ARTE E SPIRITUALITA’. LA NASCITA DI MARIA

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Oggi vi presento la «Nascita di Maria» del pittore Pietro Cavallini, mosaico realizzato nell’abside della basilica romana di Santa Maria in Trastevere tra il 1290 ed il 1299.

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Benché l’opera non raffiguri un episodio raccontato nei Vangeli canonici, la festa della Natività di Maria, che si celebra l’8 settembre, ha origini molto antiche e queste ultime giustificano la sua diffusione e la sua popolarità: per i cristiani Ortodossi è una delle dodici feste più importanti dell’anno liturgico. Una tradizione molto antica afferma che, nella notte dell’8 settembre, il cielo risuona del canto degli angeli che esprimono la loro gioia per il lieto evento della nascita della loro regina. Fu papa Sergio I nell’anno 695 a istituire in tal giorno la festa della nascita di Maria e da quel momento la celebrazione si diffuse rapidamente: ebbe grande eco soprattutto nella Chiesa Ambrosiana e per questo motivo il Duomo di Milano è dedicato alla nascita di Maria (Mariae Nascenti).

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Lo schema iconografico dell’evento vede al centro un grande letto monumentale su cui giace sant’Anna, madre di Maria, circondata e confortata dalle ancelle: così la rappresenta Pietro Cavallini, uno dei massimi esponenti della scuola pittorica romana, nel ciclo di mosaici con episodi tratti dalla vita della Madonna della basilica di Santa Maria in Trastevere. Due ancelle entrano nella stanza e portano cibi e bevande ad Anna, serena in volto e apparentemente non molto affaticata dal travaglio del parto; la sua veste rossa indica la realtà terrena fatta di sangue e carne, mentre il mantello blu evidenzia la missione celeste che le è stata affidata per essere la madre di colei che accoglierà nel suo grembo Dio che si fa uomo.

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L’artista realizza una stanza da letto definita prospetticamente, come si nota dal soffitto visto in diagonale: l’ambiente è solenne e richiama le ville della Roma imperiale. Il letto, su cui è scritto il nome di Anna, si staglia su una parete decorata con una tenda a losanghe: questo ricco tendaggio sottolinea la dignità di Maria, chiamata a divenire regina del mondo. In primo piano la neonata è rappresentata sulle ginocchia di un’ancella che con la mano prova se l’acqua di un grosso bacile ha la temperatura giusta per il primo bagnetto della piccola; accanto a lei appare la sigla che sintetizza un titolo con il quale sarà ricordata e venerata nei secoli: «Madre di Dio»; un’altra ancella in piedi versa l’acqua nel bacile. In basso, un’iscrizione mette in risalto l’acqua come allusione al sacramento del Battesimo: «Salvatore del genere umano, che stabilisci di perdonare coloro che sono caduti, distruggi le macchie dell’antica ruggine con l’argento dell’acqua». Anna guarda e indica la figlia Maria, la quale però guarda verso di noi: da questo momento e per sempre, la dolcezza del suo sguardo sarà rivolta all’umanità che Gesù stesso dalla croce le affiderà. Negli occhi di quella bambina Pietro Cavallini cela lo sguardo materno di Maria che nei secoli accompagna l’umanità che soffre e che in lei trova la sorgente della propria speranza. In una delle più antiche preghiere dedicate a Maria così il popolo la invoca: «rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi…». Ti auguro di poter trovare nel suo sguardo la forza per affrontare ogni giorno le sfide e le fatiche che la vita mette sul tuo cammino e che dal suo sguardo tu possa attingere la speranza per credere sempre e non arrenderti mai!

Alessio Fucile

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