Alzheimer, i consigli dell’esperto per una efficace prevenzione

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Un team di scienziati del Laboratorio di biologia molecolare del Medical Research Council (Mrc) nel Regno Unito e dell’Indiana University School of Medicine, ha svelato le strutture dei filamenti della proteina Tau nei soggetti affetti da morbo di Alzheimer.

Guidato da Michel Goedert e Sjors Scheres, insieme ai colleghi dell’ateneo statunitense Bernardino Ghetti e Holly Garringer, hanno messo a segno una delle più importanti scoperte degli ultimi 25 anni nel campo della ricerca sulla malattia.

Le proteine ​​Tau sono un elemento stabilizzante nei cervelli sani, ma quando diventano difettose ​​possono formare grovigli, invisibili a un microscopio ’light’. Il team ha utilizzato la Cryo-electron microscopy, una tecnica di imaging emergente per l’esplorazione di più aree del cervello e del Dna. Ciò potrebbe aiutare a comprendere meglio i meccanismi molecolari che causano l’Alzheimere identificare nuovi metodi di prevenzione oltre che di cura.

Per una malattia così complessa è fondamentale che i ricercatori lavorino in sinergia affinchè le singole esperienze di studio possano dare concrete risposte.

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Una buona prevenzione la si fa a tavola. Ne è convinto il “guru della longevità” Valter Longo. Il biochimico italiano, diventato una celebrità negli USA, è da anni impegnato nello studio dell’incidenza di alcuni alimenti e di determinati stili di vita sulle malattie neurodegenerative. Nelle 300 pagine del suo libro “La Dieta della longevità”, divenuto in poco tempo un best-seller, spiega come l’assunzione di determinati alimenti, assieme a sane abitudini, sia in grado di rallentare le lancette dell’orologio biologico, mantenendo il cervello giovane il più a lungo possibile. Longo dirige l’Istituto di longevità della University of Southern California di Los Angeles ed è a capo del programma di ricerca Longevità e cancro dell’Ifom di Milano. A lui si deve la realizzazione della dieta intelligente Mima-digiuno, dall’“effetto scudo” contro l’Alzheimer. L’efficacia della dieta verrà approfondita a partire dal secondo semestre 2017 con un nuovo studio realizzato in collaborazione con l’ospedale Policlinico San Martino di Genova. A condurlo sarà l’equipe di Patrizio Odetti, responsabile della Clinica geriatrica, che opererà con Longo. Obiettivo: verificare il potenziale per il rallentamento del declino cognitivo in pazienti con Alzheimer.

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Gli studi dello scienziato hanno esaminato la dieta degli ultracentenari del pianeta. Questi Highlander che vivono distanti migliaia di chilometri tra di loro con le loro abitudini alimentari pressocchè uguali hanno fornito le basi per omologare l’alimentazione. L’isola di Okinawa in Giappone, quella di Ikaria in Grecia, La Penisola di Nicoya in Costa Rica, la cittadina californiana di Loma Linda (dove vive il gruppo religioso degli Avventisti del settimo giorno), i monti sardi dell’Ogliastra ed il paesino calabrese di Molochio nel cuore dell’Aspromonte. Queste le cosiddette “zone blu” del pianeta, quelle cioè che vantano la concentrazione più alta di centenari.

Un’alimentazione “green” con molta frutta a guscio e un po’ di pesce, poche proteine, pochi zuccheri e grassi saturi o trans e molti carboidrati complessi, derivati da legumi e da altri cibi di origine vegetale.

“Salvatore Caruso – spiega il biologo nell’apertura del libro – è stato l’uomo più anziano d’Italia e uno dei 4 ultracentenari che fanno del paese natale dei miei genitori e dei miei nonni uno dei luoghi con il più alto tasso di centenari del mondo, il triplo di quello di Okinawa” così come riportato anche dal National Geographic nel 2013. La località, 2mila anime in tutto, è Molochio dove nella piazza principale c’è una fontana dalla quale si bene acqua gelida: per lo scienziato, quanto di più simile alla fonte della giovinezza.

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Nella “gold list” basata sulle ricerche più recenti alcuni dei consigli più facili da inserire in uno stile di vita sano e di prevenzione:

  1. Limitare le proteine di origine animali a vantaggio di verdure, legumi e pesce, soprattutto se ricco di omega 3, omega 6 e vitamine B12 (sardine, salmone, pesce azzurro, crostacei, molluschi), almeno due volte a settimana;
  2. Consumare grandi quantità di carboidrati complessi (pomodori, broccoli, carote, legumi);
  3. Evitare zuccheri e farine raffinati, e prodotti industriali;
  4. Via libera, con parsimonia, anche a pecorino, formaggio feta, olive e vino rosso;
  5. Caffè preventivo in base ad alcuni studi che rivelano come un moderato consumo della bevanda potrebbe proteggere il cervello da alcune forme di demenza;
  6. Semaforo verde all’olio di cocco, elencato fra gli alimenti neuro protettivi, una ricerca su pazienti con Alzheimer associa ad un consumo di 40 ml giornalieri un miglioramento delle funzioni cognitive. Sotto la lente degli scienziati, l’azione dei suoi acidi grassi a catena media contro le demenze;
  7. Stessa valenza per l’olio di oliva i cui grassi monoinsaturi, osserva Longo, sembrano svolgere una funzione protettiva contro l’Alzheimer;
  8. Longo cita poi un recente studio spagnolo che ha dimostrato come aggiungere 30 gr. al giorno di frutta a guscio (noci, mandorle nocciole) determini un miglioramento delle funzioni cognitive;
  9. Mai senza vitamine, lo scienziato fa riferimento a studi che hanno evidenziato carenze di acidi grassi omega-3, vitamine del complesso B e vitamine E, C e D negli individui affetti da invecchiamento cerebrale e demenze. Via libera quindi a verdure di stagione e un po’ di frutta e, ogni 3-4 giorni, un integratore alimentare completo;
  10. Si all’attività aerobica, alla lettura, ai puzzle e ai “Digital Gaming” per allenare il cervello;
  11. Mangiare nell’arco di 12 ore al giorno (per esempio iniziare dopo le 8 e finire prima delle 20);
  12. Non mangiare per almeno 3-4 ore prima di andare a letto;
  13. Mangiare selezionando i giusti ingredienti tra quelli che assumevano i propri antenati.

“Siamo ciò che mangiamo”. Laddove non possiamo contare su un corredo genetico da manuale, sarà lo stile di vita a determinarne la qualità.

Maria Cristina Negro

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