Andria, cronaca di una strage

23 i morti, oltre 50 i fetiti, serve sangue

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Non ha ancora un nome la quasi totalità dei 27 deceduti nello scontro frontale tra due treni, avvenuto sul tratto a binario unico tra Corato e Andria alle 11.30 di martedì 12 luglio. Si sa che tra loro c’è uno dei macchinisti, il funzionario di polizia Fulvio Schinzari, 53enne, riconosciuto da un collega intervenuto sul luogo del disastro, la nonna di una bambina, tratta in salvo, Antonio Summo, un ragazzo di 15 anni di Ruvo di Puglia che tornava da Andria dove aveva sostenuto gli esami per superare due debiti all’istituto industriale che frequentava.

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Non si sa nulla della figlia di Schinzari. Si sa che una madre e una figlia sono morte avvinghiate. E si anche, per fortuna, che un bimbo di 6 anni è stato estratto vivo dalle macerie e trasportato in eliambulanza all’ospedale. I vigili del fuoco lo hanno sentito piangere. Era finito dietro il sedile e le lamiere gli comprimevano il petto. Hanno lavorato con tutte le loro forze per strapparlo a quella trappola. Hanno alleviato il suo dolore con le immagini dei cartoni animati che scorrevano su uno dei loro telefonini. Le sue condizioni al momento del trasporto erano buone. È sempre rimasto cosciente e non mostrava traumi particolari.

cms_4229/foto_3.jpgSono i nosocomio di Andria, Barletta e Bisceglie ad aver accolto i 50 feriti di cui 18 in gravi condizioni.

Una “scena allucinante” dicono i soccorritori che da stamattina lavorano senza sosta.

“Spaventoso - racconta un agente di polizia, tra i primi intervenuti - La scena più brutta della mia vita”.

Lamiere accartocciate, frammenti di vetro e sangue ovunque.

Si teme che il bilancio delle vittime possa salire.

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parla di “tragedia inammissibile sulla quale occorre accertare subito e con precisione responsabilità ed eventuali carenze”.

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Puntuale il messaggio di cordoglio di Papa Francesco, affidato a un telegramma inviato al vescovo di Bari, monsignor Francesco Cacucci nel quale esprime la “sua sentita e cordiale partecipazione al dolore che colpisce tante famiglie”.

È un dolore dell’Italia intera, mobilitata in una rete di solidarietà che scalda il cuore. Volontari e donatori di sangue hanno raggiunto l’ospedale da campo allestito per prestare i primi soccorsi.

La ASL ha messo in campo un coordinamento di psicologi per assistere feriti e parenti delle vittime.

Le salme sono state trasportate all’Istituto di Medicina Legale Di Bari dove mercoledì si terrà il riconoscimento, in molti casi attraverso i soli indumenti, essendo i corpi irriconoscibili.

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“Dov’è mia figlia? Vi prego fatemela vedere”. Sono le parole di una mamma rivolte al personale sanitario dell’ospedale di Barletta. Ha saputo solo che sua figlia è stata ferita. È stata a Corato, poi ad Andria.

“Ditemi che è qui è che sta bene”.

Piange l’anziana riuscita ad estrarre suo marito dai rottami: “l’ho salvato io da sotto le macerie. Sono andata scalza tra le lamiere e l’ho tirato fuori”.

È stato attivato il numero verde 331 1713103 al quale chiedereinformazionisui ricoverati presso le strutture ospedaliere territoriali.

Cos’è accaduto

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I due convogli provenivano rispettivamente da Corato e da Andria. Erano composti da quattro vagoni ciascuno. I primi due di entrambi sono andati distrutti.

Le cause dello scontro sono ancora incerte, anche se i Magistrati della Procura riferiscono di avere le idee chiare. Lavorano sull’errore umano, su ciò che lo ha determinato e sulle istruzioni impartite al personale.

