A GENOVA SI SCAVA ANCORA
Ai funerali di Stato sarà presente il Presidente della Repubblica. Antonio Brencich nella commissione per l’accertamento delle cause

Mentre a Genova si continua a scavare tra le macerie per trovare cinque persone che ancora mancano all’appello, arrivano le prime ipotesi sulle cause che hanno portato al crollo del ponte Morandi martedì.
Secondo Antonio Brencich, docente dell’università di Genova e membro della commissione dei Trasporti e delle infrastrutture che deve accertare i motivi del cedimento strutturale, la rottura di uno dei tiranti del ponte è “un’ipotesi di lavoro seria, ma dopo tre giorni è solo un’ipotesi”. Il docente, che ha effettuato un breve sopralluogo sul posto, ha invece smentito che possa essere stato un eccesso di carico a provocare il crollo del Morandi: “La pioggia, i tuoni, l’eccesso di carico sono ipotesi fantasiose – ha detto – che non vanno prese neanche in considerazione”. Una speciale commissione ispettiva, istituita dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, avrà 30 giorni per fornire una prima informativa al ministro.
Intanto si continua a lavorare ininterrottamente per togliere nel più breve tempo possibile le macerie del ponte Morandi. Si procede velocemente, perché se ricominciasse a piovere le macerie potrebbero fare da tappo nel letto del fiume e provocare pericolose alluvioni. E nella notte sono proseguite anche le ricerche di ulteriori vittime. Il bilancio delle vittime resta fermo a 38, mentre i feriti sono 16, di cui 9 in codice rosso, ma secondo la Procura ci sono ancora 10-20 possibili dispersi. I lavori dei vigili del fuoco si concentrano in particolare sotto le macerie del pilastro che sosteneva il ponte e nella zona della ferrovia, entrambe sull’argine sinistro del Polcevera.
Intanto continuano le polemiche e c’è ansia di trovare un colpevole.
Il governo non attende l’inchiesta e punta immediatamente il dito contro Autostrade per l’Italia con il premier Conte che ha subito annunciato l’avvio della procedura per la revoca della concessione alla società, senza attendere alcun tipo di accertamento da parte della magistratura.La società intanto si difende e in una nota ha spiegato come negli ultimi dieci anni abbia investito oltre 1 miliardo di euro ogni anno nell’ampliamento e ammodernamento della rete autostradale italiana. E Atlantia accusa il governo per un annuncio di revoca che “è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto”.“Le modalità di tale annuncio – rileva la società – possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti”. E così è stato. In ogni caso, spiega quindi la nota, “pur considerando che anche nell’ipotesi di revoca o decadenza della concessione – secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate – spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili”.
Una revoca, come annunciato dalla società, che non sarebbe senza costi per lo Stato, anche se Di Maio si ostina a dire che non si pagheranno penali. La concessione, regolata dalla convenzione tra Anas e Autostrade per l’Italia dal 2007, scadrà nel 2042. Secondo l’accordo per permettere un’eventuale interruzione della concessione ci deve essere una “grave inadempienza” di determinati obblighi, che solo la magistratura potrà accertare.
Oggi, intanto, si terranno i funerali di Stato, ai quali prenderà parte anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Venti sono stati i "No" dei parenti delle vittime ai funerali di Stato, a testimonianza che non basta un funerale solenne per colmare la distanza sempre più ampia fra i cittadini e le Istituzioni. Specie in questa caso, con la protezione dello Stato clamorosamente venuta meno.
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