ASSALTO A CAPITOL HILL: CONDANNATO STEWART RHODES

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cms_30653/0.jpegI processi negli Stati Uniti, riguardanti i responsabili dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, si stanno concludendo. Tra questi, è terminato quello riguardante Stewart Rhodes, leader degli Oath Keepers, un importante gruppo di estrema destra, il quale è stato condannato a ben 18 anni di carcere. La procura ne aveva chiesti 25, ponendo l’accento sull’aggravante speciale per Rhodes in quanto, come ex soldato, aveva infranto il giuramento militare di fedeltà allo Stato. La sentenza parla di “sedizione”, nei confronti di una personalità che “rappresenta una minaccia persistente e un pericolo per gli Stati Uniti”, secondo le parole del giudice federale Amit Mehta. Il giudice ha descritto persino l’indole di quest’uomo che ha “chiaramente voluto per decenni che la democrazia di questo Paese sfociasse nella violenza”. Dodici anni sono invece stati inflitti ad altro membro dell’organizzazione politica, Kelly Meggs. Sono oltre mille gli imputati di fede trumpiana al vaglio dei giudici, incriminati per aver assediato il Congresso americano al fine di impedire la nomina a presidente di Joe Biden.

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Quella odierna è la condanna sinora più pesante e le motivazioni del provvedimento giudiziario non lasciano dubbi: Stewart Rhodes si comportò come vero fautore delle violenze e non ebbe bisogno neppure di entrare nell’edificio, comandando l’assalto come un vero “generale sul campo di battaglia” intento a “sorvegliare le sue truppe”. “Era lui a dare gli ordini, ha proseguito il giudice, “gli Oath Keepers non sarebbero andati a Washington senza Stewart Rhodes”. Scopo dei facinorosi era quello di “far mantenere il potere all’ex presidente Donald Trump, intimidendo il Congresso” con “ogni mezzo necessario”, secondo quanto inoltre dichiarato da uno dei tanti testimoni interrogati. Dal suo canto, il militante si è dichiarato un “prigioniero politico” che, invece, aveva esclusivamente tentato di proteggere i manifestanti. Su questi stessi argomenti si è fondata anche la tesi difensiva del suo legale, l’avvocato Edward L. Tarpley, il quale continua a sostenere come non sia possibile “che Rhodes sia stato colui che ha organizzato i fatti del 6 gennaio. Il mio assistito era unicamente un bersaglio comodo, così come gli Oath Keepers. Il dipartimento di Giustizia ha deciso che dovessero essere loro i capri espiatori”.

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Mentre Donald Trump in persona definì Rhodes “un patriota trattato ingiustamente”, Ron De Santis, governatore repubblicano della Florida ha dichiarato che, se eletto alla Casa Bianca, attuerà delle misure per concedere la grazia non solo a Donald Trump – qualora fosse coinvolto direttamente nei processi in questione – ma anche nei confronti di tutti i condannati per gli episodi di quel 6 gennaio 2021. “Dal primo giorno avrò persone che si riuniranno e valuteranno tutti questi casi, quelli di persone vittime di obiettivi politici, e saremo aggressivi nell’emettere la grazia”, ha dichiarato in un’intervista, sottolineando il fatto che la giustizia non debba essere utilizzata come “arma”. Le rivolte di quel giorno costarono 4 morti, 134 poliziotti feriti e 52 arresti eseguiti in flagranza. Già nel luglio del 2021 giunsero le prime condanne, a cominciare da quella simbolica di Paul Allard Hodgkins, uno dei volti più riconoscibili tra le immagini che sono circolate, a cui sono stati inflitti 8 mesi di carcere e soltanto dopo che lo stesso ammise le proprie colpe e dopo aver chiesto perdono per la condotta intrapresa. Dopo di lui Scott Fairlamn e Jacob Chansley, quest’ultimo noto come lo “sciamano QAnon”, condannato a 41 mesi di carcere.

Enrico Picciolo

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