanze chimiche, metalli e cristalli una volta in orbita.

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Gli scatterers sarebbero in grado di incrementare l’elettroconduttività dell’aria e di rilasciare pericolosissime onde elf che, penetrando nel sottosuolo, provocherebbero movimenti tellurici propagati in linea retta, proprio come nel caso del recente terremoto. Un’ipotesi cospirazionista, corroborata dalle numerose segnalazioni che avrebbero rilevato una tempesta elettromagnetica sull’Italia centrale proprio nelle ore precedenti al sisma del 23 agosto scorso. D’altronde, pare che nel corso del G8 tenutosi il 19 luglio 2001 a Genova l’allora premier Silvio Berlusconi abbia stretto un accordo segreto con l’americano George W.Bush sulla sperimentazione climatica. Che l’Italia sia rimasta invischiata in pratiche potenzialmente distruttive, come sostenuto dalle teorie complottiste che si rincorrono sul web?

E’ giunta l’ora di far luce su tutte le dinamiche che possono aver avuto a che fare con la terribile tragedia che conta quasi 300 vittime. La verità non può restituire la vita a coloro che l’hanno persa, ma può evitare che il loro sacrificio risulti vano, può lenire almeno in parte il grande dolore che ha colpito gli italiani in quella drammatica notte di fine estate.

Federica Marocchino

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