AVVOCATI...BRUTTA GENTE
L’indice di gradimento degli Avvocati è molto basso

L’indice di gradimento degli Avvocati è certamente basso e alcuni degli aggettivi più comuni che a molti vengono in mente appena si parla di loro sono: imbroglioni, subdoli, avidi, arrivisti, cattivi.
Naturalmente, però, quando li si cerca, quando cioè si ha la mente concentrata su un avversario che si odia, si spera che l’Avvocato scelto sia dotato proprio di queste qualità dell’essere, improvvisamente divenute virtù in funzione dello scopo da raggiungere. Insomma, questa figura professionale vive di un continuo meccanismo di proiezione e, pur essendo intuitivo che gli avvocati non sono né meglio né peggio di altri lavoratori, non c’è verso di far cambiare opinione su di essi.
Uno degli effetti deleteri di questa impopolarità è che quando scendono in piazza a manifestare contro la progressiva demolizione della giustizia in Italia, messa in atto da parte di una classe politica che in larga parte dovrebbe essere in galera o in manicomio, pochi se li filano. Grave fatto, amici lettori, poiché non si avverte che il problema ricade su tutti. Prendiamo ad esempio ciò che è accaduto lo scorso 20 Febbraio a Roma.
Decine di migliaia di avvocati uniti contro molte cose, tra cui l’aumento pazzesco dei costi vivi per sostenere una iniziativa giudiziaria o le vergognose proposte di legge che prevedono (sgranate gli occhi!) il pagamento anticipato degli esborsi previsti per il grado di giudizio successivo a quello che ci ha visto perdenti, se si vuol conoscere la motivazione della sentenza che ci ha dato torto!
Vi sembrano questioni circoscritte a beghe di casta o che comprimono profondamente i diritti di noi tutti, avvocati compresi, e in primo luogo di chi non ha grandi possibilità economiche? Il problema è che, fino a quando non si ha l’occasione, il motivo o la sfortuna (a seconda dei punti di vista) di incappare in un problema giudiziario, la faccenda appare sfumata, lontana, e la protesta degli avvocati ancor più diafana. Tutto cambia appena ci si trova direttamente intrappolati nei meccanismi inefficienti e costosi dei Tribunali; allora sì che ci si lamenta e si comprende il senso di queste proteste, ma è tardi per rimediare all’indifferenza e ci si limita alle invettive che, fatalmente, colpiscono e sporcano proprio il riferimento più diretto che si ha: l’Avvocato.
E’ lui il terminale, il cuscinetto, il capro espiatorio. Gli altri operatori della giustizia godono di miglior sorte, perché gli utenti li vedono poco o nulla. E’ bene ragionare su queste cose, perché solo una pressione popolare di vaste proporzioni è in grado di far cambiare lo status quo. Immaginare che ci pensino i politici di professione è ingenuo, direi antistorico, visti i comportamenti, gli atti, le iniziative che mettono in campo, sempre dirette in senso contrario alla logica, almeno quella delle persone comuni. Se devo dire la verità, quando penso ai politici, o meglio, a quello che fanno, provo la stessa piacevolezza che proverei se facessi snorkeling in un pozzo nero.
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