Il fascicolo è stato aperto, per ora, a carico di ignoti.

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“Non conosciamo il numero dei passeggeri perché non è un aereo e non abbiamo una lista” ha riferito ai giornalisti il procuratore aggiunto Francesco Giannella.

Su quel binario unico non c’è automatizzazione. È previsto il “blocco telefonico”, un sistema a chiamata tra le stazioni che devono avvisare dell’arrivo dei treni e trasmettere ai macchinisti le informazioni.

Una delle due stazioni potrebbe dunque non aver “bloccato” uno dei due treni. O forse le informazioni non sono state ricevute correttamente.

Qualcosa comunque in quell’arcaico meccanismo non ha funzionato.

cms_4229/foto_9.jpgLa direzione generale dell’azienda “Ferrotramviaria” guidata da Massimo Nitti ha proceduto all’acquisizione dei tracciati degli apparati centrali. “Sono stati ritirati i registri dei fonogrammi delle due stazioni e le registrazioni delle telefonate del personale coinvolto - ha specificato il direttore, precisando che - uno due treni non doveva essere lì. Si tratta di convogli modernissimi, uno del 2005 e l’altro del 2009, dotati di freni efficienti. La sfortuna ulteriore è stata che lo scontro è avvenuto in curva, quindi nessuno dei due macchinisti è riuscito ad attivare in tempo il sistema frenante". Sul posto è intervenuto il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli, che ha parlato di un “disastro come se fosse caduto un aereo”.

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Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha annunciato, mentre si allontanava dal luogo della tragedia, una commissione di inchiesta.

Quel maledetto binario unico

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Sono 37 i kilometri di strada ferrata a binario unico. È inverosimile che in un Paese vocato al trasporto su rotaia sussistano situazioni come questa che, in caso di scontro, non lasciano scampo.

Sul tratto interessato viaggiano circa duecento treni al giorno. Erano in atto lavori per il raddoppio.

Il trasporto locale ogni giorno racconta storie di degrado e ritardi, soprattutto al Sud.

Il 3 aprile del 1989 a San Severo un altro incidente provocò 8 morti.

Bisogno di chiarezza

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“Non ci fermeremo finché non avremo trovato i responsabili” ha detto il premier Matteo Renzi, tornato velocemente a Roma da Milano dov’era in visita al museo della Scienza e della tecnica.

In serata ha raggiunto la Puglia dove ha partecipato a una riunione tecnica dell’unità di crisi che si sta occupando dell’incidente alla prefettura di Bari.

Sulla vicenda il governo riferirà già mercoledì al Parlamento. Gli interventi del ministro Delrio sono attesi per le 13 alla Camera e per le 18.30 al Senato.

L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria precisa che nel 2015, a causa di incidenti ferroviari, si sono registrati 41 feriti gravi e 59 morti, 57 dei quali erano pedoni che attraversavano i binari. Tra il 2010 ed il 2014 i morti legati al trasporto ferroviario sono stati 366.

L’Aula del Senato ha intanto ricordato con un minuto di silenzio le vittime. Il vicepresidente di turno Maurizio Gasparri, esprimendo solidarietà alle famiglie, ha auspicato che sia fatta al più presto chiarezza.

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Vicinanza all’Italia da Mosca e Parigi: il leader del Cremlino Vladimir Putin ha inviato al presidente del Consiglio un telegramma di “compassione e sostegno”, mentre il ministro degli Esteri franceseJean-Marc Ayraultha ha detto che “l’Italia può contare sulla solidarietà e l’amicizia della Francia”. Matteo Salvini affida a Twitter la sua “preghiera per le vittime” e incalza: “se qualcuno ha sbagliato paghi”. Il ministro per l’InternoAngelino Alfano parla di «un giorno triste che resterà nella memoria». Vicinanza ai familiari delle vittime da parte della presidente della CameraLaura Boldrini che chiede chiarezza.

Silvia Girotti

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