Allo studio dal 2003, la Arctic Apple approda nella grande distribuzione americana
I cittadini americani, in questi giorni, potranno testare il risultato di un importante prodotto di laboratorio. La prima mela creata per rimanere perfetta fa il suo ingresso sugli scaffali della grande distribuzione statunitense. Direttamente dai laboratori di ricerca canadesi, dove la Mela Artica è stata creata grazie alla tecnica Crisps, il frutto, geneticamente modificato, non annerisce una volta affettato, restando completamente bianco, color artico per l’appunto.
La Clustered regularly interspaced short palindromic replats (Crisps) è una tecnica di ingegneria genetica che permette di modificare il genoma di un organismo con una precisione mai avuta fino ad oggi. Arctic Apple è stata ottenuta dalla manipolazione genetica di due varietà di mele: la Golden Delicious e la Grammy Smith.
In entrambe le varietà è stato integrato un gene “antimacchia” capace di neutralizzare il fenomeno di annerimento causato dal contatto con l’ossigeno, consentendo quindi alla mela modificata di conservare il colore inalterato.
Okanagan Speciality Fruits, questo il nome della dinamica società biotecnologica agricola, con sede a Summerland, che ha realizzato il prodotto. Nata per ottimizzare l’uso della biotecnologia, l’azienda canadese si pone come obiettivo quello di fornire innovazioni di prodotto all’industria della frutta da albero. Eliminare i difetti di madre natura rendendo i frutti più a lungo appetibili senza necessità di prodotti chimici e conservanti è la sfida.
La mela artica è solo il prototipo in avanscoperta di mercato di un nutrito gruppo di cibi OGM creati per incontrare il favore dei consumatori piuttosto che dei produttori. In attesa dell’approvazione della Food and drug administration ci sono anche i funghi che non anneriscono, la carne coltivata in laboratorio da cellule staminali, pesce e gamberetti capaci di soddisfare i palati più esigenti sostituendo i costosi e inquinanti allevamenti.
L’importanza di questo lancio sui mercati americani consiste nel valutare l’indice di gradimento del pubblico verso modifiche genetiche sicure.
Dal 2003 ad oggi, perché ci sono voluti tanti anni per mettere in commercio questi prodotti? Secondo i produttori, il ritardo è dipeso dalla paura che i consumatori fossero diffidenti verso gli OGM. Il tempo più lungo, dicono, non è quello della sperimentazione ma piuttosto quello indispensabile per trovare una formula di informazione il più credibile possibile, nonché ineccepibile dal punto di vista burocratico.
La produzione di frutta OGM ha sollevato moltissimi pareri discordanti, soprattutto in Europa, dove attualmente la coltivazione di prodotti geneticamente modificati è consentita per quanto riguarda una sola tipologia di mais. Avvezzi da sempre al commercio di questi nuovi prodotti, gli americani saranno il banco di prova più attendibile avendo già abituato il palato a mais, barbabietole, colza, cotone, soia e zucca OGM. A noi per il momento, seppur con l’occhio attento ai progressi della scienza e curiosi delle nuove frontiere tecnologiche, corre simpaticamente il pensiero ad un Alberto Sordi ammaliato da un sano piatto di spaghetti ogm-free.
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