Ancora proteste in Catalogna
L’ex Presidente Puigdemont si consegna alle autorità belghe
Due anni fa, all’alba di una tranquilla mattina di ottobre, il Presidente Puigdemont ultimava gli ultimi dettagli della sua fuga in Belgio. Nel 2017, infatti, il Presidente Puigdemont aveva indetto un referendum per l’indipendenza della Catalogna, considerato assolutamente illegale da Madrid, per poi annunciare unilateralmente l’indipendenza della regione, di fronte ad un’assemblea letteralmente spaccata a metà tra gli applausi vivaci dei separatisti e le espressioni contrariate degli unionisti catalani. Oggi, dopo essersi sottratto alla giustizia spagnola rifugiandosi in Belgio, Carles Puigdemont è nuovamente protagonista di un mandato d’arresto internazionale, il terzo a suo carico, nel giro di due anni. L’ex Presidente, dunque, si è consegnato volontariamente alle autorità belghe: ne è derivato un rilascio immediato senza cauzione, con la possibilità di lasciare il Belgio dietro autorizzazione di un giudice, e la condizione di completa disponibilità da parte del politico per qualsivoglia convocazione.
Meno fortunati i colleghi indipendentisti, tra cui l’ex vicepremier Oriol Junqueras, condannati a scontare in carcere dai 9 ai 13 anni. Le accuse sono le stesse per tutti: “sedizione” e “appropriazione indebita”. A seguito della sentenza, però, il popolo catalano si è scatenato, scendendo in piazza e protestando senza sosta, fomentati anche dal tweet dello stesso Junqueras: “Torneremo più forti, più convinti, più fermi che mai. Grazie a tutti e continuate, perché noi continueremo sempre, sempre!”. Scontri, barricate in strada, cassonetti ed edifici in fiamme, attacchi ai danni della polizia: questo lo scenario barcellonese. Il Ministro degli Interni spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, si è scagliato aspramente contro le innumerevoli violenze perpetrate: “Durante il corso della settimana ci sono stati episodi di violenza da parte di gruppi minoritari, ma ben organizzati. Le loro azioni non resteranno impunite”. Rinviata a data da destinarsi, anche l’attesa partita Barcellona-Real Madrid, in programma il 26 ottobre.
Alla luce di tali eventi - secondo quanto riportato da La Repubblica - l’attuale Presidente della Catalogna Quim Torra avrebbe espresso la volontà di indire un secondo referendum sull’indipendenza catalana entro due anni. La condanna dei leader separatisti non fermerà la sua amministrazione: “Se tutti i partiti e i gruppi lavorano per renderlo possibile, chiuderemo questa legislatura con l’indipendenza”.
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