AZIENDA DATA ALLE FIAMME IN BANGLADESH: ARRESTATO IL PROPRIETARIO

Indagato anche per sfruttamento del lavoro minorile. 52 i morti

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Alcuni giorni fa la Hashem Food and Beverage di Rupganj, una città industriale fuori Dacca (Bangladesh) è stata data alle fiamme, uccidendo ben 52 persone, tra cui degli undicenni che vi lavoravano illegalmente. Le indagini della polizia hanno portato all’arresto di ben 8 indagati, tra cui figura proprio il proprietario dell’azienda alimentare e quattro dei suoi figli, indagati ovviamente anche per sfruttamento del lavoro minorile.

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Dal momento in cui sono iniziate le indagini, la faccenda si è fatta sempre più torbida: il capo della polizia del distretto di Narayanganj ha dichiarato che sarebbe stato rinvenuto un lucchetto volto a chiudere ermeticamente l’ingresso della fabbrica. Un dettaglio inquietante, segno del fatto che qualcuno stava appiccando il fuoco con il preciso intento di uccidere. Di fatto, gli operai si sono trovati in trappola, e alcuni di loro, pur di non lasciarsi avvolgere dalle fiamme, hanno preferito lanciarsi dalle finestre. I soccorritori hanno infatti rinvenuto solo 48 corpi al terzo piano dell’edificio.

A tali dettagli occorre aggiungere che venivano sistematicamente violate le norme di sicurezza e quelle antincendio, elementi che aggravano la posizione dei sospettati considerano che il quei locali si stoccavano anche sostanze chimiche e plastiche altamente infiammabili e nocive.

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Il ministro del Lavoro Monnujan Sufian ha subito raggiunto l’ospedale dove si trovano ricoverati i sopravvissuti, chiedendo colloquio con questi ultimi. Ha riferito di aver parlato con due sopravvissuti di 14 anni.

A seguito del disastro del Rana Plaza, risalente a 8 anni fa (un palazzo di 9 piani crollò togliendo la vita a più di 1.100 persone), il governo del Bangladesh aveva promesso riforme e controlli a favore della sicurezza. Tuttavia la lunga serie di disastri e incendi spersi per il paese non accenna a fermarsi.

Alice My

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