Acqua come fonte di vita e di speranza

La prossima giornata mondiale ci invita ad una accurata riflessione

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“L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale”. Con queste parole citate nell’enciclica Laudato si, papa Francesco fa emergere l’essenzialità di un bene primario negato ancora oggi alle popolazioni più deboli. Con nuove motivazioni e un pizzico di speranza, la prossima Giornata Mondiale dell’Acqua celebrata dalle Nazioni Uniti, rappresenta un importante crocevia per lo sviluppo di un nuovo umanesimo privo di qualsiasi forma di potere egoistico. Tutto questo si codifica nel drammatico rapporto mondiale dell’ONU, dove più di 2 miliardi di persone (3 su 10) non hanno ancora accesso all’acqua potabile. Un vero e proprio dramma se si pensa alla globalizzazione dell’economia e della scienza compiuto in questi anni.

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Eppure le popolazioni più colpite continuano a essere quelle del Medio Oriente e del Nord Africa, luoghi in cui la terribile situazione della siccità si protrae ormai da anni che si adeguati rimedi. Aldilà di qualsiasi tipo di analisi inerente questo drammatico fenomeno, è importante focalizzarsi sul significato intrinseco dell’acqua nella sfera religiosa. Come ben sappiamo, nel cristianesimo l’acqua ha una valenza primaria, rappresentando la rinascita ad una nuova vita. Tra l’altro, lo stesso Vangelo ci ricorda la figura di Giovanni Battista, che predicava un battesimo di conversione volto a ristabilire la dignità umana. La grande svolta dal punto di vista sacramentale si è avuta con Gesù di Nazareth, facendo percepire l’importanza della purezza dell’acqua. Pertanto l’acqua (intensa non solo da un punto di vista materiale), rappresenta la vera rivoluzione del cristianesimo in quanto segno di cambiamento e di santità.

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Ad oggi, presi dal consumismo frenetico e da un progresso senza freni, non diamo realmente importanza ad un bene così prezioso ed essenziale per la nostra quotidianità. Le poche immagini che circolano nelle varie Tv, ci mostrano solo una parte della quotidiana sofferenza di questi popoli, costretti a fare chilometri e chilometri a piedi, su strade sovente non asfaltate, per approvvigionarsi di pochi litri di un’acqua non sempre limpida e salubre. Il grande paradosso sta propria in questa enorme contraddizione, perché oggi più che mai ogni popolo ha il sacrosanto diritto di accedere a un bene comune che il Padre Eterno ci ha donato. Perciò, ebbene ricordare che senza acqua nessuna forma di vita sussiste neanche quella più piccola. La Santa Sede, come altre grandi organizzazioni mondiali non governative, ha avviato numerosi progetti. Ma non basta! Oggi più che mai è richiesto il nostro piccolo contributo. Solo in questo modo potremo essere realmente utili all’umanità come tante piccole gocce immerse nel grande oceano della carità cristiana.

Giuseppe Capano

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