Auguri scomodi

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Quest’anno voglio inviarvi come auguri di Buon Natale la lettera che il vescovo don Tonino Bello scrisse ai cristiani della sua diocesi; una lettera che tutti (vescovi, sacerdoti, cristiani battezzati) dovremmo meditare e mettere in pratica. Parole forti che interrogano e che aspettano una risposta concreta, un gesto di solidarietà che è giustizia. Non faremo Natale con il Gesù di Nazareth se non apriremo il nostro cuore e i nostri “salvadanai” ai poveri. «Il pane che a voi sopravanza, è il pane dell’affamato; la tunica appesa al vostro armadio, è la tunica di colui che è nudo; le scarpe che voi non portate, sono le scarpe di chi è scalzo; il denaro che tenete nascosto, è il denaro del povero; le opere di carità che voi non compite, sono altrettante ingiustizie che voi commettete» (San Basilio: Homilia VI in Luc., XII, 18: PG XXXI, Col. 275).

“Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi ‘Buon Natale’ senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto, infatti, l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. (Lo sai che il giorno di Natale, mentre banchetterai moriranno 24.000 bambini per fame e per malattie? E tu, continuerai nell’opulenza dei tuoi cibi? Riesci a vedere, soprattutto, il giorno di Natale il miliardo di mani tese verso di te, mani che aspettano di essere riempite dal tuo amore e dalla tua solidarietà?)Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. (Quanti bambini, quanti fratelli poveri – siano essi tunisini, marocchini, romeni, ecuadoriani, ecc., - quella notte non avranno dove reclinare il capo, non avranno la gioia di sfuggire alle morse del freddo invernale, mentre voi passerete da un negozio all’altro in cerca dell’ultimo materasso alla moda in confort o a comprare costosi regali.) Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le manie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro fogli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere ‘una gran luce’ dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. (Avrete mezzi per comprare abiti firmati o griffati, ma non ne avrete per donare ai poveri, agli ultimi). Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.I pastori che vegliano nella notte, ‘facendo la guardia al gregge’, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri, che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza”.

Buon Natale a te, che hai un cuore puro e mani innocenti!

Buon Natale a te, che ami i poveri, gli immigrati, gli affamati di giustizia, i profeti scomodi!

Sac.. Michelangelo Bruccoleri

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