ANCHE MOODY’S BOCCIA LA MANOVRA DEL GOVERNO
L’agenzia di rating ha cambiato la valutazione sui titoli di Stato, citando la manovra finanziaria del governo

L’agenzia statunitense Moody’s ha bocciato l’operato del governo gialloverde, visto che i motivi della decisione con i quali ha abbassato il rating italiano sono “l’aumento del deficit”, legato alla legge di bilancio, e “l’abbandono del percorso di riforme da parte dell’esecutivo. Pertanto, da oggi i titoli di Stato italiani sono meno sicuri. Il declassamento di Moody’s sul nostro Paese rappresenta quindi un maggiore rischio per l’Italia di non riuscire a ripagare il proprio debito pubblico.
A rivolgersi al governo, all’indomani del giudizio dell’agenzia, è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, chiedendo all’esecutivo di tornare sui suoi passi, rivedendo la Legge di Bilancio, "E’ evidente che sia la lettera della Commissione europea che il declassamento erano nelle cose. La sfida che il governo deve fare propria è sulla crescita, spiegare l’analisi di impatto di questa manovra, evidentemente correggerla, postando più risorse sulla crescita", ha detto Boccia dal convegno dei Giovani imprenditori. Dal punto di vista delle conseguenze finanziarie c’è da evidenziare che quasi tutte le operazioni finanziarie dei grandi fondi di investimento si basano sui giudizi delle agenzie di rating. In pratica gli acquisti o le vendite di Titoli di Stato (o di obbligazioni) vengono fatti in funzione del rating di un Paese.
E l’abbassamento di oggi influirà non poco sulle le scelte degli investitori, rafforzando così il trend delle ultime settimane che vede aumentare la fuga dall’Italia. Già nel mese di agosto, nei dati pubblicati da Bce e Banca d’Italia, le vendite di obbligazioni da parte di investitori stranieri – prevalentemente titoli di Stato – sono state di quasi 18 miliardi. E tra maggio e agosto, fa notare qualcuno, il disinvestimento complessivo è arrivato addirittura a 70 miliardi di euro. Tuttavia, l’aspetto più inquietante è che con il downgrade di oggi si arriva a un solo gradino di distanza dal fatidico “investment grade”, giudizio sotto il quale i titoli vengono definiti “spazzatura”.
Sul fronte del governo, dopo le posizioni espresse da Matteo Salvini, è intervenuto anche il ministro degli affari europei, Paolo Savona: "C’è un punto di partenza nel quale non solo credo io, ma credo che ci credano tutti gli italiani: il debito pubblico italiano è assolutamente solvibile, non c’è nessun problema che l’Italia invochi un default", ha detto parlando allo stesso convegno. "E non c’è nessuna possibilità - ha aggiunto - che incorra che incorra in un cosiddetto rischio di denominazione, cioè di rifiutare l’euro come denominazione del suo debito. Se accadrà sarà per motivi esterni al Paese".
Di fatto, tuttavia, l’Italia rientra, secondo Moody’s, nella categoria più bassa tra quelle degli investimenti consigliati. La categoria immediatamente inferiore rientra già tra quelle dei titoli di stato definiti “spazzatura”, sui quali l’agenzia sconsiglia di investire. Tra l’altro, un ulteriore downgrade scatenerà una pioggia di vendite dei nostri Btp senza precedenti.
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