ASSANGE, PRONTO L’ORDINE PER L’ESTRADIZIONE NEGLI STATI UNITI

L’annuncio è arrivato dal ministro dell’Interno Javid

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Un tribunale britannico ha fissato per febbraio 2020 l’udienza per decidere se estradare negli Stati Uniti Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks arrestato il 12 aprile a Londra. La giudice Emma Arbuthnot ha fissato la prima data dell’udienza per il 25 febbraio 2020 e ci sia aspetta che le altre si svolgano nel corso di 5 giorni. La richiesta di estradizione era stata fatta dagli Stati Uniti e approvata giovedì da Sajid Javid, ministro dell’Interno del Regno Unito, ma deve essere ancora approvata dalla giustizia britannica. A riferire la notizia sono state fonti ufficiali statunitensi citate dal Washington Post.

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Secondo le autorità statunitensi Assange avrebbe diffuso dal 2010 oltre 250mila dispacci e 500mila documenti riservati sulle attività delle forze armate. Nessuna accusa lo legherebbe invece al cosiddetto "Russiagate": lo scandalo che avrebbe visto coinvolti i servizi segreti russi in operazioni di "disturbo e influenzamento" delle elezioni presidenziali americane del 2016. L’attivista australiano sta ora scontando una pena di 50 settimane per aver violato le condizioni di libertà vigilata, e secondo alcune fonti la sua salute, dopo l’arresto verterebbe in gravi condizioni. Se Londra concedesse l’estradizione negli Stati Uniti e il processo lo vedesse colpevole dei crimini ascritti potrebbe scontare oltre 30 anni di carcere. Le autorità statunitensi si appellerebbero all’Espionage Act per accusare Assange, nonostante lui sia di fatto un giornalista straniero operante al di fuori degli Stati Uniti.

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"L’Espionage Act non fa distinzioni tra giornalisti e non giornalisti" ha detto recentemente Matthew Miller, portavoce del dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Obama al New York Times. Assange verrebbe quindi da equiparato ad un "traditore" che avrebbe passato informazioni a potenze nemiche. Il caso di fronte alla giustizia britannica sulla richiesta di estradizione Usa è in ogni modo destinato a durare mesi, data l’opposizione già preannunciata dagli avvocati di Assange, che denunciano l’azione di Washington come una persecuzione e un tentativo di vendetta innescato dalla pubblicazione nel 2010 da parte di Wikileaks di una montagna di documenti riservati americani: una parte dei quali uscita del Pentagono e comprovante crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan.

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I guai di Julian Assange cominciano nel 2010 e sono legati a Wikileaks, il portale specializzato nella pubblicazione di documenti riservati di cui è fondatore. Giornalista e attivista australiano con cittadinanza ecuadoriana, Assange ha 47 anni e negli ultimi 7 è stato ospite dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, inseguito da un mandato d’arresto. Assange è stato poi arrestato dalla polizia di Londra su richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha fatto sapere che l’accusa è di aver violato la Computer Fraud and Abuse Act (CFAA), la prima legge contro gli hacker e le violazioni informatiche approvata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1986. L’atto d’accusa non riguarda la diffusione dei documenti riservati da parte di Wikileaks ma il modo in cui sono stati ottenuti: è meno grave di quanto si possa pensare e delle varie accuse che negli anni sono circolate nei confronti di Assange. Ora, per Julian Assange, si apre una nuova possibilità: l’estradizione negli Stati Uniti e un processo che può portarlo a scontare molti anni di carcere.

(Foto dal Web)

Mary Divella

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