AUMENTO SHOCK DEL PREZZO DEL CARBURANTE E DEL GAS
Ecco da cosa dipende
Il prezzo del petrolio è schizzato a 129 dollari al barile, un valore che non si vedeva dal 2008.
È vero che la crisi in Ucraina ha alimentato la paura che venga a mancare il petrolio russo ma il valore del greggio si era già alzato prima della guerra. Infatti le cause di questo aumento vertiginoso comprendono la ripresa dalla crisi pandemica, con la quale è salita in fretta la domanda di carburante; la limitazione delle forniture da parte dei paesi esportatori di petrolio dell’OPEC+, di cui fa parte anche la Russia; lo spostamento dei finanziamenti verso fonti di energie più pulite che ha portato un aumento dei costi per l’estrazione; ed anche il tasso di cambio sfavorevole tra euro e dollaro, che influisce in Europa in maniera negativa.
La crisi ucraina è soltanto una delle cause dell’aumento dei prezzi, legata all’andamento di altri fattori che di conseguenza possono essere influenzati direttamente o indirettamente dall’invasione del paese da parte della Russia, uno dei maggiori produttori al mondo di energia.
Un altro fattore da considerare è l’IVA al 22% e le accise, storicamente, molto alte in Italia. Sebbene in origine le accise provenivano da eventi passati, come ad esempio la guerra in Etiopia, da circa vent’anni non si parla più di singole accise sul costo della benzina ma il loro gettito va a finanziare il bilancio statale nel suo complesso.
Le accise, come anche la questione IVA, permettono allo Stato di garantire un’entrata costante e anche se il governo cercasse di abolirle per ridurre il prezzo dei carburanti, dovrebbe ricavare gli introiti da altre “fonti”.
In ogni caso l’aumento dei prezzi del petrolio o delle materie prime, porterebbe ad alimentare ulteriormente il costo della vita.
L’Europa è meno esposta ai rischi derivanti dall’aumento dei prezzi del petrolio rispetto a quanto non lo sia con il gas, poiché le forniture del primo sono più diversificate.
Le ragioni del prezzo così alto, quindi, non risiedono nell’imminente difficoltà di fornitura (essendo in questo momento stabile) ma nell’eventualità anticipata dal mercato che potrebbe verificarsi in futuro. E il timore che la Russia possa interrompere le forniture di gas fa schizzare il costo dell’oro blu e, di conseguenza, quello di tutti i processi industriali, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.
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