Autostrade per l’Italia: revoca della concessione o maximulta?

Opinioni contrastanti e punto della situazione

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Continua il braccio di ferro tra lo stato italiano e la famiglia Benetton, detentrice di Atlantia, società che gestisce Autostrade per l’Italia. Il dossier aperto un anno fa, dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, ha portato il governo italiano a intraprendere un percorso legale contro la nota società, che però rischia di protrarsi a lungo nel caso non si giunga a soluzioni immediate.

Inizialmente il governo era propenso a una revoca della concessione, ma negli ultimi giorni si è vociferato di una maximulta per Atlantia. Questa decisione porterebbe a una compensazione in denaro di 4 miliardi, a un decremento della tariffe attuali fino al 5%, ad aumenti per i prossimi anni non oltre il 2% e a una riduzione della remunerazione del capitale investito.

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La posizione assunta dal governo non convince il Movimento 5 Stelle che, tramite Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, fa sapere che la revoca della concessione è l’unica strada percorribile.

La decisione spetta al presidente del consiglio Giuseppe Conte, che si avvarrà della collaborazione di Paola De Micheli, ministra delle infrastrutture e dei trasporti, nel valutare il nuovo piano operativo di Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia.

Infatti, l’ad subentrato a Giovanni a Castellucci avrebbe pianificato un investimento di 13 miliardi nella rete autostradale italiana per i prossimi 18 anni di concessione, che include l’inserimento di sistemi di monitoraggio all’avanguardia in viadotti a rischio, come quello ligure di Bisagno.

Senza contare che a Piazza Affari, negli ultimi giorni, il titolo di Atlantia ha chiuso in positivo, con un 3,5, che ha indotto gli azionisti a pensare che il braccio di ferro tra lo stato e la stessa possa risolversi con un accordo tra le parti, con alla base un buon piano di investimenti per la rete autostradale.

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La ministra Paola De Micheli, in un’intervista a Repubblica, ha parlato anche dei 700 milioni proposti da Autostrade allo Stato per la riduzione dei pedaggi. La stessa ha affermato che l’offerta è insufficiente per evitare la revoca della concessione, aggiungendo: "Autostrade comprende i 600 milioni della ricostruzione del Ponte Morandi nel risarcimento che offre allo Stato? Sono soldi già previsti per legge. Se la discussione comincia così, non è solo insufficiente, ma è anche irricevibile. L`adozione dell`eventuale revoca poggia su due basi: giuridica ed economica. Vanno valutate entrambe. Le decisioni del caso verranno condivise con il premier e con i ministri. Sui tempi non mi sbilancio, ma la verifica è praticamente conclusa".

Intanto, il prossimo 16 gennaio, l’Aspi si riunirà per varare il nuovo piano di investimenti, che riguarda soprattutto la manutenzione di alcuni tratti autostradali a rischio.

Francesco Ambrosio

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