ANGELO TERRACENERE: “MI SENTO BARESE DI ADOZIONE”

IL CENTROCAMPISTA RICORDA LA GARA CON LA ROMA IN SERIE A, TORNA SUI PLAY-OFF E PARLA DEL FUTURO DEL BARI

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Attualmente Direttore Tecnico e Coordinatore del settore giovanile del Molfetta Calcio, Angelo Terracenere, resta uno dei giocatori con il maggior numero di presenze nella storia del Bari. Lanciato dal tecnico Enrico Catuzzi, Terracenere ha indossato la maglia biancorossa per 14 anni, totalizzando 256 presenze e segnando 4 reti. Ha conquistato una promozione nella stagione 1988/’89 - dalla B alla A - con Salvemini e conquistato, nel 1990, la Mitropa Cup.

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Terracenere, lei a Molfetta segue soprattutto il settore giovanile…

Sì, dalla scuola calcio fino alla Junores nazionale e sono anche in contatto con la prima squadra in Serie D. Ne approfitto per ringraziare chi mi ha voluto e dato la possibilità, oggi, di essere qui.

Ma quanto è importante per una società investire sui giovani?

Tantissimo. È il futuro del calcio soprattutto per il settore dilettantistico, ma non solo. Investire sui giovani significa anche determinare la sopravvivenza del calcio stesso risparmiando anche tanto. Possiamo considerarlo il serbatoio della prima squadra, ma ci vuole tanta pazienza e programmazione.

Parliamo di lei come calciatore. A chi potrebbe essere paragonato Angelo Terracenere?

A Gennaro Gattuso. Anche se oggi ogni giocatore deve avere la doppia fase, io nel mio piccolo non mi posso lamentare. Ricordo che Antonio Di Gennaro mi diceva che avrei potuto giocare tranquillamente in altre squadre che lottavano per obiettivi più importanti.

Parole di grande stima …

Già ... e per me queste parole avevano e hanno un grande significato soprattutto perché dette non solo da un grande calciatore che aveva vinto uno scudetto e giocato in nazionale, ma anche da un grande conoscitore di calcio, un vero intenditore come pochi. Lo si capisce anche da ciò che dice in qualità, oggi, di commentatore Rai.

Quanti anni aveva quando ha esordito con il Bari?

Avevo 17 anni quando ho iniziato e devo ringraziare per questo Enrico Catuzzi. È stato l’inizio di una lunga storia con la società biancorossa. Ho giocato per 14 anni, raggiunto 256 presenze con la maglia del Bari e segnato 4 gol.

Si ricorda a chi ha segnato?

Certo. In serie A ho fatto gol al Cagliari, al Cesena e al Verona. In serie B, invece, segnai contro il Monza quando vincemmo il campionato e andammo in serie A. Finì 3-2 e ricordo che ci fu l’invasione di campo. Ad ogni modo grazie per avermi dato la possibilità di chiarire che i gol sono 4 e non uno o due come spesso sento dire.

Lei è stato protagonista di una strepitosa promozione in Serie A col Bari di Salvemini nella stagione ’88/89. Ma c’è un altro episodio che ricorda con piacere nella sua lunga militanza barese?

Beh, sì.Ce n’è uno che ricordo particolarmente. Giocavamo in casa contro la Roma in Serie A e all’epoca l’allenatore era Boniek che era subentrato a Salvemini. Durante la partita feci un errore, una cavolata. Recuperai sulla fascia un pallone al grande centravanti tedesco della Roma, Rudi Völler, e feci un retropassaggio al nostro portiere che era Alberga. In quel periodo i portieri potevano ancora prendere la palla con le mani, ma lui non mi capì ed uscì in ritardo. Völler, però, intuì il tutto, conquistò la palla e fece gol. Ovviamente ero disperato anche perché pensavo che sarei stato riempito di critiche e fischi dai circa 40.000 tifosi presenti allo stadio, ma invece ...

cms_18498/2_wikipedia_Terracenere_ok.jpgInvece cosa accadde?

Che si alzarono tutti in piedi ad applaudirmi. La cosa più bella e più emozionante che mi sia capitata. Questo gesto mi fece capire l’amore di tifosi nei miei confronti nonostante lo sbaglio. Non lo posso dimenticare. Ma posso garantirti che ho sempre dato tutto ciò che avevo dentro per questa maglia, ‘anima e corpo’ e anche se non sono proprio nato a Bari mi sento barese di adozione. Quattrodici anni a Bari vorranno pur dire qualcosa. Per me è stato il massimo, il Bari mi ha dato tutto.

Parliamo ora del Bari attuale. Cosa non è andato nei play-off?

Ho visto tutte le partite dei play-off del Bari e sin dalle prime gare si è intuito come il Bari avrebbe fatto difficoltà a vincere i play-off nonostante fosse la squadra più forte. Ricordiamo il pareggio sofferto con la Ternana e la vittoria, sul finire del secondo tempo supplementare, contro la Carrarese, una squadra molto modesta. E poi è arrivata la sconfitta contro la Reggiana che reputo una squadra discreta. Al di là del gol di Antenucci, poi annullato in effetti, il Bari ha fatto poco o nulla. Mi aspettavo di vedere in finale una squadra vogliosa, grintosa e più cattiva, ma invece non ho visto nulla di tutto questo.

E cosa ha visto?

Una squadra che giocava passandosi il pallone indietro senza attaccare la profondità e senza verticalizzazioni. Insomma una squadra senza mordente soprattutto nella finale. Ciò che salvo di questi play-off è il secondo tempo supplementare giocato contro la Carrarese.

Parliamo del futuro. Se lei fosse il Presidente De Laurentiis, da dove ripartirebbe?

Da Vivarini. Aggiungerei, però, calciatori di categoria che hanno voglia di emergere e che corrono tanto. In serie C si vince correndo più degli altri.

In quali reparti interverrebbe?

In difesa con due centrali possibilmente veloci, a centrocampo con innesti di qualità e poi in attacco. Ma soprattutto calciatori che sanno gestire la pressione di una grande città e tifoseria come il Bari. Per me la tifoseria barese può essere paragonata a quella delle grandi di serie A e, dunque, questa maglia può diventare davvero pesante.

Cosa si aspetta per la prossima stagione?

Intanto spero che il Bari venga ripescato perché sono convinto che qualche società, soprattutto per effetto del Covid-19, possa fallire. Se però dovesse rimanere in Lega Pro allora spero che non faccia lo stesso campionato di quest’anno, anche se dovrà confrontarsi con il Palermo che è un’altra società importante. Ma la società biancorossa è ambiziosa e il Presidente de Laurentiis vuole portare il Bari in serie A. Noi dobbiamo solo ringraziarlo.

Cosa vorrebbe dire ai suoi tifosi che la ricordano ancora con tanto affetto…

Essere ricordato dai tifosi del Bari è sempre un onore per me. Ma anche loro sono nel mio cuore. Ai tifosi dico di stare sempre vicino alla squadra e di seguire la società anche se quest’anno è stata una delusione per noi. Soprattutto in questo momento che le cose non sono andate bene bisogna essere più vicini al Bari e magari raddoppiare, se possibile, gli abbonamenti … sempre sperando che si possa tornare allo stadio.

(Foto da pagina facebook di Terracenere e da it.wikipedia.org – si ringrazia)

Rino Lorusso

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