ANCORA VIOLENZA NELLE CHIESE FRANCESI

Sacerdote ucciso da un cittadino ruandese coinvolto nell’incendio di Nantes

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Torna a scorrere il sangue nelle chiese francesi: un sacerdote è morto a seguito dell’aggressione da parte di Emmanuel A., un cittadino ruandese già noto ai gendarmi per aver contribuito all’incendio della cattedrale di Nantes nel luglio 2020. Stavolta i fatti si sono svolti in Vandea, Francia occidentale; l’aggressore si sarebbe consegnato spontaneamente alle forze dell’ordine, denunciando il misfatto. La vittima, di 60 anni, si chiamava Olivier Maire e faceva parte della comunità religiosa di Montfortain a Saint-Laurent-sur-Sèvre, dove ospitava “da diversi mesi”, secondo una fonte della polizia all’agenzia Afp, Emmanuel A.

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Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha così commentato sul suo profilo Twitter: “Vorrei esprimere il mio sostegno ai cattolici del nostro Paese dopo il tragico omicidio di un prete in Vandea”. Marine Le Pen, capo del Rassemblement National, ha colto l’occasione per denunciare come “un uomo può rimanere in Francia in maniera illegale, dare fuoco alla cattedrale di Nantes, non essere mai espulso, e ripetere il crimine uccidendo un prete”. Di tutta risposta, Darmanin ha specificato che l’uomo si trovava in regime di sorveglianza giudiziaria, e pertanto non poteva essere espulso prima che quest’ultima fosse revocata.

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Come si accennava in apertura, purtroppo si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di episodi violenti ai danni di membri del clero francese. Lo scorso 29 ottobre, ad esempio, il tunisino 22enne Brahim Aouissaoui aggredì due fedeli e il sagrestano nella basilica Notre-Dame-de-l’Assomption a Nizza, uccidendoli. Ma non solo: nel 2016 padre Jacques Hamel, sacerdote di Saint-Etienne-du-Rouvray, fu letteralmente sgozzato da Abdel Malik Petitjean e Adel Kermiche mentre si trovava all’interno della sua chiesa.

Alice My

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